L’analisi degli imponibili Irpef dal 2005 a oggi mostra una città spaccata in due(m.d.) I poveri diventano sempre più poveri. Il ceto medio, invece, regge e in molti casi migliora la propria situazione. I ricchi, poi, aumentano. È il ritratto della città che esce dalla dinamica dei redditi dei contribuenti residenti nel capoluogo dal 2005 al 2011. Da prima cioè che la crisi cominciasse a far sentire i suoi pesanti effetti ai giorni nostri, in cui l’uscita dalla lunga recessione è tutt’altro che vicina e scontata.I dati sono stati raccolti e diffusi dal consigliere
comunale della lista “Per Como”, Mario Molteni, all’opposizione a Palazzo Cernezzi.«In occasione dei dibattiti in consiglio comunale sugli incrementi delle tasse e dell’addizionale Irpef, ho chiesto alcuni dati per comprendere come si stia evolvendo in questi anni la situazione reddituale dei cittadini comaschi – spiega Molteni – Si tratta di dati che vanno dal 2005 al 2011, suddivisi per le varie fasce di reddito imponibile. Perché li ho chiesti? Dapprima per comprendere l’evolversi della situazione, da dove arriviamo e dove stiamo andando in termini di redditi, ma anche per fare un’analisi circa le povertà che stanno emergendo in città e per cercare di comprendere quali e quante forze mettere in campo per aiutare i più deboli».E proprio qui sta il punto. Perché andando a confrontare il numero di contribuenti che appartengono ai vari scaglioni di reddito, si scopre che tra il 2005 e il 2011 si è ridotta in particolare la fascia di popolazione che ha dichiarato redditi imponibili bassi, compresi tra i 3mila e i 20mila euro, con flessioni anche superiori al 30%.Molti, a causa della crisi che ha fatto saltare numerosi posti di lavoro, sono sprofondati nelle fasce più basse: i contribuenti che dichiarano meno di mille euro al mese sono per esempio cresciuti del 76,6% in questi ultimi anni, quelli che non superano i 2mila euro sono aumentati del 57,8%, coloro che non oltrepassano i 3mila sono diventati il 35,3% in più.Altri sono invece riusciti a migliorare la propria condizione economica, visto che anche le fasce di reddito che vanno dai 20mila euro in poi hanno registrato, tra il 2005 e il 2011, incrementi costanti nel numero di contribuenti. Per esempio, nello scaglione di reddito compreso tra i 33.500 e i 40mila euro, nel 2005 figuravano 2.153 cittadini, saliti a 2.892 nel 2011 (+34,3%). E il loro reddito annuo pro capite si è pure accresciuto, seppure di poco, passando da 33.996 a 34.557 euro.È aumentato anche il numero dei ricchi, di coloro cioè che al fisco hanno dichiarato redditi imponibili superiori a 100mila euro: erano poco più di un migliaio nel 2005, sono diventati 1.373 sei anni dopo. In questo caso, però, il reddito medio è calato: da 196mila euro a 171mila.La crisi, insomma, sembra aver spaccato in due la città, svuotando la fascia di cittadini con redditi bassi, facendo invece aumentare sia il numero dei poveri sia il numero dei contribuenti con redditi medio-alti.«Da questi dati emerge innanzitutto la crescita esponenziale in città delle persone con un reddito imponibile ben al di sotto della fascia di sopravvivenza», afferma Mario Molteni. Nella sua analisi, il consigliere della lista “Per Como” accorpa i contribuenti delle prime fasce di reddito, quelli cioè che arrivano fino a 4mila euro all’anno di imponibile Irpef. Il loro numero è cresciuto dal 2005 al 2011: erano 1.295, sono diventati 1.830, con un incremento del 41,3%. «E non soltanto sono diventati più numerosi, ma anche il loro reddito medio ha subìto un crollo significativo, dai 1.829 euro del 2005 ai 1.435 euro del 2011».Molteni non si ferma qui. «Se allargassimo la visuale alla fascia fino a 7.500 euro, potremmo vedere che il numero di contribuenti è cresciuto di 108 unità (+4%), passando da 2.789 a 2.897. Il loro reddito complessivo è però crollato del 20%, scendendo da 10.623.489 a 8.520.469 euro, con una media pro capite in calo addirittura del 22,7%, da 3.809 a 2.941 euro».Se si prende in considerazione la totalità dei contribuenti, il loro numero è calato di poco (-1,5%), ma il reddito complessivo è aumentato del 9,7% (da 1,2 a 1,3 miliardi di euro), mentre quello pro capite è salito dai 24.964 del 2005 ai 27.800 del 2011 (+11,36%).«Quest’ultimo sembra un dato ottimo – commenta Molteni – ma se consideriamo i sette anni trascorsi, possiamo osservare che la crescita è stata solo dell’1,6% all’anno: praticamente non ci siamo mossi in questo periodo».Un’ultima considerazione finale. «Purtroppo – afferma il consigliere di opposizione – la nostra Como ha visto, in questi 7 anni, aumentare le persone con redditi bassissimi: su questo dato bisogna riflettere per porre in essere adeguate misure di sostegno. Circa l’80% dei comaschi, inoltre, non supera i 33.500 euro di reddito, mentre un contribuente su due, il 53%, va dai 10mila ai 26mila euro annui».
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