A Chiasso Giacometti superstar

Finalmente apre (gli italiani causa coronavirus dovranno pazientare fino al 16 giugno, quando ci sarà la prima data utile di apertura dopo che le frontiere saranno di nuovo permeabili) la grande mostra sulla grafica dell’artista elvetico Alberto Giacometti al “Max Museo” di via Dante intitolataAlberto Giacometti. Grafica al confine fra arte e pensiero. Una mostra sul confine e di confine, come artista di confine è stato il grande maestro che la patria ha iniziato ad apprezzare in modo effettivo solo dagli anni Sessanta in poi (alla Biennale del 1962 fu invitato dal padiglione francese, il che è tutto dire).Giacometti è conosciuto soprattutto come scultore e pittore, ma la grafica in cui era parimenti autore di eccellenza è un modo per entrare nel suo mondo dalla porta principale dato che il segno, il disegno, è un modo per Giacometti di conoscere il reale in tutti i suoi aspetti. Ecco perché nel suo percorso ha realizzato un gran numero di incisioni e litografie.«Disegnava dappertutto – ricorda la direttrice del museo di Chiasso Nicoletta Ossanna Cavadini, studiosa di architettura cui si deve tra l’altro l’unica seria monografia su Villa Olmo a Como – Sulle buste e lettere ricevute, su giornali e riviste, sull’interno del pacchetto di sigarette dato che era un fumatore accanito o sulla tovaglietta di carta, e anche sulle pareti del suo atelier».Ecco allora che la sua opera grafica è fondamentale per conoscerne il mondo artistico. Al Max saranno esposti fino al 10 gennaio 2021 (la mostra ha dovuto slittare di tre mesi causa epidemia) oltre quattrocento fogli di grafica, disegni e numerosi libri d’artista che videro Alberto Giacometti artefice d’indagine nelle diverse tecniche grafiche, dalla xilografia all’incisione a bulino, dall’acquaforte alla litografia provenienti da 16 prestatori comprendenti le principali istituzioni deputate a conservare l’opera di Alberto Giacometti e gli importanti collezionisti della stessa. Nel dettaglio si possono ammira 5 xilografie, 13 incisioni a bulino, 157 incisioni all’acquaforte, 121 litografie, 2 matrici litografiche, 1 matrice calcografica, 29 libri d’artista, 7 riviste, 21 fotoincisioni, 9 disegni, 2 dipinti ad olio, 3 sculture, 25 fotografie, 9 pubblicazioni storiche.Da rimarcare che per la prima volta in mostra vengono proposte anche tre matrici, sia litografiche sia calcografiche, in raffronto alle corrispondenti grafiche. A conferma del fatto che il Max di via Dante è da sempre votato, nel nome dell’artista cui è intitolato, il grande Max Huber, a valorizzare la filiera dell’arte grafica anche da un punto di vista didattico. «Un artista attivo su più fronti e di statura europea, al centro di un crogiolo di intrecci fecondi – dice Nicoletta Cavadini – che ha lavorato con intellettuali e scrittori tra i maggiori del XX secolo (penso a Georges Bataille, René Char, Marcel Duchamp fra i tanti) e che qui celebriamo con materiali tanto fragili quanto ricchi di bellezza e di storia. Lo valorizzeremo a 360 gradi, anche con uno spettacolo di danza che rievoca il suo rapporto con Samuel Beckett a Parigi, altro grande del Novecento. Giacometti fa davvero parte dell’Olimpo della modernità, e lo celebriamo interrogando il suo segno, che è l’atto primigenio del pensiero artistico attraverso il quale l’uomo può sperimentare l’analisi e la conoscenza».Al Max potranno entrare fino a un massimo di 45 persone per motivi di sicurezza legati al coronavirus.