La donna abitava a Como. La Procura ha aperto un’indagine. Affidato l’incarico per l’autopsia
La Procura di Como, in un fascicolo aperto sul tavolo del pubblico ministero Giuseppe Rose, sta indagando sulla morte di una donna di 64 anni residente in città. Decesso avvenuto il 30 luglio dopo una inutile e disperata corsa all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia.La signora era stata trovata a terra priva di sensi dalla figlia, accorsa dopo aver sentito un tonfo provenire dal bagno di casa. Il pubblico ministero ha nel frattempo disposto l’autopsia – il cui incarico verrà affidato oggi – e sequestrato l’intera cartella clinica della paziente e gli esami che la stessa, solo due giorni prima della tragedia, aveva effettuato al pronto soccorso, sempre del Sant’Anna.A segnalare l’accaduto – al posto di polizia del nosocomio di San Fermo – sono stati i parenti della vittima. Già la mattina del 28 luglio, dunque due giorni prima del decesso, la 64enne aveva accusato un malore con sudorazione e un dolore al petto. Si era quindi recata in bus dalla guardia medica di via Carso dove era stata visitata.Il personale medico della struttura l’aveva però indirizzata presso il Sant’Anna, chiedendo nel referto accertamenti di tipo cardiaco. Cosa che la signora fece, chiamando un’ambulanza e raggiungendo San Fermo della Battaglia. In ospedale la paziente rimase tutto il giorno, con diversi esami che le vennero fatti prima della dimissione – intorno alle 20 della sera – con la prescrizione di un analgesico e tre giorni di prognosi per i dolori avvertiti al costato.Ora, ovviamente, tutto questo incartamento è stato sequestrato dal pubblico ministero titolare del fascicolo ed è confluito nell’incartamento al vaglio della Procura cittadina. La donna, infatti, due giorni dopo, accusò come detto un nuovo malore cadendo in bagno e venendo soccorsa dalla figlia. Vano tuttavia fu il trasporto d’urgenza al Sant’Anna.La famiglia però vuole vederci chiaro e, con una denuncia presentata direttamente al posto di polizia del nosocomio, ha chiesto al sostituto procuratore di turno di verificare se il decesso avrebbe potuto essere evitato e se vi sono eventuali responsabilità nell’accaduto. Il primo passo dell’indagine, ovviamente, partirà dall’autopsia.
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