Disastro POSTE ITALIANE: migliaia di buoni fruttiferi devono essere rimborsati | Questo è il momento migliore per presentare ricorso

Poste italiane - pexels - corrieredicomo

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Negli ultimi tempi si sta parlando molto dei buoni fruttiferi postali e di una nuova sentenza che potrebbe cambiare le carte in tavola per tanti risparmiatori italiani.

È una vicenda che parte da un caso specifico, ma che potrebbe aprire la strada a rimborsi e risarcimenti per molte persone che, negli anni, hanno investito i propri risparmi in questi strumenti tanto popolari quanto spesso poco chiari nei dettagli.

I buoni fruttiferi postali, per decenni, sono stati la scelta più sicura e tradizionale di milioni di famiglie italiane. Sono facili da sottoscrivere, non richiedono competenze finanziarie particolari e soprattutto sono garantiti dallo Stato. Insomma, un porto sicuro per chi vuole far fruttare qualche risparmio senza rischiare troppo. Ma, come spesso accade, dietro la semplicità apparente si nascondono regole e scadenze che non tutti conoscono fino in fondo.

Negli ultimi anni, infatti, molti risparmiatori si sono ritrovati con buoni scaduti e con la brutta sorpresa di non poter più riscuotere le somme dovute perché, secondo Poste Italiane, erano caduti in prescrizione. In parole semplici, era passato troppo tempo dalla scadenza del buono per poter richiedere il rimborso.

Tuttavia, un recente caso deciso dal Tribunale di Pavia ha riacceso le speranze di chi si è trovato in questa situazione. La sentenza, datata 19 settembre 2025, ha stabilito che se il risparmiatore non ha ricevuto al momento della sottoscrizione il cosiddetto “foglio informativo analitico”, la prescrizione non può partire automaticamente.

Un documento fondamentale

Questo documento è fondamentale: contiene tutte le informazioni su durata, scadenza e rendimento del buono. Senza di esso, il cliente non può sapere con precisione quando e come deve riscuotere il proprio investimento. Secondo il tribunale, quindi, se Poste Italiane non è in grado di dimostrare di aver consegnato questo foglio, è responsabile del danno causato al risparmiatore. Nel caso esaminato, una famiglia che aveva sottoscritto tre buoni nel 2001 si era vista negare il rimborso per via della prescrizione. Ma la mancanza di informazioni chiare ha ribaltato la situazione: i giudici hanno riconosciuto che la colpa non era dei clienti, bensì dell’ente che non aveva adempiuto ai propri obblighi di trasparenza.

La notizia ha fatto molto rumore, anche perché casi simili non mancano. Tantissime persone conservano ancora vecchi buoni postali, magari ereditati dai genitori o dai nonni, e non sempre sono consapevoli delle regole che li riguardano. Ora, grazie a questa decisione, chi non ha mai ricevuto il foglio informativo o non ha firmato una ricevuta di consegna potrebbe avere diritto a un risarcimento o addirittura a ottenere il rimborso del proprio buono, anche se formalmente risulta prescritto.

Buoni fruttiferi - pexels - corrieredicomo
Buoni fruttiferi – pexels – corrieredicomo

Non è tutto oro ciò che riluce

Naturalmente, questo non significa che tutti potranno “fare soldi” facilmente, come recitano alcuni titoli accattivanti. Ogni situazione va valutata caso per caso: bisogna verificare la serie del buono, la data di emissione, la documentazione conservata e la reale presenza o meno del foglio informativo. Però la direzione è chiara: i tribunali stanno riconoscendo che la mancanza di informazioni precise può danneggiare i risparmiatori, e che Poste Italiane ha il dovere di agire con la massima trasparenza.

Chi possiede vecchi buoni fruttiferi postali farebbe bene a rispolverarli e a controllare la propria documentazione. Potrebbe scoprire che, dietro quei fogli un po’ ingialliti, si nasconde ancora un diritto da far valere. Non è una promessa di guadagni facili, ma una possibilità concreta di ottenere giustizia — e magari recuperare somme che si pensavano ormai perdute.