Categoria: Sport

  • Celebrati ieri i 70 anni di William Vecchi, grande ex del Como

    Celebrati ieri i 70 anni di William Vecchi, grande ex del Como

    Azzurri al lavoro, Dell’Agnello è l’unico assente

    Simone Dell’Agnello unico assente alla ripresa degli allenamenti del Como, che ieri ha ricominciato la preparazione in vista della ripresa del campionato di serie D. Il girone di ritorno prenderà il via il prossimo 6 gennaio, quando la formazione lariana ospiterà al Sinigaglia l’Ambrosiana.E proprio lo stadio cittadino è in questi giorni la base delle sedute della formazione mister Marco Banchini. Una scelta dettata dalla momentanea indisponibilità del centro sportivo di Bulgarograsso, che comunque tornerà ad essere utilizzato con l’inizio del 2019.Per oggi e domani sono state previste sessioni doppie, al mattino e al pomeriggio; non sono state programmate amichevoli.I lariani hanno terminato il girone di andata in seconda posizione, a due punti di distanza dal Mantova. Il confronto tra le squadre di testa è fissato per il 10 febbraio, quando i virgiliani arriveranno sulle rive del Lario, in quello che Banchini ha definito un «fortino». Non a caso il Como nella sua casa finora ha sempre vinto.Ma tra gli snodi di questa seconda fase del torneo di serie D ci sarà la seconda giornata; gli azzurri saranno ospiti dello Scanzorosciate (superato con un secco 3-0 all’andata) mentre il Mantova andrà a giocare sul terreno della Caronnese terza in classifica. Per la squadra varesina una partita fondamentale per provare ad agganciare il duo di testa. «Noi ci consideriamo ancora in corsa per la promozione e attendiamo nel nostro stadio sia il Mantova che il Como. Siamo indietro ma nulla è compromesso» ha sottolineato Achille Mazzoleni, tecnico della Caronnese ed ex del Como.A proposito di ex, ieri è stata una giornata sotto i riflettori per William Vecchi. L’ex portiere degli azzurri, sul Lario dal 1976 al 1981 (con una promozione in serie A) ha compiuto 70 anni. Molte le interviste e gli spazi che gli sono stati dedicati, anche perché per anni è stato uno stretto collaboratore di Carlo Ancelotti nelle squadre più importanti (Juve, Milan e Real Madrid su tutte). Ora ha fatto una scelta di vita tranquilla e ha deciso di allenare nel settore giovanile della Reggiana.

  • Centomiglia, lo spettacolo della motonautica sul Lario. Sabato le prove, domenica alle 14 la gara

    Centomiglia, lo spettacolo della motonautica sul Lario. Sabato le prove, domenica alle 14 la gara

    Una gara che rappresenta una “classica”, non soltanto per la motonautica e il nostro lago, ma per tutto lo sport nazionale, con un albo d’oro in cui sono entrati grandi nomi di ieri e di oggi di questo sport.È la “Centomiglia del Lario”, la corsa in programma il prossimo fine settimana sulle acque del Lago di Como.Domani sono in programma dalle 13.30 alle 18 le prove; domenica alle 14 il via della corsa che vale per il Campionato italiano Offshore 5.000 e il Tricolore Endurance di tre categorie.In questa occasione, peraltro, sarà ancora una volta ricordato, mister Jack Daniel’s, il re del whisky statunitense, amante del Lago di Como e amico e socio dello Yacht Club, morto nel 2010. A suo nome verrà assegnato il trofeo del vincitore. Ai protagonisti dell’Endurance andrà invece la Coppa Villa d’Este.Il percorso sarà quello di sempre, con la partenza dalla zona della diga foranea, il circuito che prosegue fino a Blevio e il ritorno con il passaggio davanti a Cernobbio. Ovviamente durante la gara e le prove è previsto il blocco della Navigazione.L’albo d’oro che vanta tanti nomi importanti. Il primo vincitore, nel 1949, fu Mario Marzorati. Tra i trionfatori, piloti protagonisti del Mondiale di F1 come Renato Molinari (1968, 1972, 1975, 1987) e Guido Cappellini (1999).

  • Challenger di Como: la stella sarà Tommy Robredo

    Challenger di Como: la stella sarà Tommy Robredo

    Tommy Robredo, spagnolo già numero 5 al mondo, giocatore capace di battere in carriera da Stan Wawrinka a Roger Federer, da Richard Gasquet a Marin Cilic passando per Novak Djokovic, sarà la stella della 12esima edizione del Challenger Atp “Città di Como”. A meno di clamorose sorprese, il giocatore iberico – vincitore di 12 titoli Atp e cinque volte nei quarti di finale al Roland Garros – arriverà dunque sulla terra di Villa Olmo.Si è chiusa la lista di iscrizioni al torneo lariano. All’interno nomi che hanno fatto la storia del tennis di questi ultimi anni e che promettono fin da ora grande spettacolo. Come è noto, il Challenger di Como – per collocazione nel calendario – dovrà fare i conti con le qualificazione alla prova dello slam degli Us Open. Sono ben 14 i giocatori iscritti sul Lario che tenteranno anche le quali in America, ma indipendentemente da come andranno in quel di New York il livello a Como sarà comunque alto. Il taglio attuale (ovvero il primo giocatore escluso dal tabellone principale) è al numero 190 al mondo: un dato che ha dell’incredibile. Oltre a Robredo, a Villa Olmo giocheranno con ogni probabilità (non sono iscritti da altre parti se non da noi) anche il polacco Jerzy Janowicz (ex 14° dell’Atp), il francese Paul-Henri Mathieu (già 12° delle classifiche iridate) e lo slovacco Martin Klizan (giunto fino alla 24esima piazza mondiale).Al momento la testa di serie numero uno finirebbe però ad un italiano, Alessandro Giannessi (89° dell’Atp) e la numero 2 al finalista del 2016, Marco Cecchinato. Iscritto anche il vincitore dell’ultima edizione, il francese Kenny De Schepper. Giannessi, Cecchinato e De Schepper andranno però prima a New York e la loro presenza non può essere data per certa.Tra i nomi nuovi del panorama tennistico internazionale che hanno iscritto il loro nome della entry list c’è poi il greco Stefanos Tsitsipas. Il canturino Andrea Arnaboldi ad oggi dovrebbe partire dal tabellone di qualificazione.Ecco comunque le date del torneo: Master di prequalificazione il 24 e 25 agosto; tabellone di qualificazione il 26 e 27 agosto; tabellone finale dal 28 agosto al 3 settembre.I vincitoriL’albo d’oro del Challenger: 2006 Simone Bolelli; 2007 Maximo Gonzalez; 2008 Diego Junqueira; 2009 Oleksandr Dolgopolov; 2010 Robin Haase; 2011 Pablo Carreno-Busta; 2012 Andreas Haider-Maurer; 2013 Pablo Carreno Busta; 2014 Viktor Troicki; 2015 Andrey Kuznetsov; 2017 Kenny De Schepper.

    Grandi eventi, Como capitale dello sport

  • Chapeau Thibaut Pinot: il “Lombardia”  2018 parla francese

    Chapeau Thibaut Pinot: il “Lombardia” 2018 parla francese

    Bernard Hinault 1984; Thibaut Pinot 2018. Dopo 34 anni l’arrivo di Como del Giro di Lombardia ha di nuovo salutato il trionfo di un corridore francese, Thibaut Pinot appunto.Il 28enne transalpino è scattato poco prima dello scollinamento di Civiglio – staccando il compagno di fuga Vincenzo Nibali – ed è arrivato solitario al traguardo. Alle sue spalle lo stesso Nibali, staccato di 32’’; terzo il belga Dylan Teuns, a 43’’.Questo il podio della gara organizzata da Rcs Sport che nel suo epilogo ha avuto il Lario e il suo territorio sullo sfondo, dopo il via da Bergamo. I tifosi hanno affollato i punti da sempre più apprezzati come Ghisallo, Muro di Sormano, la salita e la discesa di Civiglio. Anche la città è stata pacificamente presa d’assalto da appassionati di tutto il mondo, che si sono concentrati nella zona del traguardo, dove si sono visti anche grandi ex come lo spagnolo Alberto Contador (uno dei pochi a vincere Tour, Giro e Vuelta) e Johan Museeuw, iridato a Lugano nel 1996. Applausi anche per Davide Van de Sfroos, il cantautore comasco, che ha incontrato i suoi ammiratori nei pressi dell’arrivo.Le immagini di Como e del suo territorio hanno fatto il giro del mondo, con il lago e i luoghi più significativi che sono stati inquadrati tatticamente dalla regia. Un spot per il territorio.Il francese al termine ha avuto parole di elogio per il “Lombardia” e il suo tracciato. «Ho realizzato un sogno – ha detto – È la mia vittoria più bella in una corsa che mi piace, mai noiosa. Il percorso è magnifico. Se all’inizio della mia carriera mi avessero detto che avrei potuto conquistare soltanto una gara, avrei scelto questa. Credetemi: il “Lombardia” mi fa impazzire per la sua bellezza. È il successo più bello da quando corro».Sul duello con Nibali risolto nella salita di Civiglio, Pinot ha spiegato: «Ho fatto un paio di scatti e lui si è messo al mio fianco. Di solito, invece, ci si mette a ruota. Allora ho voluto provare a ripartire e a quel punto lui si è staccato. Ho capito che la mia intuizione era stata giusta».L’obiettivo era evitare il confronto diretto sulla discesa che da Civiglio, passando da Ponzate e Camnago, porta verso la convalle. «Temevo Nibali, perché lui conosce bene quel tratto – ha specificato ancora il vincitore – Lui fa traiettorie impressionanti; sapevo che sarebbe stato meglio staccarlo prima».Pinot, infine, ha spiegato il suo amore per l’Italia: «L’adoro fin da piccolo per tradizioni, carattere dei suoi abitanti e gastronomia. Mi piace quando le gare partono dai suoi paesini e quando gli arrivi sono in città storiche».Al fianco di Pinot sul podio c’era Nibali. Per il siciliano non è mancato l’affetto dei tifosi, che lo hanno lungamente applaudito, al pari del campione del mondo, lo spagnolo Alejandro Valverde.«È stata una buona gara, anche se avrei voluto ottenere qualcosa di più – ha dichiarato Nibali – Sapevo che Pinot e Valverde erano gli uomini più in forma e che contro di loro non sarebbe stato semplice».La grande giornata di ciclismo a Como si è conclusa con la consegna dei riconoscimenti del Premio Vincenzo Torriani andati a Gianni Mura, Alfredo Ambrosetti e Alberto Contador.

    Nella foto: Vincenzo Nibali ITA, Thibaut Pinot FRA, Dylan Theuns BELPhoto Gian Mattia D’Alberto – LaPresse

  • Ciclismo, Davide Ballerini al via del Giro di Slovenia

    Ciclismo, Davide Ballerini al via del Giro di Slovenia

    Davide Ballerini torna in sella al Giro di  Slovenia,  in programma da domani al 17 giugno. Alla corsa prenderanno parte, oltre al ciclista canturino, i compagni di squadra dell’Androni-Sidermec Manuel Belletti, Alessandro Bisolti, Marco Frapporti, Fausto Masnada, Ivan Sosa e Andrea Vendrame.La corsa slovena si articolerà su cinque tappe: le prime tre dovrebbero essere adatte a corridori veloci e finesseur, la quarta disegnerà la classifica e la quinta frazione sarà una cronometro individuale. Una gara che servirà come preparazione ad un importante obiettivo del team di Gianni Savio, l’Adriatica-Ionica, la nuova corsa italiana in calendario dal 20 al 24 giugno.

    Una curiosità. Il Giro di Slovenia vanta nel suo albo d’oro un vincitore comasco: Lorenzo Di Silvestro salì infatti sul gradino più alto del podio nel 1996 e si tolse anche la soddisfazione di conquistare la tappa di Bovec, con la scalata del Monte Vrsic, una affermazione che gli consentì di indossare la maglia di leader. Tra i trionfatori di questa gara, Vincenzo Nibali (2010) e Diego Ulissi (2011). Lo scorso anno terminò primo il polacco Rafal Majka.

  • Coach Pashutin: «Orgoglioso dei miei ragazzi, ma la gara è stata decisa da un errore arbitrale»

    Coach Pashutin: «Orgoglioso dei miei ragazzi, ma la gara è stata decisa da un errore arbitrale»

    CoachEvgeny Pashutinin sala stampa fa un lungo discorso che chiude con un piccato riferimento all’arbitraggio della gara fra la sua Cantù e Pesaro. Il coach parla in inglese, ma le sue parole sono chiare. All’addetto stampa Alessandro Palermo chiede di non fare la traduzione ma ormai… aveva parlato, tra l’altro in diretta sulle pagine social del club brianzolo.

    «Shame situation» ha detto Pashutin, che significa «Situazione vergognosa». Il coach si riferiva ad un fischio nel finale in cui è stato sanzionato un presunto fallo ad un giocatore canturino, con conseguenti tre tiri liberi per la squadra avversaria, che ha scavato il definitivo solco verso la vittoria. «E’ stato complessivamente un buon arbitraggio – ha aggiunto l’allenatore – ma la scelta che ha deciso la gara è stata completamente sbagliata. Sono lieto per la presenza a bordo campo del presidente della Lega Basket: spero faccia qualcosa per evitare che queste situazioni si ripetano».

    Per quanto riguarda la partita, coach Pashutin ha specificato: «Un grande grazie ai tifosi ed ai giocatori. Come avevo già detto negli scorsi giorni, per noi è un momento difficile. Sono soddisfatto dei miei giocatori, tutti hanno combattuto con il cuore, sacrificandosi per il nome della società che portano sulla maglia: sono orgoglioso di loro. Abbiamo giocato come una squadra, con una grande mentalità, da veri uomini».

    «Nel primo quarto siamo partiti con un ritmo lento – ha proseguito il tecnico russo – andando sotto nel punteggio. Nel secondo quarto, invece, siamo riusciti a fermare i loro contropiedi ed a fermare i loro tiratori. Nel terzo abbiamo dominato, mentre nel quarto la squadra è stata poco lucida. Avremmo dovuto giocare con maggiore calma, portando fuori la palla, senza prendere tiri affrettati. Abbiamo concesso a Pesaro troppi regali, perdendo molti palloni e lasciando la metà campo difensiva completamente scoperta quando attaccavamo, favorendo i loro contropiedi, lasciando anche molto spazio per tiri da tre punti».

    «Non voglio parlare della partita, voglio prima parlare della situazione di Cantù – ha commentato coachMassimo Galli, capo allenatore di Pesaro – Mi auguro davvero che  risolva i problemi e che continui a far parte del campionato. Da varesino, Cantù è sempre stato un fiero avversario. Mi auguro quindi, con tutto il cuore, che continui a far parte della nostra serie A. Quanto alla gara, faccio i complimenti alla mia squadra. Abbiamo avuto qualche difficoltà ma poi siamo riusciti a tornare in partita ed a portare a casa la vittoria».

  • Coach Pashutin striglia i suoi giocatori: «Voglio una squadra concentrata per 40 minuti»

    Coach Pashutin striglia i suoi giocatori: «Voglio una squadra concentrata per 40 minuti»

    Coach Evgeny Pashutin striglia la sua squadra. Il tecnico della Pallacanestro Cantù non ha digerito lo stop di domenica scorsa a Bologna (91-80 per la Virtus). L’allenatore russo si sofferma sull’atteggiamento dei suoi giocatori.«Abbiamo avuto troppi “sali e scendi” – spiega Pashutin – Non possiamo giocare bene per sette minuti e poi male per altri sette-otto. Dobbiamo essere più continui. Abbiamo concesso 90 punti agli avversari, troppi».«A Bologna abbiamo segnato di più rispetto a quanto fatto a Brindisi – aggiunge – ma almeno in quella situazione siamo riusciti a tenere gli avversari a quota 76. I motivi della nostra sconfitta in Emilia credo siano legati principalmente alla battaglia a rimbalzo, persa di poco ma comunque persa».Il coach entra nei particolari: «Difensivamente non siamo riusciti a tenere Kravic e Aradori, spesso i primi ad andare a rimbalzo sui tiri sbagliati dalla Virtus. Così facendo abbiamo concesso agli avversari tanti secondi tiri, tanti secondi possessi».Poi il tecnico suona la carica. «Per la prossima partita non chiedo un basket perfetto o delle performance incredibili, l’importante è che la squadra resti concentrata sulla gara per tutti i quaranta minuti. Dobbiamo tornare ad avere una mentalità forte, di squadra, perché non basta vincere tre partite di fila se poi abbiamo dei cali come successo a Brindisi e Bologna. Adesso guardiamo avanti e pensiamo soltanto a lavorare duramente e al prossimo incontro contro Pesaro».Eppure la sfida di Bologna contro la squadra dell’ex Stefano Sacripanti era stata preparata in ogni particolare. «Abbiamo lavorato duramente per tutta la scorsa settimana, al fine di prepararci al meglio per un impegno così arduo come quello con la Virtus , in un campo difficile, contro una grande squadra» specifica Pashutin.«Rispetto alla partita di Brindisi abbiamo sicuramente fatto meglio, riuscendo a correggere gli errori commessi nel turno precedente. Per questo motivo siamo partiti molto bene, approcciando la gara nel modo giusto. Siamo andati sopra di dieci punti nel giro di pochissimi minuti, tenendo un bel ritmo». Poi, però, Cantù non ha avuto continuità. «Non siamo riusciti a tenere lo stesso ritmo nel corso del secondo quarto, quando abbiamo cominciato a commettere qualche errore di troppo che ci ha portato a subire un canestro dietro l’altro».«Bologna ha incominciato a crederci e noi abbiamo iniziato a perdere il controllo, non giocando da squadra, specialmente in difesa – aggiunge il tecnico – Nel terzo quarto abbiamo cercato di tornare ad esprimere il nostro stile, condividendo il pallone molto bene. Poi, però, siamo tornati nuovamente a giocare come non dovrebbe fare una vera squadra, affidandoci troppe volte ad azioni puramente individuali. Nel frattempo la Virtus ha aumentato l’energia, giocando con passione».E a Cantù l’aggancio non è riuscito: «Bologna è riuscita a stare sopra di dieci punti per diversi minuti, dimezzando le nostre chances di rimonta – conclude il coach – Abbiamo cercato poi di stare vicini nel risultato, cercando di accorciare le distanze il più possibile. In più situazioni siamo andati sotto di cinque ma, ogni volta, la Virtus riusciva ad allungare. Era un continuo provare a recuperarli ma non c’è stato nulla da fare».

  • Coach Pashutin: «Usciremo tutti insieme da questo   difficile momento»

    Coach Pashutin: «Usciremo tutti insieme da questo difficile momento»

    Un tris di match in fila, uno dietro l’altro, e una classifica che fa sempre più paura. Dove è finita la Pallacanestro Cantù che all’inizio della stagione si era proposta come la rivelazione del campionato, vincendo tre gare sulle prime quattro disputate? Sei sconfitte consecutive non solo hanno spento i sogni di gloria, ma hanno spedito i brianzoli all’ultimo posto in classifica.E il calendario certo non aiuta la squadra di coach Evgeny Pashutin, alla prese anche con le inquietudini legate al non facile momento societario e a una serie di voci di mercato con giocatori dati sul piede di partenza e altri teoricamente in arrivo.Il tutto, in attesa dell’incontro delle prossime ore fra Gabriele Marchesani, guida delle cordata abruzzese interessata al club e il vertici del club brianzolo. Una riunione decisiva visto che saranno analizzati in maniera approfondita i conti della società.In questo calderone, si diceva, il calendario certo non aiuta la squadra brianzola. Domenica prossima a Desio (ore 20.45) è infatti ospite la Reyer Venezia, seconda forza del campionato, una delle poche squadre che pare in grado di contrastare la capolista, la corazzata Milano.Poi, il giorno di Natale alle 17 – un orario deciso dalla Lega Basket, che ai più è parso inappropriato – la trasferta a Varese, contro una delle squadre più in forma del campionato.Il trittico di fuoco si chiude poi il giorno 30 a mezzogiorno con la delicatissima gara interna con Pistoia, uno dei club che in questo momento condividono l’ultimo posto in classifica con i brianzoli.Una situazione non facile su ogni fronte, anche se alla cena di Natale del club un po’ tutti hanno preferito dispensare ottimismo.«Stiamo facendo di tutto per far proseguire l’importante storia della Pallacanestro Cantù – ha detto nel suo discorso di saluto l’amministratore unico del club Roman Popov – e per mettere i nostri ragazzi nella condizione di giocare tranquillamente».Accorate le parole del coach, Evgeny Pashutin. «Noi dobbiamo pensare soltanto a giocare; andiamo in campo e lasciamo fuori i problemi – ha affermato l’allenatore russo – credendo nel lavoro dei nostri dirigenti. Voglio una squadra già concentrata sulla partita con Venezia: dovremo giocare con il cuore».«Il carattere e la personalità delle persone si vedono nelle difficoltà: i giocatori lotteranno per la maglia e tutti usciremo da questo difficile momento» ha concluso l’allenatore.

  • Collari d’Oro del Coni, l’emozione di Mondelli e Molinari. Le immagini

    Collari d’Oro del Coni, l’emozione di Mondelli e Molinari. Le immagini

    Una cerimonia emozionante. A Roma il Coni ha consegnato il Collare d’Oro – la più importante onorificenza sportiva – ai campioni che si sono distinti nel 2018 e nella loro carriera agonistica. Como era rappresentata da Filippo Mondelli, quest’anno  iridato di canottaggio  e da Renato Molinari, pilota di motonautica, classe 1946, vincitore di 18 titoli mondiali.  All’evento erano presenti anche Katia Arrighi, delegato del Coni di Como (con Elena Marzorati, coordinatore tecnico), Alessandro Donegana e Matteo Monti, rispettivamente presidente della Canottieri Moltrasio, società in cui Mondelli è cresciuto e sindaco di Cernobbio, il paese del campione del mondo.

    A consegnare i Collari d’Oro c’erano i vertici del Governo, rappresentati dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, con il  presidente del Coni, Giovanni Malagò, e del numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.Tra i premiati, la società di calcio Atalanta, la Gazzetta dello Sport (con il presidente di Rcs MediaGroup Urbano Cairo e il direttore Andrea Monti), la pattinatrice Arianna Fontana,  gli schermitori Andrea Cassarà, Daniele Garozzo e Mara Navarria, il golfista Francesco Molinari e la campionessa di motocross Kiara Fontanesi.Oltre a Mondelli (Canottieri Moltrasio-Fiamme Gialle), hanno ricevuto il Collare gli altri atleti che erano con lui sul “Quattro di coppia” a Plovdiv, in Bulgaria che ha conquistato uno storico successo: Andrea Panizza (fino al 2017 portacolori della Canottieri Lario), Giacomo Gentili e Luca Rambaldi.Una affermazione arrivata a 20 anni esatti dal’oro iridato a Colonia 1998 (con Alessio Sartori, Rossano Galtarossa, Alessandro Corona e Agostino Abbagnale) e a 18 dalla vittoria olimpica di Sydney 2000 (stesso equipaggio, con Simone Raineri al posto di Corona).Riconoscimenti per  un lungo elenco di campioni del mondo che hanno conquistato il titolo prima del 1995. Tra i nomi più noti Pietro Mennea (alla memoria), i vincitori della Coppa Davis 1976 Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta, Antonio Zugarelli, Nicola  Pietrangeli, i pallavolisti Andrea Lucchetta e Andrea Zorzi. In questo gruppo anche Renato Molinari. “I record sono fatti per essere battuti – ha detto sul palco – e il rimpianto è che alla mia età non so se riuscirò a vedere il mio successore, chi mi supererà”.Classe 1946, l’ex pilota comasco di motonautica – accompagnato da Vincenzo Iaconianni, lariano e presidente della Federazione – è stato uno tra i più grandi protagonista di questa disciplina, con i suoi 18 titoli iridati. Vanta tre successi nel Mondiale di Formula 1 (1981, 1983 e 1984) e nelle più importanti “classiche”. Già nel 2014 il Coni lo aveva inserito, su decisione di Malagò, nell’elenco delle “100 leggende dello sport italiano”. di cui fanno parte anche altri due lariani, Pierluigi Marzorati (basket) e Alberto Cova (atletica leggera).

  • Colpo del Como 1907: ingaggiato Nicola Petrilli

    Colpo del Como 1907: ingaggiato Nicola Petrilli

    Nicola Petrilli è un giocatore del Como 1907. L’attaccante, classe 1987, ha raggiunto l’accordo con la dirigenza del club lariano. Ala destra, nato a Torino 30 anni fa, nello scorso campionato ha giocato prima con il Padova e poi con Maceratese. A lui, in questo mercato, si erano interessate anche formazioni di serie B. Nella sua carriera ha militato, tra le altre con Crotone, Nocerina e Casale, formazione, quest’ultima, che sarà avversaria del Como nel prossimo campionato di serie D. Domani, martedì, allo stadio Sinigaglia, si allenerà con il resto della squadra agli ordini di mister Antonio Andreucci.

    “Cosa mi ha convinto? Il progetto che è stato impostato dalla nuova dirigenza – spiega il giocatore – e poi il fascino di una piazza a cui non solo sta stretta la serie D, ma anche la Lega Pro. Tutti mi hanno parlato chiaro: l’obiettivo è risalire immediatamente e io spero di poter dare il mio contributo a questa squadra. Non vedo l’ora di giocare allo stadio Sinigaglia, un impianto molto particolare, in riva al lago, molto conosciuto anche per questa sua caratteristica. Finora non ho mai avuto questa opportunità”. Per quanto riguarda il suo ruolo Petrilli spiega: “Sono un’ala sinistra, ma posso giocare senza problemi anche a destra”. Sulle grandi aspettative che ci sono nei miei confronti il nuovo acquisto spiega. “Ringrazio per la stima, ma la voglio meritare sul campo: è la cosa che più conta al di là delle parole”: