Tutti a casa. I tre curatori fallimentari che dallo scorso 27 luglio si occupano praticamente a tempo pieno della vicenda Casinò di Campione d’Italia hanno inviato alle organizzazioni sindacali la comunicazione formale di apertura della procedura di licenziamento collettivo di tutti i dipendenti della casa da gioco dell’enclave.Con una successiva lettera, i curatori hanno anche convocato i rappresentanti dei lavoratori per lunedì prossimo, alle 16, per dare avvio al cosiddetto esame congiunto, vale a dire il tavolo tecnico previsto dalla legge in questi casi.Le quattro pagine in cui la curatela fallimentare motiva la decisione di licenziare tutti i dipendenti del Casinò sono in realtà un interessante documento che completa alcune informazioni rimaste sin qui lacunose.In primo luogo, precisa il numero delle persone che perderanno il lavoro: 482. Di queste, 64 sono impiegate a tempo parziale. Sino alla chiusura, nella casa da gioco erano attivi un solo dirigente, 181 amministrativi, 49 ausiliari, 214 addetti al gioco e 37 dipendenti del ristorante.«La riduzione dell’intero organico – scrivono i curatori – costituisce un intervento indispensabile» e «non ulteriormente procrastinabile» a motivo del fatto che il Tribunale fallimentare di Como non ha concesso alcuna «autorizzazione all’esercizio provvisorio dell’impresa».Nella relazione non sono ancora elencati i debiti complessivi, che emergeranno com’è ovvio al termine della procedura di insinuazione dei creditori. Ma – è questa è davvero una sorpresa – nel documento viene detto che «la soglia normativamente prevista» per gli stessi debiti del Casinò era fissata a 30mila euro. Se è vero (così come ha scritto a luglio la consulente della commissaria straordinaria del Comune di Campione) che i debiti della casa da gioco non sono inferiori a 132 milioni di euro, qualcuno dovrà spiegare che cosa è successo. E dovrà trovare argomentazioni solide.Nella relazione è confermato come il procedimento che ha portato al fallimento del Casinò sia iniziato nel febbraio 2016 con un esposto in Procura. I curatori parlano di una segnalazione dell’ente locale; in realtà l’esposto fu depositato dagli allora consiglieri di minoranza Roberto Salmoiraghi e Alfio Balsamo, gli stessi che l’anno successivo, dopo le amministrative, sarebbero diventati rispettivamente sindaco e vicesindaco di Campione d’Italia.Altra curiosità: dopo il fallimento, «in via temporanea», sono rimasti al lavoro 7 impiegati «per le indispensabili attività di sorveglianza del patrimonio aziendale, sicurezza e disbrigo di pratiche». Anche loro, però, saranno licenziati.
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