Categories: Opinioni & Commenti

Dalla fantasia fiscale alle prese in giro

di Giorgio Civati

Che lo Stato abbia ancora e sempre bisogno di soldi non è
una novità, è una certezza. La “macchina” pubblica tra sprechi e assurdità
varie costa, costa tantissimo. E non ci sono alternative, perché nonostante le
assurdità di tante spese ci sono anche voci di costo che non possono essere
evitate, che sono basilari per la vita di tutti noi quotidianamente: sanità,
sicurezza, manutenzioni e via discorrendo. E siccome le entrate dello Stato
sono le tasse – vabbè, si dovrebbe anche parlare di risparmi e tagli e
razionalizzazioni, ma questo è un altro discorso… – , eccoci al punto: le
tasse, anzi le nuove tasse in discussione, mezze decise poi modificate,
rimodulate, minacciate.

In questo, va detto, il governo Conte sorretto da Pd e
Movimento 5 Stelle ha forse battuto qualche record quanto a “fantasia fiscale”
pensando a una tassazione quanto meno singolare. Le merendine e le bibite
zuccherate, il gasolio per auto, la plastica, l’uso dei contanti, filtri e
cartine per le sigarette fai da te. Più che un fisco, una severa educatrice. Ma
è questo il ruolo dello Stato?

Inevitabile questa manovra, dicono comunque quelli che
l’hanno pensata, “sventolando” il non aumento dell’Iva come un pericolo
evitato, come un successo. Sarà, ma ci pare invece che questa volta più che in
passato la confusione sia tanta. Le tasse ipotizzate, per esempio, sono
parecchie e confuse, penalizzano ampiamente interi settori industriali – la
plastic tax ne è un esempio lampante – e alla fine pesano sui consumatori
finali, che rischiano di trovarsi aumenti e ritocchi di prezzo sparpagliati e
infiniti. Anche l’applicazione di questi nuovi balzelli ci sembra caotica se
non addirittura confusa. E sicuramente caotiche sono le modifiche a detrazioni
e deduzioni, che pur non essendo tecnicamente definibili nuove tasse sono
comunque costi in più – in quanto minori “sconti” su reddito e imposte – sempre
e ancora a carico del contribuente.

In un Paese come il nostro che ha bisogno di una
semplificazione fiscale vera e profonda da decenni, probabilmente in questa
fine del 2019 si sta addirittura peggiorando la situazione. Ci ricordano che la
famigerata Iva non è aumentata e che Ires e Irap (le tasse sulle aziende) negli
ultimi anni sono addirittura calate. Che col bonus Renzi di 80 euro al mese
qualche soldo in più nelle buste paga più leggere è arrivato. Che il reddito di
cittadinanza tanto voluto dai grillini dovrebbe – forse, magari, o anche no –
aiutare i più deboli. Tutto vero, eppure i saldi delle nostre tasse alla fine
difficilmente diminuiranno, e altrettanto difficilmente  cresceranno i soldi a disposizione. In più la
percezione è di caos, la sensazione come contribuenti e cittadini è che ci
stiano prendendo in giro. E non è una bella sensazione.

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