Categoria: Cronaca

  • Como, incendio in via Napoleona. A fuoco due box

    Como, incendio in via Napoleona. A fuoco due box

    Foto Simone Milanta

    Incendio in via Napoleona a Como nella serata di lunedì. I vigili del fuoco sono intervenuti per spegnere le fiamme che hanno distrutto due box. Mobilitazione dei pompieri (mezzi giunti anche da Erba), strada chiusa (traffico deviato nella zona delle caserme) e condominio evacuato. Verso le 22.40 l’incendio è stato spento. Non si registrano feriti.

  • Don  Mangiacasale, parla il vescovo

    Don Mangiacasale, parla il vescovo

    Coletti ai genitori delle vittime: «Come mai non siete venuti da me?»Il vescovo di Como Diego Coletti era stato avvisato delle “strane” inclinazioni di don Marco Mangiacasale, poi condannato in primo grado, il 15 novembre, a tre anni e sei mesi di carcere per violenza sessuale su cinque minorenni. La difesa aveva scelto il rito abbreviato che comporta lo sconto di un terzo di pena.Il vescovo sapeva, sì, ma in merito a un solo episodio, una «prima limitatissima segnalazione», come il presule ha dichiarato nell’intervista natalizia a Etv che è stata anticipata ieri nel tg dell’emittente e che andrà in onda integralmente il prossimo 25 dicembre.Quello «scempio di bambine», come lo definiscono le motivazioni della sentenza che ha condannato in primo grado il sacerdote comasco 49enne, ex economo della Diocesi di Como ed ex parroco della comunità cittadina di San Giuliano, è uno dei momenti forti dell’intervista televisiva condotta da Davide Cantoni.«Ho convocato dopo la segnalazione don Marco e gli ho contestato quanto mi era stato riferito, e lui mi ha fornito le giustificazioni sufficienti» dice tra l’altro il vescovo di Como ai microfoni di Etv. Il caso è quello di una ragazzina cui il prete avrebbe riservato «eccessiva confidenza». L’incontro tra Coletti e i genitori risale all’estate del 2008. E il giudice dell’udienza preliminare, nelle sue motivazioni, lega la «rimozione di don Marco dalle funzioni di parroco» proprio in seguito a quanto accaduto. Anche se fu solo uno spostamento non fisico, visto che il religioso continuò a vivere e a operare – con tanto di un ufficio – all’interno della comunità di San Giuliano. Coletti nel corso dell’intervista se la prende con la stampa: «Il vescovo sapeva, hanno scritto i giornali. Ma è seccante. Potrei dire a questi genitori: vi eravate accorti di altri episodi, come mai non siete venuti da me? E ci avete messo tre anni?».Ma come ha vissuto monsignor Diego Coletti la vicenda? «È stato un caso penoso e doloroso – ha detto il presule nell’intervista tv – prima di tutto per le piccole creature violate: il sacerdote ha approfittato del proprio ruolo educativo dominante per condurre comportamenti inaccettabili».Ma il vescovo di Como Diego Coletti sottolinea anche la «disponibilità a collaborare con la giustizia del condannato, fin dall’inizio dell’indagine»: don Mangiacasale sta ora vivendo un periodo di «giusta penitenza e di conversione», ha ricordato monsignor Coletti.Che nel corso dell’inchiesta lo ha incontrato «solo una volta, quando con il collegio di difesa si è trattato di definire gli arresti domiciliari».

    Lorenzo Morandotti

    Nella foto:Il vescovo di Como Diego Coletti

  • Controllo del territorio: dieci espulsioni, 27 multe e due patenti ritirate

    Controllo del territorio: dieci espulsioni, 27 multe e due patenti ritirate

    Come ogni fine settimana, la Prefettura di Como ieri ha diffuso i numeri della settimana di controllo del territorio effettuata da polizia, carabinieri e finanzieri. Si tratta di un servizio specifico avviato da poco meno di un anno (12 novembre 2018) e che da sabato a venerdì scorsi ha coinvolto, in oltre venti comuni del Comasco, ben 76 pattuglie delle forze dell’ordine con 181 uomini.Il numero più importante riguarda come di consueto le auto fermate, 541 nei 44 posti di blocco. Per 27 automobilisti è scattata una contravvenzione, complessivamente per quasi 5mila euro. Sono state ritirate due patenti e sequestrati 8 veicoli. Identificate in tutto 629 persone di cui 80 extracomunitari. Per 10 stranieri è scattato anche il provvedimento di espulsione. In un caso un extracomunitario è stato accompagnato alla frontiera, per 4 è scattata la misura della consegna del passaporto e dell’obbligo di firma, per 3 l’ordine di lasciare il territorio italiano entro una settimana e per gli ultimi due l’accompagnamento al Centri di permanenza per rimpatri, strutture di detenzione amministrativa.

  • Aggressione della moglie: oggi dal gip: interrogatorio dell’ex dirigente di Villa Saporiti

    Aggressione della moglie: oggi dal gip: interrogatorio dell’ex dirigente di Villa Saporiti

    Verrà sentito questa mattina dal giudice delle indagini preliminari di Como, l’ex dirigente di Villa Saporiti – oggi in pensione – arrestato dalle volanti della polizia per il tentato omicidio della moglie. Vicenda andata in scena martedì mattina in via Scalini, in centro città.Il 65enne, molto noto per il suo ruolo pubblico nel settore della Cultura, avrebbe aggredito la donna, di 10 anni più giovane, mentre si preparava per andare al lavoro.Le avrebbe prima messo le mani al collo nel tentativo di strangolarla, poi l’avrebbe buttata sul pavimento per cercare infine di colpirla con un oggetto contundente. La vittima sarebbe però riuscita a divincolarsi e a fuggire dal marito chiedendo aiuto a una vicina di casa.L’uomo, Giancarlo Mosconi, deve ora rispondere di fronte al giudice alla pesante accusa di tentato omicidio. La vittima, portata in pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di sette giorni.

  • Aveva tentato di strangolare la moglie: non risponde alle domande del giudice

    Aveva tentato di strangolare la moglie: non risponde alle domande del giudice

    Si è avvalso della facoltà di non rispondere, nel corso dell’interrogatorio di convalida di fronte al giudice delle indagini preliminari di Como, il 65enne ex dirigente di Villa Saporiti arrestato per il tentato omicidio della moglie. Aggressione avvenuta nella mattinata di martedì mentre la donna era ancora a letto e doveva iniziare a prepararsi per andare al lavoro. L’uomo, incensurato e molto provato, ha scelto la via del silenzio.

    Il gip Carlo Cecchetti ha convalidato l’arresto e disposto la permanenza in carcere in attesa di eventuali istanze che potrebbero essere formulate dalla difesa nelle prossime ore. Difficile capire cosa possa essere scattato nella testa dell’arrestato, personaggio molto noto in città. In preda ad un raptus, avrebbe prima tentato di strangolare la moglie sorprendendola di spalle, poi l’avrebbe scaraventata a terra cercando di colpirla con un pesante oggetto di ferro senza riuscire nelle proprie intenzioni grazie alla reazione della donna. La moglie sarebbe poi riuscita a scappare sul balcone di casa e a chiedere l’aiuto di una vicina.

  • Coppia di italiani fermata in dogana a Chiasso: avevano 50mila euro nelle mutande

    Fermati in dogana con 50mila euro non dichiarati. E nascosti nelle mutande. Si tratta di una coppia di italiani, casalinga lei e imprenditore lui, da tempo residenti nella Repubblica Dominicana e che rientrava in Italia dal valico ferroviario internazionale di Chiasso con un’ingente quantità di denaro contante non dichiarato.

    La somma di 50mila euro, importo superiore a quanto previsto dalle vigenti normative in materia di circolazione transfrontaliera di valuta, era equamente divisa tra la coppia.

    I soldi erano stati nascosti all’interno degli indumenti intimi indossati da lei e nelle calze indossate da lui.

    La coppia si è mostrata nervosa durante il controllo del bagaglio a mano e i finanzieri hanno così deciso di proseguire con controlli più specifici.

    Colti sul fatto, hanno affermato di aver appena prelevato le banconote dal loro conto corrente svizzero per far fronte a spese personali, omettendo però di presentare la prevista dichiarazione valutaria. Per i due è scattata una multa di 4.500 euro.

  • Camper pieno di droga nell’area dell’ex Ticosa. Arrestata per spaccio una giovane di 29 anni

    Camper pieno di droga nell’area dell’ex Ticosa. Arrestata per spaccio una giovane di 29 anni

    Sostava con un camper pieno di droga nei pressi dell’area dell’ex tintostamperia Ticosa. Una donna di 29 anni, già nota alla giustizia per reati contro il patrimonio e legati agli stupefacenti, è stata arrestata mercoledì dagli uomini delle Volanti della questura di Como, dopo essere stata colta in flagranza con un ingente quantitativo di droghe sintetiche destinate allo spaccio. I poliziotti, insospettiti da un camper parcheggiato nell’area dell’ex tintostamperia, hanno trovato al suo interno la giovane, che aveva con sé 46 compresse e circa 10 grammi in polvere di MDMA, un involucro in cellophane contenente Ketamina e un altro con degli oppiacei, oltre a 550 euro in contanti. La ragazza si è subito mostrata nervosa e incapace di fornire spiegazioni plausibili per la sua presenza agli agenti. Solo in un secondo momento avrebbe detto agli investigatori di essere tornata da un rave party in una città ligure e di essere in procinto di ripartire per Verona, dove risiede abitualmente. La droga è stata dunque sequestrata e la donna è invece stata portata al carcere di Como del Bassone dove si trova in attesa di convalida dell’arresto. Si tratta dell’ennesimo episodio di degrado e criminalità segnalato nella zona che si sviluppa intorno all’ex Ticosa. Un’area cittadina che a lungo, prima della chiusura della Santarella, si era trasformata in un rifugio per disperati e senza tetto e che oggi, sigillati gli accessi all’ex centrale termica della Ticosa, rimane comunque un’ampia area degradata e mal frequentata. Un primo passaggio che si potrebbe rivelare utile per rendere meno degradata la situazione nei dintorni dell’ex Ticosa, potrebbe consistere nella realizzazione di nuovi parcheggi, per la precisione si dovrebbe intervenire davanti alla Santarella con la creazione tra i 70 e i 100 posti auto e poi lungo l’asse viale Roosevelt – via Grandi.Un’operazione utile per la città, da sempre in cronica assenza di posti auto, ma sicuramente anche di rilancio della zona e decisiva per renderla meno desolata e buia.

  • Carte di credito clonate, romeno patteggia due anni

    Carte di credito clonate, romeno patteggia due anni

    Carte di credito clonate, ha patteggiato due anni un romeno di 22 anni che era stato arrestato dagli agenti della questura di Como con l’accusa di truffa telematica e indebito utilizzo di carte di pagamento. Il giovane era stato fermato dopo la segnalazione alle forze dell’ordine degli addetti di un supermercato di una spesa online anomala, da oltre mille euro. Gli agenti sono intervenuti per le verifiche del caso e hanno poi bloccato il presunto truffatore, già denunciato per un episodio analogo. Il 21enne ha scelto la via del patteggiamento.

  • Casa in montagna usata per spacciare: arrestato albanese

    Casa in montagna usata per spacciare: arrestato albanese

    Aveva affittato un appartamento a Madonna di Campiglio, nel cuore delle Dolomiti, e lo aveva trasformato in una centrale dello spaccio di droga.È quanto hanno accertato i carabinieri della stazione locale, che con i colleghi comaschi hanno eseguito nelle scorse ore un ordine di custodia cautelare per un 36enne albanese, residente nel comune di Erba, accusato di spaccio di stupefacenti.L’uomo ha ottenuto gli arresti domiciliari. L’albanese, residente come detto nel Comasco, era finito nel mirino delle forze dell’ordine del Trentino già nello scorso mese di agosto.I carabinieri di Madonna di Campiglio avevano sequestrato nell’abitazione affittata dall’uomo 130 grammi di marijuana e 100 di hashish, oltre a materiale per il confezionamento delle dosi.La droga sequestrata a Madonna di Campiglio, secondo quanto emerso nelle ultime ore, è stata analizzata da un laboratorio specializzato di Bolzano. E gli esperti hanno così accertato che con quel quantitativo di sostanze stupefacenti rinvenuto sarebbe stato possibile ricavare circa 3mila dosi di droga.Completate le indagini, la procura di Trento ha chiesto e ottenuto una misura cautelare.Il giudice delle indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per l’albanese nella sua casa di Erba. Nei prossimi giorni è previsto l’interrogatorio, che dovrebbe essere effettuato a Como.

  • Ciclista infortunato al “Piccolo Lombardia”, recupero delle gambe difficile: brutte notizie per l’olandese Edo Maas

    Ciclista infortunato al “Piccolo Lombardia”, recupero delle gambe difficile: brutte notizie per l’olandese Edo Maas

    Arrivano aggiornamenti dall’ospedale Niguarda, dov’è ricoverato Edo Maas. E sono notizie purtroppo drammatiche: il giovane ciclista olandese, vittima di un incidente stradale durante il Piccolo Giro di Lombardia domenica 6 ottobre, è rimasto paraplegico, e al momento sembra molto difficile che possa recuperare la funzionalità delle gambe, secondo l’ultimo bollettino medico fornito dalla squadra Team Sunweb su richiesta della stessa famiglia.L’incidente si era verificato tra Asso e Canzo. Il giovane corridore, alla fine della discesa del Ghisallo, era finito contro un’automobile che si trovava lungo il percorso di gara tra via Verza e via Rosmini. Il 19enne era stato portato all’ospedale di Erba e poi trasferito con l’elicottero al Niguarda di Milano.«Le fratture alla schiena e le lesioni al viso hanno richiesto diversi interventi chirurgici intensivi nell’ultima settimana, tutti riusciti – si legge nella nota – Edo sta attualmente elaborando la diagnosi che la frattura alla schiena ha portato alla paraplegia, una perdita della sensazione nervosa nelle gambe. Ad oggi è improbabile che la funzionalità delle sue gambe tornerà mai, ma prevale la forza di lottare e la speranza».