L’ultima richiesta di denaro era di 700 euro. Per un totale, dal 5 agosto al 13, di 15.800 euro. Il tutto, per non rivelare alla madre e alla sorella della vittima che, qualche sera prima, un loro famigliare aveva deciso di contattare un transessuale per avere un rapporto poi neppure consumato. Tanto è bastato, tuttavia, per innescare una girandola di richieste economiche e minacce tramite Whatsapp, che hanno stretto in una morsa un canturino di 32 anni che alla fine si è convinto a presentarsi dai carabinieri della compagnia di Cantù per raccontare quanto stava avvenendo.
Così, al momento del passaggio di mano degli ultimi 700 euro pattuiti, i militari si sono presentati in via Fiammenghini fermando due uomini e arrestandoli. In manette al Bassone sono finiti un rumeno di 21 anni e un italiano residente ad Alessandria di 40 anni. In carcere al Bassone si è già svolto l’interrogatorio di fronte al gip e l’arresto è stato convalidato.
In cella tuttavia è rimasto solo il rumeno che si è assunto la totale responsabilità di quanto era avvenuto, scagionando l’amico (per cui il pm ha già chiesto l’archiviazione) in quanto estraneo dei tentativi di estorsione a sfondo sessuale. In pratica, quest’ultimo avrebbe fatto solo da autista al rumeno senza però essere a conoscenza delle trame del 21enne.
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