Categories: Opinioni & Commenti

Concerti nei palazzi per svegliare Como

di Lorenzo Morandotti

A Venezia, dove la settimana scorsa il Lario è andato in scena alla Mostra del Cinema per proporre la filiera di Lariowood al mercato delle produzioni cinematografiche, i concerti nei palazzi e nei cortili delle case più o meno nobili sono all’ordine del giorno. Quasi non ci si fa più caso. Da noi, a parte qualche lodevole iniziativa che ha ottenuto successo di pubblico e apprezzamenti per la proposta culturale, è ancora un terreno da coltivare.

A Venezia naturalmente tengono banco le note musicali del Settecento con il “prete rosso” Antonio Vivaldi a farla da padrone. Sulla riva degli Schiavoni tanto per fare un esempio eclatante la chiesa della Pietà nel sestiere Castello ospita con regolarità le sue celebri Quattro stagioni dalla sua opera  “Il cimento dell’armonia e dell’inventione” con l’ensemble “I virtuosi italiani”.

Costo 30 euro. Certo Como non è Venezia e a ben vedere è meglio non lo diventi se il turismo deve essere di massa, mordi e fuggi e superficiale. Ma le occasioni per una ripartenza culturale ci sono. Perché ad esempio non valorizzare le tante esperienze musicali coltivate in Conservatorio e nelle altre scuole e accademie analoghe per intensificare  in modo sistematico come fa Venezia la strada dei concerti nei luoghi di attrazione?

In Laguna ad esempio si suona  anche in costume del XVIII secolo con la stagione dei concerti dei “Musici veneziani” nel prestigioso salone capitolare della Scuola Grande di San Teodoro. Perché ad esempio non inventarsi nei luoghi voltiani rappresentazioni teatrali dedicate agli esperimenti del grande fisico, magari in costume, con accorgimenti multimediali, che possano attrarre anche il pubblico dei non specialisti? E rimanendo alla musica, perché non dedicare a un compositore come Marco Enrico Bossi un ciclo di concerti anche nell’istituto Carducci visto che l’organo del salone Musa fu pensato proprio per il compositore lariano? Concerti nei palazzi proposti con continuità e biglietti di ingresso popolari potrebbero essere un nuovo e gradito incentivo per svegliare la sonnolenta Como sul fronte del turismo culturale.

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