Flussi di storie e paesaggi, impasti cromatici violenti, viaggi onirici che si interrogano sul senso del dipingere e sulla presenza del sacro nell’umana avventura.
Un ampio e denso saggio sull’opera del pittore di Porlezza Bruno Bordoli, classe 1943, è sull’ultimo numero, il 250°, della rivista “Fermenti”. Pittore «di confini» come lo definisce l’autore del saggio, Vincenzo Guarracino, e non solo perché Bordoli è di Porlezza, ma per la sua dimensione estetica, tesa tra l’ispirazione dell’espressionismo del Nord europeo e le mitologie mediterranee, tra «visionarietà e classicismo», tra «compostezza e drammaticità».
Un autore anche molto prolifico che ha già realizzato oltre diecimila opere tra dipinti, collages e disegni, la cui summa espressiva è forse il commento visivo alla Bibbia in due volumi di grande formato pubblicato da Electa nel 2018.