La prossima apertura del tunnel del Gottardo e il nostro rischio di perdere il treno del futuro

La prossima apertura del tunnel del Gottardo e il nostro rischio di perdere il treno del futuro

Interventi e repliche

Come pendolare  della tratta Milano Centrale-Zurigo-Milano debbo ringraziare le ferrovie elvetiche per la prossima apertura del nuovo tunnel del San Gottardo.Grazie al nuovo strategico traforo lungo  57 chilometri, dal prossimo 2016,  da  Milano a Zurigo, s’impiegheranno solo 2 ore e mezzo, contro le attuali 4 ore. I treni viaggeranno senza  dislivello a 250 chilometri all’ora, con importanti ricadute sul traffico merci, dando respiro a quelle su strada. Tutto ciò farà aumentare la domanda di trasporto su tutta la rete italiana. Grazie a questa opera titanica potremo rapidamente raggiungere Zurigo, come Basilea, risparmiando un sacco di tempo. I treni da e per sono sempre assai frequentati da una clientela internazionale, da moltissimi giovani studenti, professionisti,  folle di  turisti dai Paesi asiatici e da molti pendolari italiani che lavorano in Svizzera. Il mercato  si sta incrementando anno dopo anno.Il potenziamento delle trasversali ferroviarie elvetiche, e dei links dei vari tipi di trasporto, che prevede investimenti complessivi in varie aree per oltre 22 miliardi di euro, dovrebbe essere di stimolo per i leaders del trasporto in Italia. Ne abbiamo estremo bisogno…Tutta la Confederazione Elvetica sarà collegata, con immense ricadute economiche,  alle reti europee ad alta velocità, mentre il nuovo Fréjus tra l’Italia e la Francia accumula decenni  di ritardi, critiche e forti opposizioni.Il tunnel del nuovo Gottardo dovrebbe essere di stimolo a tutta la collettività italiana. Essere collegati rapidamente con Basilea e con Zurigo porterà decisi incrementi di cash-flow a Trenitalia, e altrettante  ricadute economiche su tutto l’hinterland lombardo, aprendo nuove strade al lavoro italiano.Si potrà disporre di un modernissimo e velocissimo trasporto ferroviario che ci collega con i mercati europei e oltre e, in attesa di “miracolose  riforme”, Milano, capitale dell’Expo 2015, rimarrà tagliata fuori?

Michele Sequenzia – Zurigo