Cartelle esattoriali, in arrivo il prossimo stralcio | Grandi novità per gli italiani: cosa succederà nel 2026
Agenzia delle Entrate (Instagram) Corrieredicomo.it
Un nuovo stralcio delle cartelle divide politica e contribuenti: nel 2026 cambiano tempi e regole per i debiti col Fisco.
Da anni gli italiani sentono parlare di stralcio delle cartelle esattoriali, rottamazioni, sanatorie e magazzini “pieni fino all’orlo”. Ogni volta che si avvicina una manovra di bilancio si riaccende la speranza di vedere sparire almeno una parte dei debiti più vecchi e ormai considerati irrecuperabili.
Nelle ultime settimane, il dibattito si è spostato sul prossimo passo atteso nel 2026, tra aspettative di cancellazioni di massa e il timore che si tratti dell’ennesimo rinvio.
Come ricorda Money.it, sul tavolo del governo c’è il problema enorme del magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione: circa 1.300 miliardi di euro di cartelle che attendono di essere riscosse o cancellate. Una montagna tale da assorbire energie e risorse, mentre per molti contribuenti ogni notizia sullo “stralcio” sembra una possibile via d’uscita. Ma tra le proposte tecniche e le scelte politiche il divario è ancora evidente, e capire cosa succederà davvero nel 2026 non è così immediato.
Cosa c’è (e cosa manca) nello stralcio che guarda al 2026
Secondo quanto spiega Money.it, l’idea iniziale di inserire un saldo e stralcio accanto alla rottamazione quinquies nella Legge di Bilancio 2026 è sfumata: nel testo non c’è né una nuova sanatoria di questo tipo, né lo stralcio immediato dei debiti fermi nel magazzino dell’AdER. Per ora l’unico meccanismo certo riguarda i crediti affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2025: per queste cartelle è previsto il discarico automatico dopo 5 anni se la riscossione non va a buon fine, quindi i primi stralci effettivi arriveranno solo dal 1° gennaio 2030.
Per le cartelle più datate, Money.it ricorda le soluzioni elaborate dalla Commissione tecnica: si è ipotizzato di cancellare, in più fasi, le cartelle inesigibili affidate all’agente della riscossione tra il 2000 e il 2010, poi quelle tra il 2011 e il 2017 e infine tra il 2018 e il 2024, con scadenze rispettivamente fissate al 31 dicembre 2025, al 31 dicembre 2027 e al 31 dicembre 2031. In particolare, il primo step avrebbe dovuto riguardare 63 miliardi di vecchi debiti ormai considerati non recuperabili. Ma, sottolinea il sito, queste sono al momento solo proposte: il legislatore non le ha ancora trasformate in norme operative.

Rottamazione quinquies e tempi reali per lo “sconto” sulle cartelle
A complicare il quadro c’è la nuova rottamazione quinquies, già inserita nella Legge di Bilancio 2026 e destinata ai carichi iscritti a ruolo tra il 2000 e il 2023. Come ricorda Money.it, questa sanatoria consente di pagare i debiti in un massimo di 54 rate in 9 anni, ma finché il piano non arriva a conclusione sarà impossibile sapere quali cartelle saranno effettivamente saldate e quali resteranno definitivamente inesigibili. È proprio questa sovrapposizione temporale a spingere il governo a temporeggiare sullo stralcio strutturale.
Un possibile snodo, spiega ancora Money.it, sarà il 30 aprile 2026, data di chiusura della finestra di adesione alla rottamazione quinquies: solo allora si saprà per quali cartelle i contribuenti avranno almeno dichiarato l’intenzione di pagare. Dopo quella data il tema del vero stralcio delle cartelle inesigibili potrebbe tornare centrale, anche per liberare il magazzino dell’AdER e concentrare gli sforzi sui debiti davvero recuperabili. Per i contribuenti, però, il messaggio è chiaro: il 2026 sarà più un anno di assestamento tra rottamazione e proposte di stralcio che di cancellazioni immediate su larga scala.
