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Filiera tessile, la lezione di Renzo Rosso

di Giorgio Civati

Fare squadra. Salvaguardare la filiera. Dare importanza a tutta la catena produttiva per arrivare a presentare un prodotto, un distretto, un Paese vincente.

Quante volte abbiamo sentito questi appelli, specie negli ultimi mesi di emergenza economica conseguente alla pandemia sanitaria che ha sconvolto i mercati, le abitudini dei consumatori, i conti delle aziende: belle parole, ma in concreto?

Nei fatti, il rischio è ed è stato di lanciare semplici proclami, pure intenzioni, cui dare seguito non era semplice e forse nemmeno così voluto. In questi tempi, per esempio, anche il solo fatto di rispettare le scadenze e i pagamenti è stata gran cosa, ma non tutti l’hanno fatto. Anche a Como e dintorni.

Eppure proprio nel mondo della moda – futile ed effimero per definizione – c’è chi ben prima del Covid-19 ha fatto qualcosa di reale. E di grande. Ha fatto squadra, ha aiutato la filiera, ha fatto massa critica. È Renzo Rosso, imprenditore veneto che è riuscito a creare un impero sui jeans, ora allargato ad altri prodotti di moda e altre aziende, che vende agli americani e nel mondo i suoi capi in denim a cifre apparentemente proibitive, tipo 150  o 200 dollari per prodotti che, simili, si trovano anche a 9,90 dollari, che ha fatto un must della sua immagine trasgressiva e sopra le righe, mai una giacca e una cravatta nelle sue apparizioni, fossero le sfilate o la più formale delle occasioni.

L’iniziativa? Aiutare sul fronte dei soldi la filiera, fare da tramite con le banche per far ottenere ai suoi fornitori  – evidentemente considerati importanti – finanziamenti e linee di credito a condizioni vantaggiose. Creatore del marchio Diesel, ora a capo della holding Only the brave – in portafoglio oltre a Diesel anche molti altri marchi – Renzo Rosso si è reso conto già sei anni fa che i piccoli del tessile e della moda, i fornitori delle sue aziende in particolare, faticavano a ottenere credito dal sistema bancario. Ecco, quindi, il “progetto Cash”, per aiutare tintorie, laboratori a facon, produttori di tessuti o di cerniere, confezionisti ecc. nei rapporti con le banche. Otb, la sigla della holding, ovviamente non presta soldi in proprio ma attribuisce dei rating ai fornitori, aggiornati su base semestrale, che i fornitori stessi possono “spendere” nel rapporto con le aziende di credito, presentando anche un rapporto con il gruppo Diesel trasparente e stabile.

Il gruppo veneto di jeans non impone, l’adesione è volontaria, ma  i fornitori apprezzano, le banche pure. E con 6.500 addetti, 650 punti vendita in 90 Paesi e ricavi per 1,4 miliardi di euro nel 2018, il padovano Renzo Rosso e la sua Only the brave hanno lanciato un segnale chiaro: si può avere successo anche “con” la filiera, i fornitori, il sistema.

C’è speranza, anche la moda ha un’anima.

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