Casinò di Campione d’Italia, polemica a distanza sulle sorti dei lavoratori del casa da gioco fallita lo scorso mese di luglio, tra Giovanni Currò, deputato del Movimento 5 Stelle, e il sindacato. In particolare, a sferrare l’attacco è Giovanni Fagone, della Slc Cgil Lombardia.
«Le dichiarazioni dell’onorevole Currò apparse sul Corriere di Como lasciano basiti per la portata del messaggio. Le stesse, senza il dubbio di essere fraintese, rendono chiara quale sia stata la strategia della politica dopo la chiusura per fallimento del Casinò di Campione: il licenziamento di tutti i dipendenti della Casa la gioco così da avere mano libera nei rapporti contrattuali. Il deputato pentastellato, riferendosi ai rapporti di lavoro dei dipendenti, ha detto che “andranno rivisti e modificati in base alla nuova, futura realtà”. I lavoratori, non responsabili del fallimento, meritano molto più rispetto da parte di chi si erge a paladino della dignità del lavoro, della difesa dei diritti acquisiti e della volontà di garantire le condizioni normative pre jobs act – attacca Fagone – Apprendere che l’unica strada per ripartire, a detta dell’esponente parlamentare, sia quella di licenziare è inaccettabile e le sue parole risultano di una gravità inaudita». Un attacco senza compromessi che prosegue. «Se si fosse accolta la richiesta del sindacato di modificare la norma che impedisce alle aziende non industriali di utilizzare il Fondo integrazione salariale quando fallite, avremmo cercato di ottenere dalla curatela il ritiro della procedura di mobilità e l’attivazione dell’ammortizzatore sociale. Tale scenario – conclude Fagone – avrebbe portato al congelamento delle posizioni lavorative con il fine di favorire il trasferimento del personale alla nuova società che dovrà gestire la casa da gioco».
Una dura presa di posizione che arriva ormai a pochissime ore dal licenziamento dei dipendenti. Oggi infatti diventeranno effettive le lettere di fine rapporto per 469 lavoratori del casinò di Campione d’Italia che, unitamente al dissesto finanziario del Comune, hanno precipitato nell’abisso un’intera comunità, ora in attesa di una soluzione.

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