L’articolata risposta dell’assessore comunale
ai Lavori pubblici Vincenzo Bella alla petizione contro i lavori in
corso all’Asilo Sant’Elia, giunta mercoledì scorso, è destinata
ad aprire un dibattito sul restauro dell’architettura moderna nel
capoluogo lariano e in particolare sulla destinazione d’uso della
struttura di via Alciato a Como.
Capolavoro
del Razionalismo architettonico del XX secolo progettato e realizzato
tra il 1934 e il 1937 dall’architetto Giuseppe Terragni e
dall’ingegnere Renato Uslenghi per la parte strutturale.
L’Archivio
Terragni, firmatario della petizione, sta infatti studiando una
risposta alla relazione dell’assessore di Palazzo Cernezzi, che
verrà resa pubblicamente nota nei prossimi giorni e che, a quanto è
dato sapere finora, puntualizzerà un aspetto metodologico:
l’assessore Bella ha rammentato nel suo documento che l’Archivio
stesso nel 2017 ha sottoscritto un protocollo di intesa per la
promozione e valorizzazione dell’architettura di Giuseppe Terragni.
Ma
lo stesso Archivio non sarebbe stato adeguatamente interpellato
quando si è trattato di dar corso ai lavori di manutenzione
ordinaria e straordinaria che si sono resi necessari per il
mantenimento della struttura di via Alciato.
«Siamo
tutti d’accordo – ha detto ieri Roberta Lietti, tra i firmatari
della petizione insieme con l’architetto Paolo Brambilla – che al
primo posto come sostiene il Comune di Como ci debba essere la
salvaguardia e la tutela dei piccoli cui l’Asilo è destinato. La
sicurezza strutturale degli edifici rappresenta il primo elemento da
rispettare, dice Vincenzo Bella, e questo lo sottoscriviamo».
Ma
pare che nel dossier Bella sull’Asilo Sant’Elia ci siano non
pochi punti da chiarire, sosterrà l’Archivio Terragni. Uno dei
punti su cui si chiederà di aprire un dibattito è la necessità di
demolire i controsoffitti. Scrive Bella nella sua relazione: «Per
quanto riguarda l’Asilo Sant’Elia, è stata eseguita una apposita
indagine per valutare lo stato di conservazione dei controsoffitti di
tipo “Perret”, soluzione particolarmente pesante di costruzione.
Le analisi effettuate hanno infatti confermato un peso di ca. 44
chilogrammi per metro quadrato, il tutto posizionato al di sopra
degli spazi destinati all’uso scolastico (ca. 1.000 mq.) in
situazione critica, e peraltro individuando come non procrastinabile
un intervento di rimozione completa per un carico appeso così
elevato».
Pare
proprio che la questione dei controsoffitti da demolire sia al centro
della replica dell’Archivio Terragni in fase di elaborazione: si
metterà in discussione la necessità dell’intervento e i criteri
di valutazione con cui è stato deciso.
Ma
più in generale il dibattito che è alle porte dovrebbe vertere sul
seguente tema, di vastità notevole e riguardante altri edifici del
Razionalismo come la Casa del Fascio di Terragni: l’asilo di via
Alciato così come è richiede interventi di messa in sicurezza e
adeguamento normativo tali da soprassedere rispetto a qualsivoglia
vincolo culturale o va considerato un patrimonio dell’umanità e
quindi come tale destinato a usi culturali come museo del
Razionalismo in alternativa alla stessa Casa del Fascio, centro studi
dove valorizzare gli archivi dell’architettura razionalista e dove
ospitare attività di laboratorio magari aperte magari anche ai
giovanissimi, per i quali in origine la struttura è nata?
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