Magia e superstizione in età romana al Museo Giovio

Magia e superstizione in età romana al Museo Giovio

Nuovi reperti sono ospitati nella Sezione Archeologica
Romana del Museo “Paolo Giovio” di Como che vanno ad aggiungersi ai tanti
significativi oggetti e opere d’arte delle già ricche collezioni. Visitarle è
fare un viaggio nel tempo dentro un intero quartiere della città, attraverso
gli utensili di una locanda, i gioielli custoditi nella tomba di una “maga” e i
molti altri reperti freschi di restauro. L’esposizione è frutto di uno scavo
urbano effettuato nel 1999 in viale Varese, angolo via Benzi, in occasione
della costruzione della sede comasca di Regione Lombardia, che ha portato alla
luce un intero quartiere e due necropoli di epoca romana. «L’allestimento della
Sala Romana risale a 17 anni fa – ha raccontato la Conservatrice del Museo
Isabella Nobile all’inaugurazione – ma lo scavo eccezionale di via Benzi ha
aperto uno sguardo nuovo sulla Como romana, e dunque ecco il motivo di questo
riallestimento». Per l’esattezza, sono stati rinvenuti una strada di quattro
metri di larghezza, due necropoli, di cui una monumentale di Età augustea e una
più tarda, una locanda e un grande edificio pubblico di 66 metri di lato.

La locanda del III secolo d.C. si è conservata grazie al
crollo del tetto che ha sigillato tutto ciò che si trovava all’interno:
attrezzi da cucina (mortai, una graticola e uno spiedo per cuocere le carni),
strumenti legati alle attività nei campi, utensili per lavori di manutenzione,
oltre a una bellissima applique in bronzo che raffigura il dio Dioniso semisdraiato
su una roccia, con in mano un vaso da cui fuoriesce il vino e una pantera stesa
al suo fianco. Ritrovata sempre in via Benzi, ancora infissa verticalmente nel
terreno, è anche una commovente stele funeraria del II secolo d.C. in marmo di
Musso. Vi è incisa un’epigrafe con una dedica che la mamma Onesime fa al figlio
Criserote vissuto “tre anni tre mesi tre giorni”. Di particolare suggestione è
poi la cosiddetta “tomba della maga”, datata IV secolo d.C., contenente un
ricco corredo di gioielli e recipienti in vetro, tra cui una fiala,
quest’ultima piuttosto rara, che probabilmente custodiva unguenti o balsami.

Tra i gioielli della “maga” (cui sarebbe bello poter dare un nome come per Isiuret, la mummia della sacerdotessa egizia) una laminetta in oro con un’iscrizione recante simboli magici indossata come amuleto a scopo protettivo. La lettura della laminetta in oro ha dimostrato che l’iscrizione presente è costituita da una serie di simboli (detti, in greco, charakteres) che rappresentavano divinità la cui origine va ricondotta alle credenze orientali. L’esame antropologico ha rivelato che la defunta, di 25-29 anni d’età, aveva nelle ossa un’elevata concentrazione di arsenico: ciò ha portato gli esperti ad avanzare l’ipotesi che la donna esercitasse un’attività nella quale era previsto l’uso di coloranti o pigmenti contenenti arsenico, come l’ocra. Oltre a quelli di via Benzi tanti altri reperti sono stati riletti alla luce degli ultimi studi archeologici e molti oggetti sono stati fatti restaurare così da comprenderne meglio l’uso. Proprio Isabella Nobile farà da guida sabato 6 aprile alle ore 16.30 della visita “Magia e superstizione in età romana. Testimonianze archeologiche dall’area lariana” nell’ambito di un ciclo in cui dopo il rinnovato allestimento della sezione romana, verranno presentati nuovi oggetti del Museo Archeologico e Storico abitualmente non esposti al pubblico. Gli oggetti saranno illustrati da un esperto che racconterà la loro storia, mettendoli in relazione con altre opere del patrimonio museale. Si parte il 6 aprile con il tema della magia e della superstizione nel mondo romano, tema che è salito alla ribalta con l’esposizione della “tomba della maga”, dalla necropoli di viale Varese angolo via Benzi, contenente una laminetta incisa con simboli magici. Per l’occasione saranno esposte anche altre laminette magiche provenienti dal territorio lariano. Per info: tel. 031.252550 Appuntamento: biglietteria
dei Musei Civici di Como, piazza Medaglie d’Oro 1.