Allarme lungo il confine per l’arrivo della letale “super-ecstasy”

La pastiglia in Italia non è ancora nota come droga: a Chiasso si è parlato del problema

centimetro di diametro, definita potenzialmente mortale (anche in piccole dosi) e quattro volte più potente della ben più nota ecstasy.Su un lato – per conoscenza – sono riportati tre rombi che convergono verso un unico punto.A rendere la droga ancora più pericolosa, il fatto che questa sia poco nota e, addirittura, in Italia, del tutto sconosciuta e ancora non catalogata nelle tabelle ministeriali.Tanto che paradossalmente, nella nostra Penisola, non si può ancora parlare di droga.La pastiglia in questione è stata fatta analizzare da un esperto che ha evidenziato una presenza elevata di metaclorofenilpiperazina.In Svizzera queste pastiglie erano già note anche se da poco tempo, mentre in Italia non sono ancora comprese tra il novero delle droghe conosciute.Motivo per cui il problema è stato posto sul tavolo di Chiasso, in quanto da indagini parrebbe che la “super-ecstasy” abbia nei Paesi Bassi il luogo di provenienza e nel Canton Ticino il passaggio obbligato verso l’Italia. La vicenda è stata portata allo scoperto da un recente sacchetto (contenente 769 pastiglie) trovato da un buttafuori all’esterno di un locale italiano.Contenitore poi consegnato alla guardia di finanza e da qui inviato all’esperto per essere analizzato. Qui è avvenuta la sconcertante scoperta, relativa non solo alla potenza devastante della pastiglia – che può portare alla morte – quattro volte più letale dell’ecstasy, bensì anche al fatto che quest’ultima non fosse compresa nelle tabelle ministeriali e dunque fosse, per l’Italia, sostanzialmente sconosciuta.Tanto è vero che il fascicolo aperto sul ritrovamento non sarebbe per droga, bensì per «commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate», dato che paradossalmente la sostanza al momento non è ancora riconosciuta dalla legge come stupefacente.

Mauro Peverelli

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