di Dario Campione
È durissima la vita negli uffici stampa. Soprattutto quando si deve dire per non dire. O quando non si può proprio dire. Ieri pomeriggio, da Palazzo Cernezzi, è arrivata nelle redazioni dei media locali la nota ufficiale sull’incontro tra i partiti della maggioranza.
Un condensato del nulla, che certamente la politica ha imposto ai suoi comunicatori. Per tutti, valga questo passaggio: «Si è naturalmente parlato degli argomenti che sono al momento motivo di dibattito e che sono stati inquadrati nell’ambito di una dialettica politica che si arricchisce grazie ad un costruttivo contraddittorio».
Il conte Mascetti non avrebbe potuto trovare una sintesi migliore. Ora, in casi del genere – il mio è un garbato consiglio, può anche essere preso e gettato nel cestino, non ne avrei a male – è sempre meglio tacere. Non dire. Come spiegava Arthur Schopenhauer in un preziosissimo libretto sulla scrittura e sullo stile, «ogni parola superflua agisce in modo contrario al suo scopo. È sempre meglio omettere qualcosa di buono che non aggiungere cose insignificanti».
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