Udienze in bilico tra la normalità e qualche preoccupazione, nella giornata di ieri. All’ingresso, le guardie della sicurezza del Palazzo di Giustizia chiedevano alle persone la provenienza, per fornire – in caso di arrivo dalle zone più a rischio di contagio come il Lodigiano – una mascherina per poter accedere al tribunale. Non ce n’è stato bisogno, a dire la verità. Un avvocato che era stato nella zona incriminata, si è infatti “autosospeso” prima di giungere a Como, inviando una comunicazione al giudice monocratico e spiegando l’impossibilità ad essere presente in quanto in quarantena. L’udienza (di smistamento) è comunque proseguita, con la nomina di un avvocato d’ufficio.Il programma delle udienze è stato in ogni caso portato a termine regolarmente senza alcuno scossone, tra le solite attese nell’atrio e le aule affollate, con anche detenuti trasportati dalle carceri di Pavia e Bergamo. De segnalare, come curiosità della mattinata, una avvocatessa molto scrupolosa che – raffreddata – ad ogni starnuto si proteggeva con un fazzoletto di carta che poi veniva chiuso in un sacchetto di plastica trasparente e riposto nella borsa. Ovviamente il rito, ripetuto più volte, veniva concluso da una “noce” di gel disinfettante spalmato sulle mani.
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