Lotta all’evasione e mancette di Stato

di Giorgio Civati
Non so voi, ma io mi sento preso in giro. Dal fisco italiano e quindi dallo Stato, e non è una bella sensazione. A suscitare questa sensazione le notizie di questi giorni sul cashback, un rimborso del 10% da martedì a fine anno sugli acquisti in negozi fisici pagati con carta di credito, e ancora la cosiddetta lotteria degli scontrini e cioè la possibilità da gennaio di vincere un premio registrando on line il proprio acquisto. Manovre, queste, per stimolare la richiesta di scontrini fiscali e favorire la tracciabilità dei movimenti di denaro contrastando così l’evasione.
Ma sono iniziative che hanno un senso? No. Nettamente no e per svariati motivi. Tanto per cominciare rappresentano una ammissione della sconfitta di un sistema fiscale che dovrebbe avere ben altri strumenti per attuare la lotta all’evasione. Insomma, la “macchina” della riscossione delle tasse viaggia a rilento, proprio non ce la fa a fare il suo lavoro, e quindi ecco roba da luna park o da festa patronale – la lotteria degli scontrini appunto – e dei bonus che ci sembrano mancette date a un bambino.
Partendo da lontano, va detto che la situazione è così da decenni e governi di ogni colore e fede politica hanno annunciato il pugno di ferro concludendo pochino, quasi niente. Le stime dell’evasione fiscale arrivano a cifre enormi: addirittura 300 miliardi di euro secondo il ministro Luigi Di Maio, circa 110 i miliardi di tasse non pagate secondo un’inchiesta di Milena Gabanelli e Fabio Savelli per il “Corriere della Sera”. Pur dando credito ai giornalisti – non se ne abbia a male Di Maio se la sua ci pare una sparata più che una cifra meditata – si tratta di una montagna di soldi che farebbero sempre comodo all’Italia e oggi ancora di più vista la crisi sanitaria ed economica e le spese conseguenti. Che se incassati renderebbero più equa la fiscalità in generale e consentirebbero interventi e opere importanti. Per dire, la sanità da potenziare… Ma tant’è, in piena emergenza anche economica mica si discute di stanare gli evasori, recuperare il non dichiarato, mettere a punto un sistema fiscale degno di questo nome. Conte, Di Maio e colleghi di governo anche ora, anzi proprio ora, elargiscono mance e si inventano lotterie.
Per di più per il cashback, avviato martedì, era necessaria la registrazione all’app “Io”. Difficilissimo, quasi impossibile. Ben 8mila accessi al minuto, si sono giustificati i tecnici. Ma AliBaba, la piattaforma di e-commerce cinese, di accessi ne ha anche più di mezzo milione al minuto. E non va in tilt. E per la lotteria degli scontrini, i commercianti devono adeguare il software dei registratori di cassa se non anche cambiare la macchinetta stessa. E sono altre spese. Caos su caos per dei provvedimenti che sembrano inventati da imbonitori da sagra di paese, vorrebbero essere roba seria ma restano assurdi. Intendiamoci, stimolare i consumi è una ottima cosa, ma un Paese serio avrebbe potuto mettere mano alle aliquote fiscali, a deduzioni e detrazioni di certe spese. Senza dimenticare la lotta all’evasione fiscale come priorità. Ci danno, invece, lotterie e mance. Tristissimo, una mastodontica presa in giro. Ma la cosa forse ancora più triste è che molti di noi italiani ne gioiscono addirittura.