La città si veste di rosa e celebra il Giro. Centro invaso da turisti e appassionati
Il Giro d’Italia, dopo tanti preparativi, è passato. Veloce come la media tenuta dai ciclistiche hanno attraversato Como e la sua provincia a quasi 40 chilometri orari. Rimarrà però a lungo nel cuore dei comaschi e di quanti – e ieri pomeriggio erano veramente tanti – hanno assistito alla sfilata della carovana in rosa dal vincitore fino all’ultimo dei mezzi al seguito.E così sin dal primissimo pomeriggio in tanti hanno cominciato la discesa verso piazza Cavour da Porta Torre. Avvicinandosi progressivamente al cuore della tappa, ovvero piazza Duomo e dintorni dov’era collocato il villaggio del Giro e poi lungo le transenne in prossimità del traguardo, l’esplosione di colori, volti sorridenti, famiglie in rosa e gruppetti di tifosi “armati” di bandiere è stata totale e coinvolgente. Numerosi poi i ciclisti giunti da ogni parte della Lombardia e assiepati lungo il percorso cittadino: da veri appassionati, si sono assicurati un posto in pole position per vedere l’arrivo, pronti a tutto e con gli zainetti pieni di cibo e bevande. Ma nonostante ciò i tanti turisti e comaschi hanno anche fatto la felicità di bar e gelaterie del centro, letteralmente prese d’assalto.Numerosi anche i bambini trasformati in vere mascotte del Giro d’Italia, dopo essere passati a “razziare” gli stand promozionali dei vari sponsor impegnati nella corsa rosa. Insomma, tutta la città, i comaschi e le numerose persone giunte da fuori grazie all’arrivo della gara, hanno risposto “presente” all’affascinante richiamo del Giro. Como lo aspettava da oltre 30 anni e che l’attesa fosse grande era ben visibile passeggiando – ormai già da parecchi giorni – nel centro storico dove molte delle vetrine erano addobbate di rosa, con gadget e oggetti legati alle corse ciclistiche e al mondo delle due ruote.Una sensazione reale di coinvolgimento che si è percepita appieno, sbucando, come detto, in piazza del Duomo. Qui, a due passi dalla linea del traguardo, erano veramente numerosi gli appassionati e i curiosi rapiti dal tripudio del rosa, declinato in tutte le sue forme. Dai cappellini alle magliette, borse e borracce e c’era chi ha voluto diventare rosa, dipingendosi i capelli del colore della gara. Come ha fatto una signora di Como a spasso con tutta la famiglia per gustarsi l’arrivo di tappa e anche la sua città in una veste insolita. Tra i tanti tifosi e le bandiere di diverse nazioni spiccavano poi quelle ecuadoriane dei supporter – in arrivo soprattutto da Milano – della maglia rosa Richard Carapaz.A fine tappa, esaurita l’adrenalina della gara e l’immersione nel mondo rosa del Giro, la città è tornata alla normalità. Una città che ha vissuto una giornata di festa e che è fortunatamente stata graziata dal meteo. Le nubi nere e minacciose delle prime ore del mattino hanno infatti progressivamente lasciato spazio a un caldo sole che ha regalato anche la prima, attesa tintarella.