App Immuni, a Como solo 2 positivi autorizzano la “tracciabilità” dei contatti

Due soli pazienti positivi al Covid che hanno autorizzato a pubblicare il loro codice, ovvero a tracciare i contatti. Pochi, come ha evidenziato Elisa Donadini, direttore della sorveglianza delle malattie infettive.«La tempestività è fondamentale per contenere il virus – ha spiegato – Noi intervistiamo subito i pazienti e li invitiamo a scaricare l’App e autorizzare la pubblicazione del codice. Si tratta però di un gesto volontario. Confidiamo nel ruolo attivo dei cittadini su questo fronte, oltre che nel ruolo dei medici di base e della stampa, naturalmente».I vertici di Ats non temono di parlare della pandemia ancora in corso come un «momento drammatico anche emotivamente». Più volte vengono ringraziati tutti gli operatori «che hanno dato anima e corpo sette giorni su sette. Non siamo arrivati dappertutto, ma ce l’abbiamo messa tutta» spiegano.Ats Insubria è troppo vasta dal punto di vista territoriale?«Non è una domanda che dovete fare a me – dice il direttore sanitario Edoardo Majno – Seguiamo 1,5 milioni di residenti su due province, in coordinamento con le Asst locali. Un sistema complesso. Certo dimensioni più piccole possono facilitare alcuni aspetti. L’organizzazione territoriale è un tema del futuro. Ma c’è stato coordinamento anche con il Comitato delle Ats e della Asst territoriali».«Si è detto che a Como non si facevano tamponi, ma non è vero – ha commentato Marco Magrini – Basta guardare i dati oggettivi. Nelle prime settimane mancavano i reagenti, è vero. Oggi la malattia circola ancora, serve la massima attenzione. Si devono tenere le distanze e seguire le regole sulle mascherine».«A gennaio della malattia non si sapeva nulla, è mutata violentemente – ha detto Paolo Bulgheroni – Noi osservavamo l’evolversi della situazione in Cina. Siamo stati da subito sempre trasparenti. Il territorio comasco e varesino avrebbe potuto subire danni anche maggiori, soprattutto per la presenza dell’aeroporto di Malpensa».Riguardo la comunicazioni dei dati all’esterno. «Abbiamo sempre seguito le indicazioni regionali – ha concluso Magrini – ma abbiamo lavorato sempre con il cuore, tutti. La struttura gestiva 5mila malattie infettive in un anno, siamo arrivati a 10mila in una settimana».Tra i medici vi sono stati 33 casi positivi censiti, con 2 decessi, entrambi nella provincia di Varese. Ats Insubria ha distribuito e distribuirà entro metà luglio materiale di protezione tra tute, mascherine e guanti per quasi 1 milione e 4mila pezzi.