Il mensile rapporto sulla cassa integrazione in provincia di Como, stilato dalla Uil dei Laghi, conferma in sostanza l’andamento generale del 2018: una situazione «complessa e in chiaroscuro – scrive Salvatore Monteduro, segretario generale del sindacato di via Torriani – quella vissuta dalle imprese comasche, con il settore tessile che ha faticato tutto l’anno e gli altri comparti produttivi che hanno invece rilevato maggiore dinamicità, soprattutto il turismo che ha contribuito a non appesantire la situazione economica del territorio». Complessivamente, la cassa ordinaria è cresciuta rispetto al 2017 del 57% e ha interessato in totale 1.044 persone, 595 in più dello scorso anno. In calo invece la cassa straordinaria, – 16,5% (506 i lavoratori coinvolti)
Categoria: Cronaca
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Cassina, ruba l’auto e cambia la targa, denunciato
Non solo aveva rubato un’automobile, ma dopo avervi cambiato la targa si era messo tranquillamente alla sua guida.
Nei guai è finito un 57enne di Cassina Rizzardi, denunciato dai carabinieri della compagnia di Cantù per il reato di furto aggravato e ricettazione.
Ora dovrà chiarire agli inquirenti la provenienza del veicolo e della targa.
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Cattedrale di Como, domenica la commemorazione del vescovo Alessandro Maggiolini
Nella ricorrenza del decimo anniversario della morte, domani alle 15.15 presso la Cattedrale di Como verrà ricordata la figura di Alessandro Maggiolini, vescovo di Como. Dopo la presentazione della biografia di Daniele PremoliAlessandro Maggiolini. Un vescovo fuori dagli schemi(ed. Ancora), e della Lauda alla cattedrale, scritta dal vescovo e riedita nella collana “Memoria Cathedralis”, don Agostino Clerici, direttore del Centro studi “Nicolò Rusca”, illustrerà l’inventariazione dell’archivio privato e la catalogazione della biblioteca di Maggiolini. Seguirà alle 17 la messa presieduta dal vescovo Oscar Cantoni.
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Causa incidente in moto e si dà alla fuga, denunciato
In sella al suo motorino ha causato un incidente nel quale è rimasto ferito un altro motociclista, poi è fuggito senza prestare soccorso. Individuato e rintracciato dagli agenti della polizia locale di Cantù, il conducente del ciclomotore, un 21enne residente nella Città del Mobile, è stato denunciato a piede libero per fuga e omissione di soccorso.Smascherato dai vigili, ha ammesso le sue responsabilità. L’incidente è avvenuto sabato scorso alle 21 in via Como, all’altezza di via Bengasi. Il motorino, dalle prime ricostruzioni, si sarebbe immesso in via Como, investendo però una moto sulla quale viaggiava un 20enne di Cabiate.Quest’ultimo, a causa dell’urto è caduto a terra ed è rimasto ferito, fortunatamente non in modo grave. Il conducente del ciclomotore, che trasportava anche un passeggero, invece di prestare soccorso alla vittima si sarebbe allontanato rapidamente.Gli agenti della polizia locale di Cantù, intervenuti per i rilievi hanno raccolto le testimonianze dei presenti e hanno esaminato le immagini delle telecamere del varco di accesso alla città più vicino. I vigili sono riusciti così a individuare il proprietario del motorino, denunciato come anche il passeggero, un 30enne di Cantù.
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Centri per l’impiego al collasso Dossier di Villa Saporiti in Regione Ieri l’incontro della Presidente Livio con l’assessore lombardo
Ieri l’incontro della Presidente Livio con l’assessore lombardo
«Il sistema non sarà in grado di assolvere ai compiti delegati e gestire le risorse senza un potenziamento dell’organico, la riqualificazione delle strutture e delle attrezzature e un progetto di riorganizzazione dei servizi».Come raramente accade, il linguaggio formale della burocrazia ha reso in modo preciso la situazione in cui versano oggi i Centri per l’Impiego di Como (Cpi). Dopo la denuncia del «collasso» dei Cpi lariani fatta alcuni giorni fa dalla presidente della Provincia, Maria Rita Livio, la Regione ha convocato ieri dirigenti e amministratori di Villa Saporiti per tentare di trovare soluzioni praticabili.
L’incontro a Milano sarebbe stato però interlocutorio. «Siamo stati ricevuti con celerità e ringrazio l’assessore Melania De Nichilo Rizzoli, ma ho avuto l’impressione che le ipotesi messe in campo restino incerte e fumose, soprattutto là dove dipendono dai finanziamenti nazionali. Nel frattempo la carenza di personale è gravissima e non ci permette di garantire il servizio».
La presidente Livio ha portato a Milano un dossier (compilato dagli uffici di via Borgovico) nel quale sono state elencate le conseguenze del progressivo svuotamento dei Cpi comaschi.«La carenza di personale ha determinato la scelta di orientare le scarse risorse disponibili su alcuni processi obbligatori – le iscrizioni, i patti di servizio, il rilascio delle certificazioni, la gestione delle comunicazioni obbligatorie – abbandonando o ridimensionando l’impegno su quei processi e servizi che, pur essendo qualificanti, non siamo più in grado di gestire: tirocini, colloqui specialistici, doti, ricerca del personale».
L’assessore regionale ha annunciato un piano per l’assunzione in Lombardia di 135 persone. «Sarebbe una primissima, parziale boccata d’ossigeno – dice Livio – ammesso e non concesso che, dopo tanti anni di promesse disattese, tutto questo si verifichi davvero».Nel documento consegnato dalla Provincia ai funzionari regionali i numeri sono comunque impietosi. Almeno una decina i servizi di competenza dei Cpi che non sono più svolti dagli uffici di Como, tra i quali: la gestione delle crisi aziendali e della cassa integrazione; la gestione dei tirocini estivi; il cosiddetto matching, ovvero l’ausilio alla ricerca di un’occupazione attraverso l’incontro tra domanda e offerta; la gestione del piano dell’apprendistato; quasi tutti i servizi legati alla disabilità.Per comprendere la dimensione del problema, nel 2010 la Provincia poteva contare su un totale di 62 dipendenti nel settore Politiche del lavoro; oggi il personale in servizio è di 35 unità di cui soltanto 28 assunte a tempo indeterminato. I finanziamenti sono calati in modo verticale: nel 2014 l’assetto organizzativo dei Cpi poteva contare su 2,3 milioni di euro. Oggi il contributo regionale è di 1,4 milioni.
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Centro migranti, la Chiesa reagisce alla chiusura. Nelle parrocchie letto il messaggio per opporsi
Omelia con strascico polemico. Domenica scorsa, infatti, in tutte le chiese della provincia di Como, conclusa la funzione religiosa è stata letta ai fedeli una comunicazione che riprendeva a grandi linee la lettera scritta dalla Caritas e dalla associazioni di volontari contro la chiusura del centro migranti di via Regina.E così uno dei temi più dibattuti delle ultime ore è finito tra i banchi delle chiese lariane.Ma ecco cosa è accaduto nel dettaglio: sabato l’appello della Caritas, sottoscritto da numerosi enti e associazioni, che contestava una «decisione presa senza alcun coinvolgimento di chi in questi due anni ha collaborato con persone e mezzi per rendere più umana la vita al campo». E domenica il messaggio è stato ribadito al termine di ogni messa domenicale, in tutte le parrocchie della provincia di Como, e ricalca quanto ribadito nella nota diffusa sabato dalla Caritas. «In questi giorni le istituzioni nazionali hanno comunicato improvvisamente la volontà di chiudere il centro accoglienza migranti di via Regina a Como poiché si dice: non sussistono più le esigenze di interesse pubblico», si legge nel messaggio a firma di don Fabio Fornera, vicario episcopale per la pastorale. «In realtà sappiamo bene che i migranti e i poveri non spariranno dall’oggi al domani, essendo la nostra città un luogo di frontiera», continua il testo. Nelle ore passate, prima della lettura nelle chiese, si era anche evidenziato, nel testo completo redatto dalla Caritas un altro aspetto. «I migranti continuano ad arrivare – si legge – e senza un reale impegno globale all’accompagnamento umano dei flussi, in un luogo di frontiera come il nostro è logico che i passaggi non siano destinati a esaurirsi».Quindi l’appello conclusivo, accompagnato però anche da un attacco polemico. «Il centro è stato e può essere una risorsa per il territorio pur conservando la sua temporaneità – scrivono i vertici della Caritas – Riteniamo ipocrita sfruttare le competenze di cittadini, associazioni e volontari quando serve. Per poi invece ignorarli, non interpellarli e non ascoltarli prima di operare scelte che intaccano la vivibilità della stessa città». Il clima dunque è sempre più teso. La linea del governo è chiara. «Non sussistono più, oggi, le esigenze di interesse pubblico presenti al momento dell’attivazione del centro di accoglienza, per questo va chiuso entro l’anno». Dall’altra è il mondo cattolico a esprimere il proprio disappunto sulla decisione del Viminale, chiedendo che il campo di via Regina rimanga in funzione.«Non si può continuare a dirsi cattolici e venire contraddetti dalle nostre esplicite scelte. Come Chiesa non possiamo tacere – si legge ancora nel messaggio comunicato ieri ai fedeli – È l’occasione adeguata per invitare tutti ad approfondire il messaggio di S. Abbondio del vescovo Oscar Cantoni e la lettera aperta della Caritas Diocesana».
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Centro remiero di Eupilio, risistemati i pontili danneggiati
Quattro catamarani utilizzabili su un totale di nove; pontili già ripristinati al punto che la mobilitazione delle società del territorio, prevista per oggi, non si rende più necessaria. Dopo i danni causati dalla bufera di lunedì scorso sul Lago di Pusiano, al centro remiero di Eupilio sono iniziate le opere di risistemazione.In particolare, oggi, i lavori hanno riguardato i pontili che, come detto, sono stati ripristinati e consentiranno agli atleti di riprendere gli allenamenti.Rimane però il problema dei catamarani, sballottati dal vento e dal moto violento delle onde del lago. Attualmente ne rimangono disponibili quattro; altri quattro sono inutilizzabili, come pure un quinto che almeno ha il motore a posto.L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola sabato 3 novembre
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Centro sportivo di Orsenigo. Nessun acquirente alla prima asta
Nessuna offerta per il centro sportivo di Orsenigo, storico campo di allenamento del Como, sotto sequestro dal mese di aprile del 2017 nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento del Calcio Como, avvenuto nel mese di luglio del 2016. La prima asta per la vendita, con un prezzo base fissato a circa 1 milione e 900mila euro, è andata deserta. Per il secondo tentativo, che sarà probabilmente entro l’inizio del febbraio prossimo, l’importo dovrebbe scendere del 25%. Il centro sportivo “Mario Beretta” era stato acquistato nel 2014 dalla S3C, società che deteneva il 99% delle quote del fallito Calcio Como.La procedura era finita al centro dell’inchiesta della Procura di Como proprio sul crac dello storico club. Il campo, che per l’accusa era «provento nonché profitto del reato di bancarotta per distrazione e dissipazione» era stato posto sotto sequestro preventivo e da allora è inutilizzato.Dopo la dichiarazione di fallimento della stessa S3C, nel febbraio scorso, è stato avviato l’iter per la vendita all’asta del centro. Per il primo tentativo di trovare un nuovo proprietario, la base d’asta era stata fissata a 1 milione e 884mila euro, con offerta minima un milione e 413mila euro. «Speravamo che ci fosse un interessamento, ma non sono state fatte offerte, l’asta è andata deserta», fa sapere Giulia Pusterla, commercialista e curatrice fallimentare della S3C. Nessuna speranza di vedere riutilizzato lo storico centro sportivo di Orsenigo dunque, almeno per il momento.Per un secondo tentativo bisognerà aspettare fino al prossimo anno. La nuova asta potrebbe essere fissata tra fine gennaio e inizio febbraio con un prezzo ribassato del 25%. La nuova procedura dovrà comunque essere definita dal giudice e si attende dunque l’ufficialità.
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Cerca di rapinare dei cellulari: arrestato 34enne colombiano
I carabinieri di Cantù
Aveva con sé delle speciali chiavette che servono per disinnescare gli allarmi delle teche. Con questo stratagemma stava cercando di rubare telefoni cellulari dagli espositori dell’Ipercoop di Mirabello, a Cantù. Gli addetti alla sorveglianza tuttavia se ne sono accorti e l’hanno bloccato all’interno del bancone. Il complice che gli faceva da palo, invece, è riuscito a scappare.
In manette, nella serata di martedì, è finito un colombiano residente a Cernusco sul Naviglio di 34 anni. L’accusa che gli viene formulata dalla Procura di Como – pm Massimo Astori – è quella di tentata rapina in concorso con un connazionale che al momento non è stato identificato.
Secondo quanto raccontato dagli addetti alla vigilanza del supermercato, il cittadino sudamericano avrebbe cercato di scappare, e proprio per questo – in seguito a calci e spintoni inferti ai due uomini della sicurezza che erano intervenuti – viene contestato non il furto ma la tentata rapina impropria. Sul posto, chiamati dai vigilantes, sono poi arrivati i carabinieri della stazione di Cantù che hanno bloccato il sospettato arrestandolo. Le indagini proseguono per identificare il complice.
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Cermenate, lite fuori da una discoteca, giovani accoltellati. Arrestati due minorenni
Due ragazzi sono stati accoltellati nella notte durante una rissa scoppiata fuori da una discoteca a Cermenate. Uno è in gravi condizioni. I carabinieri di Cantù hanno arrestato due minorenni, accusati di tentato omicidio. La lite sarebbe scoppiata per futili motivi e tutti i giovani coinvolti sono residenti nella provincia di Monza e Brianza.
I quattro avrebbero litigato fuori dal locale attorno alle 3 di notte. Due ragazzi di 15 e 17 anni, durante la discussione avrebbero estratto un coltello e avrebbero colpito più volte gli altri due, un 17enne italiano e l’amico 20enne ucraino. Le vittime sono state colpite all’addome e al torace. Il 17enne è ricoverato in prognosi riservata al Sant’Anna, l’amico ha una prognosi di 30 giorni.
I carabinieri della compagnia di Cantù, dopo i primi accertamenti e dopo aver ascoltato i testimoni hanno arrestato i due ragazzi di 15 e 17 anni, portati al carcere minorile Beccaria di Milano.