«Su questa strada, sia nella parte vecchia che in quella ora maggiormente utilizzata, periodicamente si verificano degli incidenti. Considerando che vengono attraversati dei centri abitati vogliamo fare qualcosa per la sicurezza». Le parole sono di Anna Maria Manenti, promotrice di una petizione. Tutto parte dalla considerazione evidente dell’alto numero di incidenti sulla Statale Regina e sulla provinciale Vecchia Regina. Per questo alcuni residenti di Carate Urio hanno deciso di avviare una petizione di sensibilizzazione, con l’intento di raccogliere quante più firme possibile per poi tornare a rivolgersi alle istituzioni. Servono – spiegano i promotori dell’iniziativa – interventi di moderazione del traffico a protezione dei pedoni che camminano lungo la strada per raggiungere, ad esempio, le fermate dell’autobus o per fare commissioni.«I punti da controllare con maggior attenzione sono diversi. Il territorio si sviluppa per pochi chilometri ma bisognerebbe porre magari maggiore attenzione all’uscita dell’ufficio postale, in prossimità dei bar, della farmacia e delle fermate dei bus. Insomma in tutti quei punti sensibili dove non c’è un disegno stradale idoneo a proteggere il pedone piuttosto che la mamma con il passeggino», aggiunge sempre Anna Maria Manenti.Un problema – spiegano ancora – che non si limita soltanto a Carate Urio ma coinvolge anche altri paesi che si affacciano sulle due trafficate arterie viabilistiche. Chiunque potrà sottoscrivere la petizione. A Carate Urio nei due weekend del 12 e 13 e del 26 e 27 ottobre quando saranno allestiti dei gazebo in due punti: sulla provinciale Regina vecchia nell’area parcheggio vicino alla farmacia e sulla Statale nelle vicinanze del cimitero di santa Marta, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17. «C’è stato un forte aumento del turismo negli ultimi anni e tutto ciò porta sempre più persone a muoversi per il paese. E si vedono spesso camminare lungo la strada con evidente pericolo. Non vogliamo attendere che succeda qualcosa di grave per doverci poi mettere una pezza – spiega Giancarlo Boggia, un altro promotore della petizione – Con le firme in mano la nostra convinzione è che si potranno far valere maggiormente le nostre ragioni e garantire così la sicurezza».
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