Categories: Opinioni & Commenti

Como insegna l’arte di illuminare le mostre

di Lorenzo Morandotti

La città che ha dato i natali al grande fisico Alessandro
Volta, inventore della pila, diventa un polo di eccellenza per la luministica
consacrata all’arte. Lo si deve al direttore del corso di alta formazione
organizzato da “Poli.design”, realtà di riferimento a livello internazionale
per la formazione post laurea, l’architetto comasco Francesco Murano, tra i più
autorevoli lighting designer italiani specializzato proprio  nell’illuminazione delle opere d’arte. Le
mostre, e Como lo sa bene, non si improvvisano. Ma vanno anche illuminate al
meglio per  consentire al  visitatore una esperienza davvero unica.
Un’arte quella di illuminare l’arte che a sua volta richiede conoscenze
tecniche specifiche che si maturano in anni di ricerca sul campo oltre che su
testi teorici. E Murano ne ha  pubblicato
uno ormai classico, L’illuminazione delle opere nelle mostre d’arte (Maggioli
Ebook, Milano 2016) oltre ad aver curato l’illuminazione di oltre cento mostre
in questi anni, da Monet a Hopper  a
Brueghel, collaborando con le maggiori agenzie che promuovono rassegna d’arte
in Italia come Arthemisia, Sole 24 ore, Civita. Nel 2015 ad esempio ha
progettato e realizzato l’illuminazione della mostra “Escher” – una delle più
difficili sfide  – a Palazzo Albergati di
Bologna e quella per la mostra “Il primato del disegno” alla Pinacoteca di
Brera, nel 2016 quella della mostra su Rubens. Ora come detto Como sale in
cattedra e vara grazie al professor Murano un al nuovo corso del “Poli.Design”,
“Lighting for Art”, volto proprio ad 
analizzare e trasmettere le conoscenze tecniche  per consentire la progettazione di un
impianto luminoso  dedicato a una mostra. Le lezioni inizieranno a
novembre presso lo Spazio Natta in via Natta a Como  e il corso si
articolerà in  diversi moduli, con tre
docenti fissi e numerosi visiting professor. Si rivolge a tutti i
professionisti  che vogliono migliorare
le loro competenze nel settore. Ma è anche un segno tangibile forte di un
sapere che abbraccia in un solo percorso tecnologia e cultura. Una sintesi alta
che è anche una preziosa indicazione di percorso per la città.

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