Prima ha colpito più volte il vetro dell’autobus, poi ha provato ad aggredire il conducente e infine se l’è presa con un passeggero disabile. Bloccato dallo stesso autista, con l’aiuto di due guardie giurate, un 21enne comasco, è stato arrestato dagli agenti della polizia.È accaduto martedì scorso attorno alle 14.30 nella zona di viale Giulio Cesare, a Como. Il giovane, probabilmente sotto l’effetto dell’alcol, ha iniziato a dare colpi al vetro di un autobus fermo per la salita e discesa dei passeggeri. Poco dopo è salito sul mezzo e ha preso di mira l’autista, inveendo contro di lui e cercando di colpirlo con un pugno. Una violenza folle e immotivata. Mentre l’autista cercava di fermare il giovane, il 21enne ha continuato a muoversi sull’autobus, sul quale era presente una decina di passeggeri. Il balordo ha quindi preso di mira una delle persone a bordo, un disabile che era in fondo al mezzo.Due guardie giurate in servizio nel vicino istituto di credito si sono rese conto di quanto stava accedendo, sono salite sull’autobus e hanno aiutato l’autista a bloccare il 21enne, fermandolo e chiamando al contempo le forze dell’ordine.Gli agenti delle volanti della Questura di Como, arrivati rapidamente in viale Giulio Cesare hanno arrestato il 21enne. Il giovane è stato processato ieri mattina in Tribunale a Como con rito direttissimo. Ha patteggiato un anno ed è stato rimesso in libertà con l’obbligo di firma. Il ragazzo era probabilmente sotto l’effetto dell’alcol quando è salito sull’autobus. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito dal 21enne comasco.
Categoria: Cronaca
-
Aggressione in centro a Como: pugni, schiaffi e sputi. Fermato un nigeriano
Violenta aggressione in centro, a Como: tre ragazze sono state spintonate, picchiate e gettate a terra da uno straniero senza alcun motivo. L’inquietante episodio si è verificato venerdì notte, nella centralissima piazza Vittoria, tra via Milano e porta Torre, a ridosso dalla città murata.Tre ragazze di diciannove anni stavano passeggiando attorno alle 2.30, al termine di una serata trascorsa insieme. Due amiche, alla fine della serata, stavano accompagnano la terza giovane a prendere un taxi. Dall’altro lato della strada si sono accorte della presenza di un uomo di giovane età.Le giovani hanno però tranquillamente proseguito a parlare tra di loro. All’improvviso però lo sconosciuto ha attraversato la strada e si è avventato sulle tre sputando addosso alle ragazze.Una delle giovani ha chiesto conto del gesto sconsiderato allo sconosciuto, il quale per tutta risposta l’ha aggredita a calci e sberle e l’ha mandata al tappeto.Subito è intervenuta la seconda amica, che ha però incassato dall’aggressore un pugno in pieno volto: anche lei è finita a terra.L’aggressore, dopo essersi accorto che la terza ragazza stava chiamando la polizia, ha aggredito anche l’ultima giovane e subito dopo è scappato verso via Milano.Le tre giovani hanno chiamato immediatamente la polizia, che nel giro di pochi istanti è arrivata sul posto con due pattuglie. Una ha provveduto a soccorrere le tre malcapitate, l’altra si è subito messa all’inseguimento dell’aggressore, rintracciato poco distante.Si tratta di un nigeriano 24enne, identificato in via Cadorna, che ha cercato di reagire ai poliziotti brandendo un’asse di legno. Il giovane è stato portato in Questura e sottoposto a controlli di rito: risulta destinatario di un provvedimento di espulsione notificato il 5 agosto 2017. È stato denunciato per violenza a pubblico ufficiale e possesso di oggetti atti ad offendere e gli è stato intimato di allontanarsi dal territorio nazionale entro i termini prescritti. Sarà ora facoltà delle tre ragazze sporgere denuncia, poiché in caso di lesioni non gravi si procede per querela di parte.A. Bam.
-
Aggressione di Luisago: arrestato 42enne di Seregno
Erano arrivati in ospedale con ferite da arma da taglio. Uno con lesioni gravi (ancora oggi è ricoverato perché colpito più volte alla schiena), l’altro con una prognosi più leggera. Secondo quanto riferito ai carabinieri, la colpa dell’aggressione sarebbe stata da imputare a un cittadino extracomunitario, che li aveva colpiti a scopo di rapina mentre si trovavano a Luisago, in via IV Novembre.Le indagini dei militari della stazione di Fino Mornasco si sono però presto scontrate con una versione che faceva acqua da tutte le parti, compresa quella chiamata in causa di fantomatici stranieri.La visione delle telecamere della zona ha poi permesso di iniziare a dipanare quella matassa che si è poi sbrogliata con l’esecuzione – ieri mattina – di una ordinanza di custodia cautelare in carcere.Nessuno straniero in azione a scopo di rapina. In cella è finito un italianissimo 42enne di Seregno, che deve ora rispondere dell’accusa di tentato omicidio. I feriti, che arrivavano da Savona, avevano raggiunto il loro commercialista per sbrigare delle pratiche e sarebbero poi stati aggrediti dall’uomo – che li aveva visti per strada – che aveva avuto con loro un contenzioso. Sul punto, le indagini sono ancora in corso e la vicenda è tutt’altro che chiara. Pare che il motivo del contendere siano stati alcuni mezzi per l’edilizia venduti e non pagato, o comunque non pagati interamente. Un debito quantificabile in decine di migliaia di euro, che ha acceso la lite.A depistare le indagini dei carabinieri (a quanto pare per paura di ritorsioni) sarebbe stato solo uno dei feriti, quello più lieve, dato che l’altro – ancora grave in ospedale – non sarebbe in condizione di parlare. Un fendente dei due scagliati alla schiena l’avrebbe infatti raggiunto ai polmoni. Il 42enne di Seregno deve rispondere anche dell’accusa di porto di oggetti atti a offendere. Si trova ora nel carcere di Monza in attesa dell’interrogatorio da parte del giudice delle indagini preliminari.Il fatto risale allo scorso 13 giugno a Luisago. I due feriti avevano raggiunto il Sant’Anna da soli e uno dei due aveva appunto riferito dell’aggressione a scopo di rapina da parte di uno straniero. Tutto inventato, come verificato grazie alle telecamere e alle numerose testimonianze raccolte sul posto.M.Pv.
-
Aggressione sul bus, assolti in Appello due dei quattro stranieri
Erano stati condannati in primo grado per aver picchiato due autisti di Asf in piazza Vittoria a Como. Fatto che era finito sulle pagine nazionali e che aveva portato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a presentarsi in città per un vertice in Prefettura. Due dei quattro imputati (stranieri e migranti), tuttavia, sono stati assolti in Appello in quanto secondo i giudici (e pure per il sostituto procuratore generale che ne aveva chiesto l’assoluzione) su quell’autobus non c’erano. Tra l’altro, anche per gli altri due imputati la pena è stata ridotta, da 1 anno e 2 mesi a un anno e 20 giorni per uno, e da un anno e 9 mesi a un anno e 7 mesi per l’altro. L’accusa era di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Secondo quanto era stato ricostruito, nel tardo pomeriggio del 5 giugno scorso, un gruppo di stranieri era salito sul bus di Asf senza biglietto. Il conducente aveva così invitato i giovani o a pagare il tagliando, oppure a scendere del mezzo. Ne era nato un diverbio che aveva bloccato la corsa e richiesto l’intervento di un altro autista che sopraggiungeva. Entrambi erano stati picchiati e malmenati in modo cruento, riportando lesioni che resero necessario (per uno dei due autisti) anche l’utilizzo di un collarino. Partì immediatamente la caccia ai presunti responsabili dell’aggressione, quattro dei quali furono individuati e portati in aula. Tutti furono condannati. Ora però, anche secondo l’accusa, almeno due di loro non erano presenti sul sub. È stata anche revocata (dopo 5 mesi) la misura cautelare e sono stati liberati.
-
Aggressioni in ospedale, 165 casi in un anno
Ieri summit al Sant’Anna per la prevenzione
Aggressioni ed episodi di violenza negli ospedali, la maggior parte si verifica in Pronto soccorso e in Psichiatria. Nel primo semestre del 2018 nell’Asst Lariana si sono verificati 165 episodi di violenza: 87 in Pronto soccorso, 53 in Psichiatria, il resto in altri reparti o servizi. Dalla minaccia fino all’aggressione fisica.Di prevenzione delle aggressioni nelle aziende sanitarie si è discusso ieri mattina all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia il cui auditorium ha ospitato il convegno Rispettiamoci! Prevenzione delle aggressioni nelle aziende sanitarie dell’Insubria, che era organizzato da Asst Lariana. Il personale dell’Ats dell’Insubria e delle Asst dei territori di Como e Varese ha presentato le misure messe in atto per contrastare il fenomeno.«Abbiamo formato delle persone – ha detto il direttore generale dell’Asst lariana Marco Onofri – che svolgeranno questo compito affiancando i nostri operatori sanitari in servizio per aiutare l’utenza sia nel Pronto soccorso di Cantù che a San Fermo, ci avvarremo di due associazioni differenti, l’associazione A.ma.te e il Cisom legato ai Cavalieri di Malta».Da rimarcare anche la posizione polemica del sindacato che chiede da tempo più sicurezza sul posto di lavoro: «Abbiamo chiesto consulenti psicologici e legali che affianchino il personale in caso di aggressione. Ma lamentiamo lo scarso dialogo con la Regione su questi temi», ha detto Massimo Coppia, coordinatore della Rsu.
-
Agnese Moro a Montesolaro
Oggi alle ore 21, a Carimate, la figlia di Aldo Moro, Agnese (foto), sarà ospite per l’incontro “Ergastolano per gli uomini ma non per Dio” presso la Parrocchia Beata Vergine Assunta di Montesolaro in Via Calvi. Con lei Carmelo Musumeci, ergastolano in libertà vigilata per 5 anni ed impegnato nelle campagne per il superamento dell’ergastolo ostativo; Suor M. Grazia Colombo Op, monaca domenicana; Nadia Bizzotto, responsabile della casa di accoglienza per detenuti in pena “Il sogno di Maria” della Comunità Papa Giovanni XXIII. Modererà la serata Fabio Arnaboldi.Agnese Moro più volte ha ripetuto: «L’ergastolo è come dire ad una persona ‘ti vogliamo buttare via’, ma io non voglio buttare via nessuno. Io ho perdonato chi ha ucciso mio padre».Nadia Bizzotto ospita Carmelo Musumeci nella sua casa che ricostruisce un clima familiare: «L’ergastolo è una pena disumana perchè toglie tutto: è una morte sociale a tutti gli effetti. Ma per quanto grandi possano essere gli sbagli che un uomo abbia commesso, non gli si può togliere anche la dignità. Nessuno uomo può vivere senza speranza e noi non possiamo mettere la parola mai al recupero di una vita umana».Ha organizzato la serata la Comunità Papa Giovanni XXIII, associazione fondata da Don Oreste Benzi nel 1968. Gestisce in Italia 6 Comunità Educanti con i Carcerati (CEC), strutture per l’accoglienza di detenuti che scontano la pena fuori dal carcere.Spiega Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII: «la recidiva (tendenza a commettere di nuovo reati) si abbassa al 10% per le persone che scontano la pena in strutture alternative al carcere, contro il 75%-80% degli istituti penitenziari tradizionali».Per informazioni: 349.7191476.
-
Al Liceo Volta piovono calcinacci. Sgombrata ieri mattina un’aula
Calcinacci dal soffitto in una classe, nuovo caso a Como, in un’aula del liceo Volta. Ieri mattina, durante l’ultima ora di lezione, alcuni frammenti della copertura si sono staccati ed era visibile una crepa.Dalla scuola è stata subito fatta una segnalazione alla Provincia. Oggi i ragazzi fanno lezione in un’altra classe per consentire le verifiche dei tecnici. «Fortunatamente si è trattato soltanto di alcuni frammenti della copertura del controsoffitto – dice il preside del liceo, Angelo Valtorta – Per sicurezza abbiamo deciso comunque di chiudere subito l’aula e abbiamo allertato Villa Saporiti che è intervenuta subito per una prima verifica e per accertare che non vi fossero problemi di sicurezza per gli studenti».Come detto, oggi «la classe farà lezione in un’aula diversa e i tecnici incaricati torneranno per completare le verifiche – aggiunge il dirigente scolastico – Durante le vacanze natalizie, poi, si faranno gli eventuali interventi necessari».L’episodio del liceo di via Cesare Cantù si è verificato a pochi giorni di distanza dal crollo di calcinacci nella scuola media “Marconi” di Albate.In questo caso è stata necessaria la chiusura dell’intero plesso e gli alunni hanno anticipato di una settimana le vacanze natalizie. Dal soffitto sono infatti “piovuti” sul pavimento porzioni di mattoni forati di sostegno della soletta. A gennaio, al rientro dalla lunga pausa festiva la scuola riaprirà soltanto in parte e sarà necessario, come già comunicato alle famiglie, spostare i bambini di alcune classi in altri plessi.
-
Al volante senza patente e assicurazione: 45enne fermata in viale Lecco
Alla guida dell’auto senza patente e senza polizza assicurativa. È stata scoperta e fermata in centro a Como, in viale Lecco, dalla polizia locale. L’identificata è una 45enne di etnia sinti residente a Verona. L’accertamento è stato fatto con l’apposito sistema di rilevazione che consente di verificare in tempo reale la copertura assicurativa di un veicolo. È quindi emerso che il mezzo era privo di polizza e la donna alla guida sprovvista di patente di guida, poiché revocata nell’agosto del 2017. La conducente è anche recidiva poiché già sorpresa nel mese di settembre 2018 alla guida dell’auto nonostante la revoca della patente.
-
Albate, si stacca intonaco dal soffitto, professoressa in ospedale e scuola chiusa
Ancora problemi per l’edilizia scolastica di Como, edifici datati e dove negli anni si è trascurata la manutenzione.
L’ultimo grave episodio si è registrato questa mattina ad Albate, nella scuola media statale “Marconi” di piazza IV Novembre. Una parte dell’intonaco del soffitto si è distaccata all’interno di un’aula dove era in corso una lezione di lingua con una classe prima.
La docente è stata sfiorata da alcuni detriti. Non avrebbe subito lesioni serie, ma, ancora sotto shock, è stata comunque accompagnata al pronto soccorso per accertamenti. Nessuno degli alunni è rimasto invece coinvolto.
Immediata la richiesta di intervento da parte della preside della scuola, Valeria Cornelio, che ha chiesto al Comune un sopralluogo per verificare l’agibilità di un intero piano, il secondo, chiuso per precauzione subito dopo il crollo.
Oggi e domani rimarrà chiusa tutta la scuola per effettuare le necessarie verifiche tecniche.
Chiusura e verifiche riguardano anche l’altra ala dell’edificio, che ospita la suola elementare “Birago”. La notizia della chiusura è stata data nel pomeriggio dalla dirigente scolastica mentre era in corso la festa alla presenza dei genitori con il tradizionale appuntamento con i canti di Natale dei bambini delle elementari.
Secondo una verifica di Palazzo Cernezzi si tratterebbe di “un fenomeno di sfondellamento, vale a dire il distacco del fondo delle pignatte del soffitto”.
-
Albavilla, oggi l’ultimo saluto a Mattia Mingarelli, scomparso a Chiesa Valmalenco
“La scomparsa di Mattia ha scosso tutta la comunità. Il ragazzo era molto conosciuto. Ed era giovane, molto giovane”.Giuliana Castelnuovo, sindaco di Albavilla, spiega come il paese del Triangolo Lariano stia seguendo, passo dopo passo, le notizie stampa sulle indagini che permetteranno di ricostruire dinamica e cause della morte di Mattia Mingarelli.“Tutto ciò che sappiamo – continua il sindaco – lo apprendiamo dalla stampa. Tutto il paese ne parla, perché Mattia era molto conosciuto e ha lasciato un bellissimo ricordo nella memoria di tutti. Un bravo ragazzo, di un’ottima famiglia”.Famiglia attorno alla quale oggi, alle 16, nel santuario della Madonna di Loreto, ad Albavilla, dove sono stati programmati i funerali, si stringeranno amici, parenti e conoscenti di Mattia Mingarelli.Daranno tutti l’ultimo saluto al giovane morto tra le montagne della Valmalenco, in attesa che le indagini arrivino a una ricostruzione precisa di quanto accaduto e possano quindi stabilire le cause della morte.Mingarelli era andato in Valmalenco il 7 dicembre, per trascorrere in montagna il weekend dell’Immacolata.E’ stato ritrovato senza vita tra i boschi, sotto un pilone della seggiovia, il 24 dicembre.