Dichiariamo guerra alla Turchia: l’Italia scende in campo con tutte le sue forze a disposizione | È una crisi senza precedenti
Soldati (Pexels) - Corrieredicomo.it
L’Italia è in “guerra” contro la Turchia. La crisi l’ha costretta ad agire, affidandosi ad altre potenze. Non c’era alternativa.
Le attuali tensioni globali sono all’ordine del giorno e continuano a destare grandi preoccupazioni per il futuro.
Le crisi geopolitiche, i conflitti e i rimescolamenti degli equilibri internazionali creano incertezza, influenzando non solo la politica ma anche l’economia mondiale.
Siamo entrati in un periodo di crisi che sembra inarrestabile, con effetti a catena che purtroppo potrebbero presto coinvolgere anche l’Italia in maniera più diretta e pesante, e non solo sul piano energetico e finanziario.
In questo contesto d’instabilità, si registra poi un momento di profonda difficoltà nei rapporti che vedono l’Italia protagonista nei confronti della Turchia. È una situazione delicata, che sta vedendo anche il coinvolgimento di altre potenze globali.
Necessario l’intervento di altri Paesi
Nell’ultimo periodo, le aziende italiane si sono dovute rivolgere con un urgenza al Cile e agli Stati Uniti per fronteggiare un problema che coinvolge direttamente la Turchia. Parallelamente, cresce la preoccupazione per la Turchia stessa, che rischia di perdere il dominio che detiene da anni, qualora la situazione di crisi e di stallo dovesse persistere.
È il segnale che evidenzia come le dinamiche economiche stiano subendo delle scosse sismiche con effetti duraturi. La difficoltà nei rapporti commerciali con il Paese ne è l’emblema.

Una crisi senza precedenti
La “guerra” in atto, sta destabilizzando i mercati e alterando i rapporti commerciali tra questi Paesi. C’è infatti uno scontro aperto tra la Turchia e l’Italia. Il Paese si è sentito costretto a sospendere i rapporti con i turchi e a rivolgersi con urgenza ad altri paesi, per ridurre la pressione.
La causa della contesa, come spiega un articolo di “Quifinanza.it”, è una gelata primaverile e un’epidemia di parassiti. A causa di queste, il mercato turco ha subito un crollo drastico e la cosa ha avuto delle ripercussioni sui rapporti con la Ferrero, che consuma circa un quarto della produzione globale di nocciole. La nota produttrice della Nutella ha dovuto sospendere gli acquisti della frutta secca dai fornitori turchi in quanto il prezzo della frutta secca è quasi raddoppiato.
Di fronte a questo aumento, l’azienda ha infatti iniziato ad attingere alle proprie scorte strategiche e a rivolgersi a nuovi mercati, come appunto il Cile e gli Stati Uniti per ridurre la pressione del mercato turco. Non aiuta il crollo della produzione italiana, che ha reso l’approvvigionamento nazionale una necessità strategica. Purtroppo però non vi sono alternative. Dati i rapporti “tesi” con la Turchia, non c’è altro da fare.
