Baby gang operava in centro a Como e in provincia: 17 ragazzi nei guai

Sono 17 i minorenni colpiti dalle misure cautelari emesse dal Tribunale competente di Milano. Notifiche che giungono al termine dell’operazione “Baby Gang” condotta dalla Polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri.

Sarebbero i componenti della banda giovanile che da mesi operava in centro città e anche in provincia. I reati contestati sono furto, rapina, danneggiamento, ricettazione, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale.

Il loro obiettivo era la supremazia in città, soprattutto tra i coetanei. La banda si stava allargando sempre di più.Altri giovani e giovanissimi, attirati dal «prestigio sociale» che ne avrebbero guadagnato nell’affiancarsi alla baby gang, si stavano avvicinando al gruppo ampliando il numero dei componenti in modo preoccupante.

La squadra Mobile e i carabinieri di Como, che da mesi indagavano sulla banda di ragazzini che infestava le vie del centro e non solo, coordinati dalla Procura dei minori di Milano, in queste ore sono passati al contrattacco.All’alba di questa mattina è così andato in scena un blitz che – a memoria – non ha precedenti nel capoluogo lariano. «Una città tranquilla, in cui non si pensava di poter assistere a una cosa del genere», è stato detto ieri in conferenza stampa.Diciassette ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni (appena compiuti), per la stragrande maggioranza italiani (sono solo cinque gli stranieri) sono stati raggiungi da una misura restrittiva in cui vengono contestati (a vario titolo) ben 38 reati tra furti, ricettazioni, rapine, danneggiamenti, estorsioni e altro. Il tutto in quelle che è stata definita come una «escalation criminale» partita in luglio e conclusa proprio in queste ore.Tra di loro c’erano anche dei 13enni, età che li rende non punibili dalla legge.Cinque ragazzi sono finiti in carcere, altri sette sono stati portati in una comunità, agli ultimi cinque è stata imposta la misura della permanenza nell’abitazione, una sorta di arresto domiciliare per chi non ha ancora 18 anni. In pratica potranno vedere solo i genitori e, anche per andare a scuola, dovranno chiedere l’autorizzazione al giudice tramite istanze dei rispettivi avvocati.Tutti i particolari dell’operazione, gli approfondimenti e i commenti sul fenomeno babygang nelle pagine del Corriere di Como in edicola giovedì 31 gennaio.

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