Addio Taxi, un altro mestiere si avvicina alla fine | Tragico risveglio per milioni di persone: presto dovranno cambiare lavoro

Addio Taxi, un altro mestiere si avvicina alla fine | Tragico risveglio per milioni di persone: presto dovranno cambiare lavoro

Addio Taxi - Pexels - corrieredicomo.it

Un servizio di auto senza conducente promette di cambiare tutto: per chi lavora alla guida potrebbe essere un vero terremoto.

Da anni si parla di guida autonoma, ma per molti è rimasta una parola da convegno, lontana dalla vita reale di chi ogni giorno porta persone da un punto A a un punto B per mestiere.

Nelle ultime settimane, però, qualcosa è cambiato: una nuova sperimentazione ha fatto capire che non siamo più nel campo delle idee, ma dei servizi che iniziano davvero a prendersi una fetta del mercato, lasciando più di un autista con il fiato sospeso.

Le immagini di vetture che girano da sole, senza nessuno al volante, non appartengono più ai film di fantascienza. Un grande gruppo internazionale ha deciso di puntare forte su questo modello, presentando una flotta limitata ma funzionante di auto che trasportano passeggeri su percorsi urbani reali.

Gli utenti pagano una cifra contenuta, si siedono e il resto lo fa il software: uno scenario che, se dovesse allargarsi, potrebbe cambiare per sempre l’equilibrio tra lavoro umano e algoritmi.

Robotaxi Tesla, la prova generale del futuro secondo Money.it

Come racconta Money.it, l’ultima accelerazione arriva da Tesla, che ha lanciato il suo servizio di Robotaxi ad Austin, in Texas. Una piccola flotta di vetture a guida autonoma è stata messa a disposizione di un numero selezionato di utenti invitati, con corse pagate circa 4,20 dollari a tragitto. L’annuncio ha infiammato le azioni Tesla, volate fino a +11% intraday e chiuse con un guadagno di circa l’8% in una sola seduta, facendo crescere di miliardi la ricchezza di Elon Musk.

Gli analisti citati da Money.it definiscono il Robotaxi uno dei tasselli chiave della strategia futura del gruppo: da anni Tesla promette una rete di auto capaci di muoversi da sole e di generare entrate continue, anche quando il proprietario non è a bordo. Non tutti però sono entusiasti allo stesso modo: c’è chi parla di rivoluzione dell’intelligenza artificiale applicata ai trasporti e chi, più prudente, ricorda la lunga lista di ostacoli normativi, tecnici e di sicurezza che una tecnologia simile dovrà ancora superare prima di diffondersi davvero nelle nostre città.

Taxi – Pexels – corrieredicomo.it

Cosa rischiano tassisti, autisti NCC e driver delle piattaforme

Se questo modello dovesse prendere piede, a tremare sarebbero soprattutto i lavoratori che oggi vivono di mobilità urbana: tassisti, autisti NCC, driver delle piattaforme di ride-hailing e di consegna. Una rete di Robotaxi operativa su larga scala potrebbe ridurre il peso del fattore umano, offrendo corse a costi competitivi e tempi di attesa minimi, con algoritmi che ottimizzano tragitti e disponibilità. Per milioni di persone in tutto il mondo, il rischio è di vedere il proprio lavoro “spacchettato” in funzioni che una flotta di veicoli autonomi può svolgere senza stipendio, ferie o malattia.

Allo stesso tempo, gli stessi esperti ricordano che la transizione non sarà immediata. Serviranno anni di test, norme chiare, responsabilità assicurative definite e accettazione sociale di un’auto che gira completamente sola tra pedoni e incroci. Nel frattempo potrebbero nascere nuove figure professionali legate alla gestione, manutenzione e supervisione dei Robotaxi. Ma il segnale lanciato dal caso raccontato da Money.it è chiaro: chi oggi vive solo di volante non può più considerare intoccabile il proprio mestiere e dovrà iniziare a pensare a come affiancare, trasformare o proteggere il proprio lavoro in un mondo dove l’autista, sempre più spesso, è un software.