«Ape car comunale per una festa privata». L’ex sindaco di Argegno a giudizio per peculato

«Ape car comunale per una festa privata». L’ex sindaco di Argegno a giudizio per peculato

L’accusa è quella di peculato, per aver dato l’assenso all’utilizzo dell’Ape car di proprietà del Comune di Argegno per fini privatistici, ovvero portare del materiale al Lido in occasione della festa della porchetta. Almeno cinque passaggi, registrati dalle telecamere poste sulle piazza, per circa una ventina di minuti di utilizzo. Vicenda che risalirebbe al mese di agosto del 2017 e che è venuta a galla in seguito a un esposto presentato da un consigliere di minoranza.Per questa vicenda piuttosto singolare, l’ex sindaco di Argegno, Roberto De Angeli, e il fratello dell’attuale primo cittadino, Marco Dotti, sono stati rinviati a giudizio ieri mattina dal giudice dell’udienza preliminare di Como, Francesco Angiolini. L’udienza è stata fissata il 18 ottobre 2020. L’accusa chiama in causa il sindaco del paese lariano – in carica fino al maggio 2019 – perché, secondo la tesi accusatoria (pm Simona De Salvo), avrebbe concesso l’utilizzo dell’Ape car (che è un mezzo del Comune) non per scopi pubblici, bensì per una festa privata a base di porchetta che era in programma al Lido di Argegno in una serata di agosto.La difesa, rappresentata dall’avvocato Elisabetta Di Matteo, ha battagliato opponendosi a questa tesi, e sostenendo che in realtà l’Ape era stata concessa ma per ben altro utilizzo, ovvero lavori di volontariato per la pulizia e sistemazione di una darsena, materiale che era poi stato lasciato all’esterno del Lido. «Si trattava di lavori di piccola manutenzione, soprattutto di volontariato da parte di una decina di giovani di Argegno – ha commentato il legale – Lo dimostreremo in aula in un pubblico dibattimento».Sarebbero cinque, come detto, i passaggi registrati da una telecamera del Comune che immortalerebbero l’Ape arrivare all’esterno del Lido. Alla guida, il ragazzo che è poi finito davanti al giudice con l’ex sindaco del paese.L’udienza preliminare si è poi conclusa con il rinvio a giudizio all’anno prossimo. Toccherà dunque al Collegio di Como dirimere la questione.