di Lorenzo Morandotti
Quella dei piccoli borghi è un’Italia dove vivono 10 milioni e mezzo di cittadini e che rappresenta oltre il 55% del territorio nazionale, fatto di zone di pregio naturalistico, parchi e aree protette. Un tesoro inestimabile che un Paese dove ha sede il 60% dei beni culturali mondiali dovrebbe tutelare con amore. Lo spiega con dovizia di immagini e schede un bel volume, Borghi rinati. Paesaggi abbandonati e interventi di rigenerazione di Carlo Berizzi e Lucia Rocchelli, edito da “Il Poligrafo”.
Un tema che merita una diffusa e attenta riflessione anche sul Lario, la rinascita dei borghi: siamo territorio variegato che assiste impotente alla sparizione delle antiche cascine (si vedano gli studi dell’architetto Tiziano Casartelli per il territorio canturino) e l’abbandono delle aree montane ma dove per contro molti giovani si impegnano ad esempio nelle attività agricole, come ha segnalato una recente statistica di Coldiretti.
Ogni gita anche breve nella provincia lariana può portare a casa il ricordo di un piccolo agglomerato urbano o di un suo rimanente frammento, di storia antica o antichissima, che meriterebbe un intervento di recupero, sia pubblico che privato.
Il libro cui si accennava dà molti esempi di interventi virtuosi in borghi italiani e internazionali, Svizzera compresa (mirabile l’intervento “olistico” negli abitati grigionesi di Surselva e della Val Lumnezia). Non dà conto di esperienze lariane ma è lettura educativa anche per progettisti e urbanisti del Comasco (basti pensare all’esempio aureo del borgo di Solomeo, qualificato dall’imprenditore Brunello Cucinelli, che è stato ospite alla manifestazione green cernobbiese “Orticolario” qualche anno fa). E il libro ci ricorda ad esempio che pure un architetto star internazionale come Rem Koolhas «dopo aver coltivato per decenni i deliri metropolitani sta lavorando a una grande mostra sulle trasformazioni del mondo rurale, prevista nel 2020 al Guggenheim di New York». Un libro prezioso anche perché di rigenerazione urbana si occupa una legge approvata dalla maggioranza del consiglio regionale lombardo nella seduta di martedì 12 novembre.
Obiettivo della norma è il recupero di immobili o porzioni di quartieri, attraverso iniziative di rigenerazione con ricadute positive su abitabilità e attrattività dei centri abitati (anche in termini turistici e non solo urbanistici), nonché sul piano della sicurezza e della vivibilità urbana. Lotta al degrado dunque ma anche ripensamento dei luoghi in cui abitiamo e in cui un tempo si abitava e che possono tornare a essere motivo di interesse non solo romantico ma anche economico. Se ne parlerà il 19 dicembre alle 17 in un apposito convegno dell’Ance di Como sulla rigenerazione come «sfida per il territorio», aperto a tutti e non solo agli addetti.
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