Bancarotta fraudolenta nell’ErbeseÈ fissato per domani l’interrogatorio in carcere dei quattro imprenditori dell’Erbese arrestati giovedì scorso con l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta.Secondo la Procura, i comaschi, tutti attivi nel settore dell’installazione di impianti idraulici, costruzione di edifici residenziali e compravendita di beni immobili, avrebbero provocato ai creditori, in collaborazione anche con un commercialista milanese (a sua volta arrestato), un danno di 5,7 milioni di euro.I comaschiarrestati sono due fratelli, Alessandro e Gian Luca Pina, 43 e 42 anni, entrambi residenti a Erba; Paolo Colombo, 41 anni di Caslino d’Erba; Claudio Massari, 35 anni, residente a Longone al Segrino, cugino dei Pina. Per tutti, come detto, domani mattina è in programma l’interrogatorio di garanzia. «Confido che Claudio Massari possa chiarire già domani la sua posizione, che si distingue da quella degli altri – sottolinea Anna Maria Restuccia, legale del 35enne di Longone al Segrino – Il mio assistito è stato coinvolto esclusivamente nel caso del fallimento di un’azienda della quale è stato amministratore per soli due mesi, da luglio a settembre del 2009. La sua posizione si è compiuta e definita due anni fa in un arco di tempo brevissimo, credo sia giusto distinguere».Secondo quanto accertato dagli uomini della guardia di finanza di Erba – coordinati dal sostituto procuratore di Como, Daniela Meliota, titolare delle indagini – attraverso raggiri e manovre contabili, i cinque arrestati avrebbero operato un sistematico svuotamento delle società a loro riconducibili, distraendo e dissipando risorse finanziarie, beni mobili e immobili. Nel complesso, il danno arrecato ai creditori delle aziende coinvolte supera i 5,7 milioni di euro.Le fiamme gialle hanno sequestrato conti correnti, automobili, quote societarie e un capannone a Caslino d’Erba.
Anna Campaniello
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