La stagione estiva al Museo d’Arte Sacra di Scaria vede aprirsi un’interessante mostra (22 luglio –26 agosto) dell’incisore lecchese Bruno Biffi dedicata ai “quattro elementi” e curata dalla storica dell’arte Tiziana Rota.
Biffi propone un percorso tematico a lui caro, che, come di consueto, affronta con la particolarissima tecnica dell’ossidazione, da lui messa a punto utilizzando lastre (anche di grande formato) di ferro, alluminio e zinco. Su questi supporti stende il liquido ossidante con un pennello, provocando e guidando il processo di ossidazione, sull’onda dell’emozione e dell’idea. In pochi giorni la “pozione” fa il suo corso e l’ossidazione fiorisce sulla lastra. Poi,con gesti rapidi e immediati, ma sapientemente calibrati, ottiene una scala di grigi abbassando il nero con il brunitoio o raschiando “l’infiorescenza” dove occorre. Subito procede con una serie di prove, alternando interventi sulla lastra e nella stampa, in successione rapida e con una tiratura molto limitata, prima che la traccia scompaia e resti sulla lastra solo una pallida ombra. La grande esperienza tecnica coniugata alla sua professionalità di stampatore gli permette, senza intermediari e in tempi rapidi, di dominare un processo inedito tecnico e creativo di “scrittura”.
Il Museo di Scaria, polo di richiamo culturale aperto ai nuovi linguaggi dell’arte, omaggia il percorso tecnico e creativo di Biffi con una mostra – dal titolo Sacralizzazioni: ossidazioni di terra, aria, acqua e fuoco – che mette in dialogo le opere esposte con il paesaggio circostante. I prati, le montagne, i corsi d’acqua della Valle Intelvi sono lo scenario ideale per una riflessione sui quattro elementi naturali da cui trae origine ogni sostanza che compone la materia. Il museo è inPiazza Carloni, Alta Valle Intelvi, frazione Scaria.
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