Risalgono i contagi, gli esperti avvertono: «Massima prudenza e vaccinazioni»

Aumentano i contagi a livello nazionale, alcuni epidemiologi lanciano l’allarme soprattutto per la diffusione del virus tra i più giovani, mentre in Germania si comincia a parlare di quarta ondata.Sabato, in Italia, erano 4.878 i test positivi al Covid con un aumento del +24,8% rispetto a una settimana fa. In Lombardia i nuovi casi sono stati 570 a fronte dei 510 di venerdì. Anche sul Lario si assiste a un incremento, seppur nell’ordine di cifre non preoccupanti.«“Prudenza” deve continuare a essere la parola d’ordine», avverte Gianluigi Spata, presidente della Federazione regionale dell’ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri. Che aggiunge: «All’inizio si era pensato che l’elevato numero di tamponi rapidi e molecolari potesse essere correlato all’incremento del contagio, in realtà gli scienziati hanno rilevato che non è così, ma che assistiamo a una maggior diffusione del virus».«Dobbiamo tener presente quello che sta accadendo in Inghilterra – avverte Spata – dove il “liberi tutti” ha causato un’impennata di contagi, si rischia di annullare l’effetto delle vaccinazioni, bisogna mantenere sempre la prudenza e rispettare le norme restrittive, in questo noi italiani siamo stati maestri rispetto ad altre nazioni».«È indubbio che la variante Delta plus che si sta sviluppando soprattutto in Inghilterra arriverà anche qui – continua Spata – ciò che più conta ora è la vaccinazione, ricordiamoci che in Italia ci sono 8 milioni di persone che non hanno ancora fatto la prima dose, non è poco. Siamo ben lontani dall’immunità di gregge, indispensabile per liberarci dal rischio».Pensando al suo lavoro e a quello dei medici di base che più sono a contatto con le persone, c’è possibilità di fare persuasione oppure siamo di fronte a uno zoccolo duro di irriducibili che per paura o per convinzioni personali non si vaccinerà mai?«Per la mia esperienza siamo proprio a contatto con lo zoccolo duro, ci troviamo di fronte a persone che preferiscono fare il tampone ogni 48 ore piuttosto che vaccinarsi, sono molto pochi i miei pazienti ma non c’è niente da fare, ho cercato di dialogare con queste persone ma senza successo, sono radicate nelle loro convinzioni che non capisco, ma è così. Non si riesce a cambiare le loro idee. Avessimo una seconda alternativa potrei anche capire, ma non c’è questa alternativa, non inventiamoci cose strane, le nuove cure ci sono ma servono ma per determinati pazienti in certe condizioni non per prevenire. Il vaccino è prevenzione».Intanto è partita la campagna antinfluenzale che coinvolge direttamente i medici di base. «Sta andando bene – conclude Spata – il mio appello è “non sottovalutiamo l’influenza e ricordiamoci poi che il Covid continua a circolare, quindi attenzione e attenzione, continuiamo a seguire tutte le norme di protezione».Il ricercatore dell’Insubria«Si resta in zona bianca perché la pressione sugli ospedali non c’è, grazie alla massiccia adesione alla campagna vaccinale, ma si deve mantenere alta l’attenzione», ribadisce anche Davide Tosi, ricercatore dell’Università dell’Insubria.«Tutte le curve analizzate dagli esperti, da quella dei nuovi positivi a quella delle ospedalizzazioni e dei decessi mostrano una risalita, contenuta al momento, ma sempre di aumento si parla – avverte Tosi – Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, ha sottolineato come il Paese registra numeri tra i più bassi in Europa ma tuttavia in crescita, “questo richiede massima cautela”, ha detto».L’Rt, il tasso di contagio atteso, ovvero la proiezione dell’Istituto Superiore di Sanità sulla prossima settimana, supererà la soglia epidemica e si attesterà su 1.14, sono le previsioni. Anche sul territorio regionale e provinciale l’incremento si è notato. All’inizio è stato legato all’aumento dei tamponi, che gli esperti hanno smentito.«Il rialzamento della curva era già in atto il 15 ottobre scorso, giorno dell’entrata in vigore delle nuove regole – precisa Tosi – Ciò che probabilmente si osserva è che il ritorno a scuola ha dato un contributo al cambiamento della situazione, sappiamo però che siamo ben lontani dai livelli dello scorso anno».Ma a cosa andiamo incontro?«I trend sono in risalita anche se sia la curva delle ospedalizzazioni che quella dei decessi, pur mostrando un lieve aumento, fanno emergere rapporti diversi sia dalla prima che dalla seconda ondata. Bisogna insistere con le vaccinazioni e continuare a mettere in atto le precauzioni che conosciamo».Nessun rischio al momento di crescite esponenziali e di ospedali in affanno, ma i numeri sono un campanello d’allarme da non sottovalutare.