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Corsi estivi, occasione da non perdere

di Adria Bartolich

Come ho già avuto modo di dire, storicamente l’introduzione massificata di nuove tecnologie funziona da straordinario amplificatore delle condizioni esistenti. Sia in senso negativo che in quello positivo. Così è stato anche per l’uso dell’informatica in settori delicati come la scuola.

Durante il primo lockdown, a parte un iniziale momento di smarrimento, spesso le scuole e gli insegnanti non erano attrezzati ad affrontare le lezioni con l’uso esclusivo del computer. Anche i ragazzi, meno informatizzati di quanto si creda, per i quali l’uso dei devices si limitava all’apertura dei siti e ai social, hanno dovuto alfabetizzarsi, così come i genitori per seguirli un minimo nella loro vita scolastica.

Certo, i livelli di partenza sono stati molto diversi tra i soggetti. Dopo una fase iniziale di totale confusione, nel corso della quale si è dovuto supportare le famiglie e i ragazzi affinché fosse garantita la loro connessione, la didattica a distanza (Dad) si è consolidata.

Le scuole e gli insegnanti hanno dovuto reinventarsi, così come gli alunni, a volte con risultati persino sorprendenti. Qualcuno si è limitato a fare lezioni on line, altri si sono inventati un nuovo modo di fare scuola, più moderno, ricco e interdisciplinare.

Nemmeno la scuola in presenza  sarà più la stessa. Indietro non si torna. Certo, la Dad ha messo in evidenza tutti i pregi e i difetti del nostro sistema scolastico e sociale. Dall’arretratezza nell’uso delle nuove tecnologie alle differenze soggettive e sociali nell’accesso ai nuovi strumenti, ma anche a quelli più tradizionali. La Dad non ha raggiunto tutti, né nelle scuole, né nelle aree del Paese.

Immagino che tutta una serie di rilevazioni che le scuole sono state tenute ad effettuare avessero come scopo proprio l’accertamento delle condizioni e dei risultati di questi quasi due anni di didattica a distanza, mista e in presenza, per i ragazzi con disturbi dell’apprendimento o diversamente abili.

Il ministero dell’Istruzione ha, perciò, deciso l’allungamento dell’anno scolastico. Intendiamoci, per molte scuole non saranno tempi di recupero, perché le lezioni si sono svolte regolarmente seppure con forme diverse, ma semplicemente un prolungamento delle attività. Per altre potrebbe essere l’occasione, invece, per riprendere un rapporto con i ragazzi, risultato deficitario nel corso dell’anno.

L’apertura delle scuole in estate può rappresentare per molti ragazzi un’occasione da non perdere.

Occorre però capire i limiti nei quali l’operazione si svolgerà.

I corsi nei mesi estivi non sostituiranno in alcun modo l’attività didattica bensì saranno un modo per consentire ai ragazzi di approfondire alcuni interessi e soprattutto ritornare ad avere una vita sociale in sicurezza.

L’adesione ai progetti sarà su base volontaria. Temo perciò che nelle scuole dove si è arrancato già nella didattica ordinaria, si arrancherà anche nelle attività previste nei mesi estivi.

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