Autore: Redazione

  • L’accusa del Pd alla Giunta di Como: “Tra gli ultimi in Italia per le piste ciclabili”

    “Como è 81esima per estensione della propria rete ciclabile, nella classifica delle 105 città italiane stilata dal 28esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia. A livello nazionale, siamo tra Teramo e Matera e tra gli ultimi in Lombardia. E negli ultimi cinque anni siamo rimasti fermi, con una ciclopedonale che è stata affossata dalla giunta Landriscina. Giunta che per contro ama aprire cantieri sulle vie più trafficate della città” dichiara Tommaso Legnani, segretario cittadino del Partito Democratico di Como.

    “La mobilità ciclabile non è solo cicloturismo ma qualità dell’aria e della vita. Parliamo di persone che vanno al lavoro, bambini e ragazzi che vanno a scuola, persone che possono usare la bicicletta e il monopattino elettrico tutti i giorni invece che mettersi in auto. Ma hanno bisogno di farlo in sicurezza. Aprire dei percorsi ciclopedonali sarebbe il minimo per un città come Como che soffre traffico e inquinamento. Ma a Palazzo Cernezzi c’è chi dice no. No anche ai soldi del Pnrr per finanziare una migliore mobilità sostenibile. Mentre Brescia porta a casa 359 milioni di euro del Ministero dei Trasporti per una nuova linea tramviaria, Como che fa? Soffoca nel traffico” conclude il segretario Dem.

  • Insulti e  oscenità, ecco i graffitari dell’Impero romano

    Insulti e oscenità, ecco i graffitari dell’Impero romano

    Gli antichi romani erano come noi. D’accordo, l’età media era minore, non conoscevano la democrazia diretta e non avevano i social, ma abbondavano in latrine, postriboli e altri luoghi a ben vedere analoghi sulle cui pareti lasciare evidenze del proprio passaggio terreno, e cioè graffiti con pensieri, inviti, insulti e oscenità assortite, in parole e segni. E senza consumare corrente e nemmeno giga.Ne dà conto un libro prezioso quanto irresistibile, naturalmente vietato agli immaturi e consigliabile a chiunque abbia a cuore le radici, dal titoloOltre Pompei. Graffiti e altre iscrizioni oscene dall’Impero Romano d’Occidentepubblicato da Deinotera Editrice. Il volume, primo della collezione “The seeds of Triptolemus”, si deve a due agguerriti latinisti esperti di epigrafia come Stefano Rocchi, docente di Filologia classica e ricezione dell’antico all’Università di Pavia, che sta lavorando a numerose iniziative per il bimillenario del comasco Plinio il Vecchio, e Roberta Marchionni, che a Monaco di Baviera lavora al Thesaurus Linguae Latinae. Si va come dice il titolo “Oltre Pompei” perché l’eruzione del 79 dopo Cristo in cui ebbe la peggio l’erudito comasco autore della Naturalis Historia Plinio il Vecchio fu naturalmente la madre di tutte le raccolte di iscrizioni parietali. Ma come documenta il libro erano diffusissime in tutto l’impero d’occidente. I cui muri erano una grande bacheca fisica e non virtuale dove i graffitari dell’epoca potevano sbizzarrirsi. Il libro edito da Deinotera ne è un sapidissimo assaggio, un viaggio tra Italia, Ungheria, Spagna e Francia, tra latrine, terme, case private e santuari a caccia del lessico osceno in voga all’epoca del nostro Plinio (ed epoche limitrofe) raccontato con criteri filologici di assoluta scientificità ma al tempo stesso capace come un romanzo di illustrarci e raccontarci la commedia umana dei tanti antenati che non mancavano di dire peste e corna di avversari e rimarcare le proprie preferenze sessuali su una parete. Non manca un oscenissimo graffito licenzioso della vicina Svizzera, scoperto a Vidonissa, l’attuale Brugg (Aargau).

  • Il mio saluto ai lettori

    Il mio saluto ai lettori

    di Mario Guidotti

    È una delle prime cose che impariamo e non dimentichiamo più: tutto finisce. Le persone, le cose, le stelle, l’universo, niente dura per sempre. Il resto è nelle pieghe della Fede.

    Di fronte alla partenza definitiva di qualcosa o qualcuno cui tenevamo molto abbiamo due strade: disperarci per ciò che non sarà più, oppure sentirci ricchi per ciò che chi o cosa va via per sempre ci ha lasciato.

    Mi sforzo a fatica di appartenere alla categoria di quelli che si comportano nel secondo modo. Così farò per questa rubrica, “Il martelletto”, che oggi va a esaurirsi. È stato un piacere e un onore ospitarvi nella mia casa. Mi spiego: una rubrica è da considerarsi un’abitazione, un ambiente, un luogo, dove l’arredo sono idee, riflessioni, emozioni, ricordi, provocazioni, proposte, visioni, ambizioni (Copyright: Beppe Severgnini). E ogni titolare di rubrica condivide le proprie con il lettore.

    Così è stato per Il Martelletto, il cui nome avevo proposto a Direttore e Vice Direttore del quotidiano che lo ha ospitato, dal 2016. Martelletto è lo strumento del neurologo, con il quale si valutano i riflessi degli esaminati alla visita, ma in questo àmbito ha voluto significare un mezzo per sollecitare il lettore, con garbo ma anche con energia, ad affrontare un problema, a riflettere su un evento, a conoscere una storia. Ben lo aveva compreso uno dei miei più illustri frequentatori della rubrica, il Professor Giorgio Cosmacini, medico, scrittore e storico della Medicina, che anni fa incontrandomi a una cerimonia mi apostrofò simpaticamente: “tu sì che martelli i comaschi”.

    Lascio onoratissimo una “dimora” di 242 corsivi sotto il nome della rubrica, in un totale di 421 pezzi pubblicati a mia firma in 12 anni di collaborazione con il Corriere di Como. Come è noto, faccio un altro lavoro, ma comunicare con il lettore è stato molto più che un hobby, un impegno che ho voluto prendere con la stessa serietà con la quale mi sono preso cura dei malati. Al Direttore di questo quotidiano va il perenne ringraziamento di avermi dato un’incredibile opportunità, unita alla libertà più assoluta di esprimere le mie idee. Mi scuso con il lettore che ha spesso subìto una grammatica primitiva e una sintassi spesso zoppicante.

    Tengo a dire che quest’esperienza mi ha insegnato tantissimo e mi ha cresciuto immensamente. Ho sentito il privilegio, ma anche la responsabilità di raccontare (anche) la Medicina alla gente, cercando di far comprendere il limite di una disciplina che unisce le evidenze scientifiche alla necessaria arte umana di prendersi cura di chi soffre, nel corpo e nello spirito. Dopo averla praticata, la Medicina appunto, non potevo chiedere di più che poterne parlare, raccontare, riflettere con la gente. Oltre a questo mi è piaciuto immensamente esporre le mie idee sui costumi, sui comportamenti, sulle doti, sui limiti e sulle contraddizioni della razza umana. È stata una cavalcata emozionante e io vi saluto felice.

  • Il circolo Tenchio fa tappa a Lecco con la mostra contro la violenza di genere

    Il circolo Tenchio fa tappa a Lecco con la mostra contro la violenza di genere

    La mostra itinerante “Noi Artemisia” – Contro la violenza sulle donnepromossa dal circolo Tenchio intitolato al grande scultore comasco Angelo Tenchio fa tappa a Lecco.

    L’inaugurazione della Mostra si terràlunedì mattina, 15 Novembre, alle ore 9.30 presso il Tribunale di Lecco.

    Il Circolo culturale Angelo Tenchio ha ripreso la mostra itinerante“Noi Artemisia”fermata a causa dell’emergenza sanitaria.

    Dopo le tappe del 2021 a Ello, Dolzago e Molteno la mostra approda alTribunale di Lecco, dove le opere delle Artiste rimarranno espostedal 15 al 20 novembre.

    La Mostra itinerante era nata nel 2019 su “progetto” di Elena Ornaghi, dopo le esposizioni di Oggiono (Mostra per le vie del paese), Alserio, Valmadrera e Molteno, l’itinerario si era interrotto a causa dell’emergenza Covid.

    Al progetto artistico partecipano attualmente 35 artiste del circondario, che hanno deciso di affrontare il tema della violenza sulla donna attraverso la pittura, toccandone ogni sfumatura.

    Due sono i fili che legano le opere esposte: la figura della pittrice Artemisia Gentileschi che fu vittima di violenza e l’altro filo conduttore è il colore giallo, colore centrale e chiave presente nelle opere di Artemisia Gentileschi nel periodo del processo.

    Il colore giallo è il veicolo prescelto per comunicare visivamente tutto ciò che è legato alla violenza e alla discriminazione nel corso della storia.

    Il giallo, quindi, è stato ripreso dalle artiste nelle loro opere.

    Artemisa Gentileschi, pittrice nata a Roma nel 1593 e morta a Napoli nel 1655, di scuola caravaggiesca e icona della lotta alla violenza sulle donne, intentò il processo contro il suo stupratore, portando avanti una battaglia per la verità, condotta senza paura e con incredibile tenacia, con la certezza dei propri mezzi espressivi in un mondo terribilmente misogino, quale era l’ambiente artistico nel ‘600.

    Proponendo la sua arte con abilità e con sicurezza, manifestò la volontà di non rinunciare ad esprimere la propria femminilità e la cura per la propria famiglia.

    La curiosità intellettuale la spinse a vivere e lavorare nelle più importanti città dell’epoca.

    E’ affascinante ed al tempo stesso drammatico, poter notare come le opere di Artemisia Gentileschi riflettano la vicenda processuale, cui fu sottoposta, e la sua evoluzione emotiva nella vicenda, evidenziando come la violenza subita si sia consumata all’interno della dimensione familiare, come spesso accade oggi.

    Promuovere lepari opportunità,contrastare la violenzasulle donne, glistereotipi di generee ogni forma di discriminazione e soprusoè il compito del Comitato per le Pari Opportunità.

    Il CPO dell’Ordine degli Avvocati e delle Avvocate di Lecco ha accolto la proposta del Circolo Tenchio con straordinario entusiasmo per favorire unavera cultura della parità nel luogo simbolo della lotta e difesa dei diritti.

    Iniziativa peraltro condivisa con due Istituti superiori della provincia di Lecco, ISS Bachelet di Oggiono e ISS Medardo Rosso di Lecco con una campagna disensibilizzazione e comunicazione attraverso la realizzazione e mostra al Palazzo di Giustizia di elaborati artistici a cura degli studenti e delle studentesse, ispirati ai sentimenti conseguenti o legati alla violenza (il dramma, la rabbia, la richiesta di aiuto, la reazione, la rinascita).

    Unimpegno che continuaal fianco delle tante realtà che sul territorio si attivano per rispondere ai bisogni e cogliere le opportunità di cambiamento. Fare rete significa, infatti, valorizzare e moltiplicare energie, idee, progetti, con ricadute capillari.

    Per contrastare la violenza è necessario promuovere azioni finalizzate al cambiamento socio-culturale per eliminare pregiudizi e superare modelli stereotipati dei ruoli.

    L’impegno del CPO di Lecco è di lavorare nelle scuole sulla prevenzione della violenza che trova forza negli stereotipi e nei meccanismi culturali diffusi.

    Lavorare cioè anche con le adolescenti e gli adolescenti con l’obiettivo di favorirne la crescita, considerando il “genere” come apprendimento necessario, di sé, degli altri e delle altre, della visione del mondo. Convinto che l’educazione al rispetto di sé e la cura delle relazioni tra pari, costituiscono le basi sicure per la formazione di nuove generazioni, pronte a costruire una società che promuove una cultura di genere non-sessista e paritaria.

    In un percorso di forte coinvolgimento umano, prima ancora che culturale, si aggiunge in questo periodo anche il dramma delle donne afgane e il nostro pensiero va anche a loro, ledonne di Kabul, vittime della repressione.

  • Della Torre e Spagnulo insieme a Milano

    Della Torre e Spagnulo insieme a Milano

    Due maestri lombardi, di diverse generazioni, legati al Lario, in scena a Milano. Sono Enrico Della Torre, pittore, che con l’atelier litografico Lithos di Como e il poeta Alberto Nessi ha firmato il libro d’arte “Radure”. L’altro artista è Valdi Spagnulo, che ha esposto in una personale al Broletto di Como e ha molti collezionisti ed estimatori sul Lario. Sono in scena insieme da oggi a Milano nella mostra “Ritmi visibili” a cura di Kevin Mc Manus, che è stato allievo dello storico dell’arte comasco Luciano Caramel. Inaugurazione dalle 17.30 alle 21, apertura fino al 14 gennaio alla galleria Studio Masiero. Della Torre (Pizzighettone, 1931) è una delle voci più personali e intense della pittura del secondo novecento. Spagnulo (Ceglie Messapica, 1961), è affermato scultore. Info su www.monicamasiero.it,

  • Dall’8 dicembre anche Chiasso celebra il Natale

    Dall’8 dicembre anche Chiasso celebra il Natale

    Il Natale 2021 si avvicina a grandi passi. Anche quest’anno, Chiasso si prepara a vivere le Festività con un simpatico programma di eventi e animazione, che si svilupperà fra l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione, e il 24 dicembre, Vigilia di Natale.Natale fa rima con tradizione, e in quest’ottica la Società dei Commercianti del Mendrisiotto in collaborazione con il Municipio di Chiasso riproporrà anzitutto il Mercatino lungo Corso San Gottardo e nelle vie adiacenti. La grande novità per il 2021 è l’estensione del Mercatino stesso, che quest’anno si articolerà su ben sette giorni.Il via sarà dato, come è consuetudine, mercoledì 8 dicembre 2021: dalle ore 10.00 alle ore 18.00, il centro cittadino sarà animato dai venditori ambulanti con i loro prodotti di artigianato e specialità enogastronomiche. La giornata si concluderà con uno spettacolo a sorpresa e l’accensione dell’Albero in Piazza Bernasconi, alla presenza delle autorità.Quest’anno l’offerta delle bancarelle non si limiterà al giorno dell’Immacolata: nei due fine-settimana successivi, infatti, il Mercatino di Natale sarà una continuazione ideale del mercato settimanale del venerdì, che dunque proseguirà il sabato e la domenica. Le date da segnare quindi sul calendario sono, oltre all’8 dicembre, i giorni 10/11/12 e 17/18/19 dicembre.In tutti i giorni dedicati al Natale in centro, il Comune di Chiasso curerà l’animazione di Piazza Indipendenza e Piazza Bernasconi, con varie sorprese e addobbi che arricchiranno l’atmosfera di festa

  • Compie dieci numeri la rivista “Altolariana”

    Gli Sherlock Holmes della cultura e dell’arte. Una rivista rigorosa che scandaglia archivi pubblici e privati per raccontare il territorio e le sue radici. È “Altolariana” bollettino dell’omonima Società Storica con sede nell’ex chiesa di San Sebastiano a Gravedona ed Uniti che è giunto al corposo numero dieci. Che è un libro di quasi 500 pagine con notizie, aneddoti e curiosità del territorio appunto altolariano con particolare riguardo a fatti storici e artistici. si sta già lavorando al numero 11. Molte le curiosità del 10. Ad esempio Pieralda Albonico Comalini racconta in ogni dettaglio la sofferta “cessione” allo Stato delle quattro tele del grande pittore genovese Alessandro Magnasco già nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Gravedona. Una vicenda intricatissima, degna di un romanzo, partita da un furto sacrilego avvenuto un secolo fa, che l’autrice segue passo passo sui documenti di archivio. Nello stesso numero della rivista Ilaria Bruno descrive un particolare frammento della decorazione rinascimentale nella chiesa parrocchiale di Brenzio, l’affresco che raffigura un “Santo soldato” riportato alla luce durante recenti restauri e opera di un pittore lombardo tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

  • Classica nel Mendrisiotto

    Classica nel Mendrisiotto

    I giovani saranno i protagonisti nel Concerto Aperitivo di venerdì 19 novembre, alle 18.15, nella sala dell’associazione Musica nel Mendrisiotto, a Mendrisio.Interpreti saranno alcuni tra gli studenti più meritevoli del Conservatorio della Svizzera italiana nell’ambito di un progetto volto a mettere in luce l’importante lavoro di formazione che si svolge quotidianamente nel nostro distretto e dare l’occasione ai giovani musicisti di esibirsi in un contesto ideale, nell’ambito di una rassegna di lunga tradizione quale è quella di Musica nel Mendrisiotto.Il pubblico sarà accolto con un aperitivo offerto, immergendosi, per poco meno di un’ora, in un ambiente da Caffè Concerto, tanto in voga a cavallo tra il XIX e il XX secolo nelle capitali europee. I programmi, concepiti in un susseguirsi accattivante di celebri melodie e pagine brillanti di Mercadante, Chopin, Mendelsshon e Debussy, saranno impreziositi da aneddoti storici e brevi introduzioni all’ascolto, curate dal direttore artistico Claude Hauri.A partire dalle 18.00 sarà possibile accedere alla sala dove verranno offerti aperitivi analcolici, vino e salatini. La durata complessiva è di ca. 45 minuti.L’accesso è a offerta libera. È possibile riservare tramite mail a prenota.musicanelmendrisiotto@gmail.com e tramite sms o telefonando allo +41 76 72 45 438.Gli eventi sono organizzati nel rispetto delle vigenti norme anti COVID-19. L’accesso è consentito unicamente con il certificato COVID-19 (vaccinati, guariti o tampone negativo).La mascherina non è necessaria una volta seduti al proprio posto.Informazioni per il pubblico:Musica nel Mendrisiotto – Tel 091 646 66 50 – musicamendrisiotto@ticino.com – www.musicanelmendrisiotto.com

  • Le migliori scuole superiori del comasco per Eduscopio

    È stata pubblicata ieri la classifica aggiornata delle migliori scuole superiori italiane 2021, messa a punto da Eduscopio di Fondazione Agnelli.Eduscopio consente di comparare licei e istituti tecnici, sia statali che privati (con il relativo indirizzo di studio che interessa), a una distanza di 10, 20 e 30 chilometri dall’area dove si risiede. Le scuole vengono valutate sulla base di come preparano per l’università o per il mondo del lavoro dopo il diploma. I risultati si possono consultare gratuitamente al sito www.eduscopio.it.Le ricerche si concentrano su cosa è successo a chi si è diplomato in quella scuola e poi si è iscritto all’università o ha trovato lavoro. Gli indici che stilano le classifiche vengono calcolati sulla base della media dei voti conseguiti agli esami universitari e della percentuale di esami superati dai diplomati di ogni scuola (50 e 50).Un ulteriore indicatore specifica quanti studenti hanno raggiunto senza bocciature il diploma cinque anni dopo. Inoltre, la valutazione di Eduscopio tiene conto, successivamente, del grado difficoltà dei corsi di laurea frequentati dagli studenti, dei crediti ottenuti nel primo anno e della media dei voti ottenuti.Considerando un raggio di 20 chilometri dal capoluogo, molte sono le scuole in evidenza nella provincia di Como. A Erba, Cantù e Olgiate Comasco si registrano infatti ottimi posizionamenti. Per quanto riguarda le migliori a indirizzo classico, l’“Alessandro Volta” di Como è primo, seguito dal liceo “Enrico Fermi” di Cantù (con 2 punti e mezzo di differenza tra i due). Il Fermi di Cantù si riconferma al primo posto come lo scorso anno per quando riguarda gli istituti a indirizzo scientifico, seguito dal “Galileo Galilei” di Erba. Al terzo e quarto posto ci sono il “Paolo Giovio” di Como e il “Giuseppe Terragni” di Olgiate Comasco.Terragni che invece balza al primo posto per quanto riguarda l’indirizzo di scienze applicate, seguito dal “Galileo Galilei” di Erba, dall’“Enrico Fermi” di Cantù e dal “Paolo Carcano” di Como (che l’anno scorso era primo). Al quinto posto il “Jean Monnet” di Mariano Comense e al sesto il “Paolo Giovio” di Como.Il “Carlo Porta” di Erba è in prima posizione per l’indirizzo scienze umane, seguito dal “Teresa Ciceri” e dall’istituto “Matilde di Canossa”, entrambi di Como. Il “Carlo Porta” è primo anche per il sotto-indirizzo economico-sociale di scienze umane.Nell’indirizzo linguistico spicca l’“Enrico Fermi” di Cantù, seguito dal “Jean Monnet” di Mariano Comense e dal “Giuseppe Terragni” di Olgiate Comasco. Il “Fausto Melotti” di Cantù è in prima posizione per l’indirizzo artistico ed è in ottima posizione anche allargando la ricerca a 30 km da Como, preceduto di pochissimo dal “Lucio Fontana” di Arese. Il Jean Monnet è primo nell’indirizzo tecnico-economico, seguono, a distanza, il Caio Plinio di Como e il Romagnosi di Erba. Il Jean Monnet è primo anche nell’ulteriore specifica tecnico-tecnologico seguito dal “Magistri Cumacini” di Como.

  • “La spira”, così Mauro Ferrari racconta il rapporto tra la città e la fabbrica

    A Como si è da decenni alle prese con il problema Ticosa. A Novi Ligure c’è un analogo caso con “La Spira” ossia il fumo emesso dalla Italsider/Ilva, prima aggregata al nucleo urbano e poi spostata nella periferia nei primi anni Sessanta, “al limite della pianura ricca”. A questo sito industriale dove peraltro lavorò anche il padre come operaio, dedica un poemetto – scritto nell’arco di un lungo periodi di tempo, da fine anni Novanta al 2018 – il poeta Mauro Ferrari, novese, classe 1959 e ospite da tempo del festival comasco “Europa in Versi” dove ha proposto e propone anche gli autori italiani e internazionali della casa editrice Puntoacapo di Pasturana in provincia di Alessandria di cui è direttore editoriale. E per i cui tipi è uscito ancheLa spira, appunto il poemetto intitolato alle spirali di fumo della ciminiera della fabbrica che tra memoria e storia, tra “vita solida” e fantasmi del passato che persistono nel presente come cicatrici indelebili, graffi che gridano, crollate le utopie e imperante il capitalismo, documenta il rapporto tra città e fabbrica, tra comunità e industria, tra vissuto personale e sentimento collettivo. Anche la Como postindustriale attende con la vicenda Ticosa (che però è alle porte della città e non in periferia, un suo cantore, tenendo anche presente che proprio dirimpetto l’area dell’ex fabbrica tessile opera da tempo un circolo di poeti, l’Acarya, che si riuniscono ogni venerdì sera. L’esempio di Mauro Ferrari potrebbe spronare nuovi autori di poesia civile e memoriale anche a Como.