Categoria: Cronaca

  • Bimbo di un anno assalito dalle vespe sulla porta di casa: paura a Guanzate

    Bimbo di un anno assalito dalle vespe sulla porta di casa: paura a Guanzate

    Uno sciame di vespe l’ha assalito appena ha varcato la porta di casa. Paura oggi pomeriggio a Guanzate per un bambino di poco più di un’anno, punto non meno di sette volte.

    Sono stati subito allertati i soccorsi. A Guanzate è intervenuta un’ambulanza, che ha trasportato il bimbo al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna di San Fermo. Fortunatamente, la reazione non sarebbe stata grave. Il piccolo è stato comunque tenuto in osservazione in ospedale. Il fatto alle 15.30.

  • Blevio, operaio cade da un’impalcatura, salvato dall’elicottero

    Blevio, operaio cade da un’impalcatura, salvato dall’elicottero

    Grande mobilitazione oggi pomeriggio a Blevio attorno alle 17.20 a causa di un incidente sul lavoro che ha coinvolto un operaio caduto dall’alto.

    In base ai primi accertamenti sembra che l’uomo fosse su un’impalcatura quando è finito rovinosamente al suolo. La macchina dei soccorsi è scattata immediatamente. L’operaio è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.

    L’incidente è avvenuto nella frazione Mezzovico. Sono intervenuti ancheVigili del fuoco.

  • Blitz all’alba, arresti di ‘ndrangheta tra Como, Milano e Reggio Calabria

    Blitz all’alba, arresti di ‘ndrangheta tra Como, Milano e Reggio Calabria

    Ancora arresti in provincia di Como da parte della Direzione distrettuale Antimafia di Milano. Quattordici ordinanze di custodia cautelare sono in fase di esecuzione tra il nostro territorio ma anche Milano e Reggio Calabria. Al centro dell’attenzione ci sarebbe la famiglia di ‘ndrangheta dei Barbaro-Papalia.

    Dall’alba i carabinieri della compagnia di Corsico (Milano) stanno eseguendo le ordinanze nei confronti di 10 italiani e 4 marocchini ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga e in particolare cocaina. Gli indagati si sarebbero serviti dei quattro stranieri per per creare una fitta rete di pusher.

  • Blocco auto già revocato, ma senza alcun controllo

    Blocco auto già revocato, ma senza alcun controllo

    Quello del Natale 2018 potrebbe passare alla storia come lo stop alle auto meno efficace e più breve.

    Oggi è infatti l’ultimo giorno per le misure temporanee di primo livello contro l’inquinamento atmosferico in provincia di Como.

    Dopo due giornate consecutive di polveri sottili al di sotto della soglia limite fissata a 50 microgrammi per metro cubo, Regione Lombardia ha deciso di revocare le limitazioni attivate ieri. Come riporta Arpa, dopo il picco registrato nei giorni scorsi, quando il Pm10 ha raggiunto quota 78,7 microgrammi al metro cubo, giovedì, a seguito delle precipitazioni e della debole nevicata, l’aria si è ripulita e i valori sono scesi, arrivando a quota 35,7, per poi risalire ieri a 43,7, valore comunque al di sotto della soglia di guardia. Da domani, quindi, non saranno più in vigore le misure di primo livello previste dal Protocollo Aria, frutto dell’accordo fra le Regioni del bacino Padano, che riguardano il traffico, con limitazioni per i veicoli fino agli euro 4 diesel in ambito urbano e l’obbligo di spegnere i motori in sosta, il riscaldamento domestico, con limitazione all’uso di generatori a biomassa legnosa di classe inferiore alle 3 stelle e riduzione delle temperature nelle abitazioni di 1 grado, e l’agricoltura, con divieto di utilizzo di liquami zootecnici e il divieto assoluto di combustioni all’aperto. Nello specifico, le limitazioni al traffico prevedono il blocco dei diesel fino all’omologa Euro 4 dalle 8:30 alle 18:30 e, dalle 8:30 alle 12:30, il blocco dei veicoli trasporto merci diesel Euro 3.

    La revoca scatterà già domani, senza la necessità di attendere il giorno di controllo delle centraline fissato a martedì, grazie alle recenti modifiche introdotte dalla delibera approvata dalla giunta regionale.

    Qualcuno si è accordo del divieto nelle ultime 48 ore? A Como non sono stati organizzati posti di blocco o particolari segnalazioni. Neppure i cartelli a messaggio variabile riportavano le misure in atto.Sul Corriere di Como in edicola domani, domenica 23 dicembre gli approfondimenti sulla questione.

  • Botte agli autisti: due arrestati negano il coinvolgimento. Nessuno patteggia

    Botte agli autisti: due arrestati negano il coinvolgimento. Nessuno patteggia

    Sono tornati in aula gli stranieri arrestati dalle volanti della polizia per aver aggredito due autisti di Asf alla fermata di piazza Vittoria a Como. Aggressione successiva alla richiesta degli autisti di mostrare i biglietti per poter salire sull’autobus. Quattro le persone finite a processo, tutte giovanissime: due originari del Gambia, e altri due della Nigeria, ospiti di una struttura di accoglienza di Tavernola.L’udienza che si è aperta ieri mattina, è stata poi rinviata al 21 giugno. Un solo imputato ha chiesto di essere giudicato con il rito Abbreviato che porterà ad uno sconto di pena di un terzo. Gli altri tre invece seguiranno il rito ordinario. Saranno sei i testimoni chiamati in aula dalla pubblica accusa, gli autisti ma anche gli uomini delle forze dell’ordine che intervennero sul luogo dell’aggressione. I dipendenti di Asf hanno scelto di non costituirsi parte civile. Due degli arrestati, da quanto è stato possibile apprendere, negherebbero ogni addebito, dicendo non solo di non essere stati presenti al momento della rissa, ma anche di non comparire mai nelle immagini delle telecamere utilizzate per meglio identificare i responsabili del pestaggio che costrinse i due autisti a chiedere le cure del pronto soccorso con prognosi di 5 e 7 giorni. Nessuno insomma – né chi ha scelto l’Abbreviato, né ovviamente chi seguirà il rito ordinario – avrebbe intenzione di patteggiare la pena.In manette – come detto – sono finiti quattro immigrati di un gruppo in realtà più numeroso, che contava almeno su una quindicina di soggetti. Uno di questi, quello che avrebbe dato il via allo scontro, è ancora ricercato dalle forze dell’ordine. In carcere al Bassone, in attesa del 21 giugno, ci sono invece un 21enne e un 22enne della Nigeria, più un 23enne e un 25enne del Gambia. Devono rispondere di interruzione di pubblico servizio, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.Il fatto era avvenuto alle 20.25 di martedì 5 giugno, quando l’autista dell’autobus di Asf della linea 11, in servizio dal Bassone a Sagnino, fu coinvolto nell’aggressione da parte di un gruppo di stranieri che volevano salire senza pagare il biglietti. A nulla servì l’intervento di un secondo autista della linea 6 , quella che da via Venturino a Breccia porta a Maslianico, che si accorse del collega in difficoltà e si fermò nel tentativo di dargli una mano.M.Pv.

  • Botte alla madre 90enne, condannato a tre anni e mezzo

    Botte alla madre 90enne, condannato a tre anni e mezzo

    La vicenda in Valle Intelvi. La vittima finita due volte all’ospedale

    Botte, spintoni, maltrattamenti di ogni genere e sorta. Mesi da incubo, culminati in due trasporti al pronto soccorso per farsi medicare e, in un caso, pure in una diagnosi che ha riscontrato un dito mignolo rotto.

    È una storia di ordinaria violenza quella finita prima sul tavolo della Procura di Como, poi su quello del giudice del Tribunale lariano, che ha visto sedersi sul banco degli imputati il figlio della vittima, un 53enne della Valle Intelvi.La madre era invece ultra 90enne.

    L’accusa – sostenuta dal pubblico ministero Daniela Moroni – era quella di lesioni e maltrattamenti per un periodo di un paio di mesi, tra il settembre e l’ottobre del 2017.Da quando cioè il figlio era rientrato a vivere con l’anziano genitore al termine di una relazione.

    La vittima, come detto, più volte era finita al pronto soccorso con evidenti ecchimosi, e in un caso anche con un dito rotto. Mai però la madre aveva voluto sporgere denuncia nei confronti del figlio, pur senza mai nascondere che era lui a picchiarla. La rete assistenziale che circondava la signora ha permesso comunque di tutelarla e di intervenire ponendo fine alle vessazioni. La vicenda è dunque confluita in un fascicolo della Procura cittadina, che ha indagato su quanto avveniva in quella casa della Valle Intelvi, sentendo anche i racconti dei vicini e ottenendo ulteriori riscontri.

    La parola fine è però stata scritta nelle scorse ore dal giudice monocratico Carlo Lietti, che ha condannato il figlio alla pena di 3 anni e 6 mesi.

    Inutile il tentativo del 53enne di difendersi, sostenendo che quelle lesioni e i lividi se li era causati la madre da sola cadendo dalle scale. Il giudice non gli ha creduto, accogliendo al contrario quelle che erano state le richieste di condanna della pubblica accusa.

  • Brunate, abusi alla festa di compleanno, la difesa «Era consenziente»

    Brunate, abusi alla festa di compleanno, la difesa «Era consenziente»

    Un 22enne è finito in carcere al Bassone. La vittima ha appena 16 anni

    «Nessuna violenza, era consenziente». Il 22enne originario del Marocco, cresciuto con la famiglia a Brunate e regolare in Italia, ha risposto ieri mattina alle domande del giudice delle indagini preliminari di Como, respingendo ogni contestazione.Lo ha fatto nell’ambito dell’interrogatorio successivo all’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita la scorsa settimana dagli uomini della Squadra mobile.

    L’ipotesi accusatoria – pubblico ministero Giuseppe Rose – è quella di aver violentato una ragazzina minorenne di 16 anni.Il tutto, abusando di lei – che non si era sentita bene – nel corso di una festa di compleanno andata in scena a Brunate.Il giovane è stato sentito dallo stesso gip che ne ha firmato l’ordinanza, ma ha negato tutto sostenendo una versione opposta a quella che gli viene contestata, ovvero che la ragazzina era consenziente e che non ci sarebbe stata alcuna violenza.

    Nel fascicolo dell’accusa ci sarebbero però anche altre dichiarazioni, ovvero quelle di due amici – anche loro minorenni – della giovane che si trovavano in casa al momento della violenza sessuale e che avrebbero confermato tutto alla polizia (seppur dopo un iniziale tentennamento) facendo quelle che la stessa Squadra mobile in una nota ha definito «ampie ammissioni». La posizione di questi due giovani, che erano presenti in casa ma che non sarebbero intervenuti nel corso della violenza, sono ora al vaglio del pubblico ministero. I fatti sarebbero avvenuti in giugno, ma sarebbero emersi solo due mesi dopo, in agosto, quando la giovane non sarebbe più riuscita a tenere nascosto l’accaduto raccontando tutto al padre. E sarebbe stato proprio il genitore, a questo punto, a chiedere alla Squadra mobile di indagare.

    Elementi raccolti – tra cui messaggi via telefono scambiati tra i presenti in casa, tutti amici – che hanno convinto il giudice delle indagini preliminari della sussistenza delle accuse di violenza sessuale. Da qui la firma sull’ordinanza di custodia cautelare che era stata invocata dal pubblico ministero.Il giovane marocchino aveva però fatto perdere le proprie tracce da almeno due mesi, avendo abbandonato la casa in cui viveva con i genitori a Brunate.

    La Mobile ha così dovuto effettuare una indagine nell’indagine per risalire ai luoghi frequentati dal 22enne, che è poi stato fermato e arrestato nei pressi di piazza Camerlata a metà della scorsa settimana.

  • Brutale pestaggio in viale Lecco: quattro a processo

    Brutale pestaggio in viale Lecco: quattro a processo

    Non solo in piazza Garibaldi a Cantù. I pestaggi del gruppo finito a processo dopo essere stato indagato dall’Antimafia di Milano, proseguivano anche a Como.È quanto emerso ieri da un processo con imputati quattro soggetti arrestati proprio per le vessazioni attorno ai locali di piazza Garibaldi.Si tratta di due ragazzi di Cermenate – di 23 e 26 anni – e di due di Cantù, di 23 anni.La Procura contesta loro un brutale pestaggio in gruppo di un giovane di Como, 27anni, massacrato di calci e pugni all’esterno di un locale di viale Lecco, in pieno centro. La vittima fu abbandonata priva di sensi a ridosso del passaggio a livello.Riportò fratture al volto, con 20 giorni di prognosi per i colpi subiti. Aggressione e pestaggio che risalgono all’11 dicembre del 2015.Il processo, dopo l’udienza di ieri mattina di fronte al giudice monocratico Luciano Storaci, è stato rinviato al febbraio del 2019.

    L’articolo completo sul Corriere di Como in edicola oggi, venerdì 19 ottobre

  • Bufera sul Lago di Pusiano, danni al Centro Remiero. Sabato tutti al lavoro per il ripristino

    Bufera sul Lago di Pusiano, danni al Centro Remiero. Sabato tutti al lavoro per il ripristino

    Potrebbero superare i 100mila euro la conta dei danni, a causa dell’ondata del maltempo, riportati dalle strutture del Centro Remiero Lago di Pusiano.Il centro, nel Comune di Eupilio, inaugurato nel maggio di tre anni fa, è il fiore all’occhiello tra le realtà italiane per la preparazione del canottaggio, tanto che ogni anno ospita sia la nazionale del remo, sia realtà straniere. Domenica scorsa si sarebbe dovuta disputare sul Lago di Pusiano una gara di “fondo” a chiusura della stagione. Regata inizialmente rinviata al 18 novembre per il meteo, ma questo prima che un’autentica bufera spazzasse una fetta di lago.«Ho parlato con chi vive qui da cinquanta, sessant’anni – spiega Fabrizio Quaglino, presidente del Centro Remiero Lago di Pusiano nonché numero uno della Federcanottaggio lombarda – Mai si era visto un vento simile soffiare sul bacino».Le acque del lago, per via delle onde, si sono alzate in modo anomalo tanto da strappare uno dei due grandi pontili utilizzati per la discesa degli atleti in acqua sulle lunghe barche di canottaggio. Le stesse onde si sono “mangiate” un metro di terra sulla riva.«È rimasta solo la slitta del pontile, la prima parte – spiega Quaglino – la forza dell’acqua e del vento ha divelto la piattaforma. Abbiamo avuto danni anche ai nostri catamarani, due sono affondati, due sono spiaggiati, uno ha un galleggiante tagliato, mentre il catamarano della Canottieri Lario è volato letteralmente via, finendo a terra capovolto».Mentre il presidente sta contando i danni, nel mondo del canottaggio lariano è scattata subito una corsa di solidarietà. Sabato tutti gli atleti delle società sportive del Lago di Como saranno a Eupilio impegnati in opere di manutenzione e ripristino.«Il nostro è un mondo così – spiega Quaglino – si rema sempre tutti assieme. Fortunatamente si tratta di un periodo tranquillo per la stagione sportiva. Grazie a uno dei pontili ancora in asse, l’attività in pratica potrà riprendere subito. Dovremo però vedere come riparare la struttura divelta, si tratta di lavori importanti. Tra pontone e catamarani il danno potrebbe superare i 100mila euro», conclude Quaglino.

  • Bulgheroni a Landriscina: «Per amore della tua città non scegliere Maria Grazia Sassi»

    Bulgheroni a Landriscina: «Per amore della tua città non scegliere Maria Grazia Sassi»

    Sono giornate convulse di incontri, più o meno carbonari, tra i protagonisti della crisi politica in corso a Palazzo Cernezzi.Vertici, riunioni e contro riunioni per capire da che parte svolterà la squadra di Landriscina. E così, in base come sempre alle indiscrezioni che si susseguono veloci per i corridoi di palazzo e nei dintorni, già questa mattina la squadra di Fratelli d’Italia, fatte le dovute considerazioni – arruolati forse definitivamente Antonio Tufano, ex capogruppo di Forza Italia passato nel gruppo misto, e l’assessore Pettignano che non si è ancora dimesso dall’incarico a differenza della collega di partito Amelia Locatelli – si dovrebbe, il condizionale è sempre d’obbligo, incontrare con il sindaco Mario Landriscina per discutere del futuro e quindi del nuovo assetto della giunta. Dal canto suo fino a ieri sera il sindaco Landriscina ribadiva come non ci fossero novità, «che arriveranno entro qualche girono», ha commentato.

    Intanto, sempre in materia di indiscrezioni, iniziano a circolare i nomi di probabili soggetti spendibili per un rimpasto di giunta e tra quelli avanzati – in ambito Forza Italia – ci sarebbe quello di Maria Grazia Sassi, fino a poche settimane fa assessore a Cultura e Rapporti esterni del Comune di Casnate con Bernate prima delle sue dimissioni in aperto contrasto con le scelte amministrative compiute – su alcuni temi strategici – da parte del sindaco Fabio Bulgheroni. E proprio il primo cittadino del comune della cintura urbana, al quale sono arrivate le voci di una possibile “candidatura” della Sassi da parte di Forza Italia, ha preso carta, penna e calamaio per scrivere una lettera ironicamente al vetriolo indirizzata al sindaco di Como con l’intento di metterlo in guardia.

    «Caro Mario, possa Dio illuminare la tua mente e prosciugare l’inchiostro della penna che firmerà quel decreto di nomina. Non amo interferire nelle vicende di governo altrui e non scrivo per rancore (non è sentimento che provo). Ma per amore della città di Como, ti chiedo: non quella scelta. Te lo scrive uno che ha inserito in giunta a suo tempo Maria Grazia Sassi solo ed esclusivamente per saldare un “debito politico” con quella corrente (ma oramai è solo uno spiffero) di Forza Italia cui fa capo l’avvocato Giuliano Sala. Per quanto riguarda me, nei 3 anni o quasi in cui la Sassi è stata a Casnate con Bernate, dal mio punto di vista – certamente opinabile – non potrei raccontarti di alcun particolare valore aggiunto di natura politico-amministrativa mentre ho memoria di una vasta collezione di foto, whatsapp, tweet».

    Parole dunque che non lasciano molto spazio a interpretazioni e che portano a una conclusione ancor più sferzante. «Però, caro Mario, una qualità sicuramente gliela riconosco: ottenere titoli, ruoli e incarichi per arricchire il curriculum. Ad altri darebbero il Golden Globe del presenzialismo e interessante, peraltro, sarebbe capire quanto tempo potrebbe dedicare alla città capoluogo. Caro sindaco, con sentimento di stima e incoraggiamento a proseguire nel mandato, credo sarebbe meglio farlo senza quella scelta». La firma in calce alla lettera conclude la missiva che sicuramente provocherà reazioni.Al netto delle indiscrezioni sui nomi dei papabili nuovi assessori cittadini e delle lettere conseguenti, ormai sembra che sia realmente arrivata quasi a conclusione una crisi che di fatto sta fortemente rallentando il lavoro della giunta Landriscina e del consiglio comunale cittadino.