La fine di un amore si è trasformato in persecuzione | L’esperienza di una donna comasca
Crimini contro le donne - istockphoto - CorrierediComo.it
La ossessiona dopo la fine della loro relazione. Un incubo fatto di minacce, pedinamenti e violenza. Scatta l’arresto per un 48enne.
Como è diventato suo malgrado il teatro di una vicenda dai contorni inquietanti che ancora una volta vede protagonista un amore malato.
Fortunatamente la prontezza dell’ autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine ha posto fine a questo increscioso episodio, che poteva diventare una tragedia.
La vittima è una donna di 64 anni di Como, la quale, dopo aver interrotto nei primi mesi del 2025 una relazione sentimentale con un uomo, ha visto trasformarsi la propria quotidianità in una serie di atti persecutori.
L’ex compagno, un quarantottenne originario della provincia di Milano, non ha infatti accettato la fine del legame affettivo. Ergo ha iniziato a mettere in atto dei comportamenti molesti alquanto gravosi. Si sono verificati appostamenti sotto casa, telefonate insistenti, pedinamenti reiterati e anche contatti fisici violenti, tra cui strattonamenti. Un quadro persecutorio che ha indotto le autorità a rilevare gli estremi dello stalking.
Dalle misure cautelari all’arresto
Inizialmente nel tentativo di reprimere tale condotta, il gip aveva disposto una misura interdittiva: il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Tuttavia, il destinatario del provvedimento si è comportato in maniera recidivante, disattendendo alle prescrizioni.
In virtù di tali violazioni, il Pubblico Ministero Giuseppe Rose ha ravvisato la necessità di adottare un provvedimento repressivo. Ergo, il gip ha accolto l’istanza della pubblica accusa, emettendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, si trovava già in un istituto penitenziario per altra causa e ha ricevuto notifica del nuovo provvedimento durante la detenzione.

Un caso emblematico e una grande red flag
Le condotte contestate si sono protratte da febbraio a settembre 2025, estendendosi dunque ben oltre l’emissione del primo provvedimento restrittivo. Le indagini, infatti, hanno portato alla raccolta di elementi probatori incontestabili contro l’uomo. Esistono testimonianze, documentazione audio e video, nonché referti medici compatibili con aggressioni fisiche. Atti intimidatori, percosse, minacce e inseguimenti ripetuti, infatti, integrano una condotta persecutoria nei confronti della donna. Quindi non ci sono stati dubbi interpretativi sulla condotta in sede giudiziale.
Il soggetto dovrà comparire dinanzi al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Questa triste vicenda pone l’accento sulla tematica degli “amori malati” che in questi anni purtroppo spesso sono sfociati in femminicidi. In un territorio come quello lariano, nella giornata precedente, un provvedimento analogo era stato notificato a Montano Lucino a carico di un cinquantottenne. Segno tangibile di un fenomeno che è sempre in crescita.
