Uno è accusato di essere il datore di lavoro che fingeva di assumere a tempo indeterminato per far acquisire il permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Gli altri, erano i presunti beneficiari di questo “giro”. Il processo, nato dall’inchiesta della Procura che aveva coinvolto quindici immigrati, arriva alla conclusione. Quattro le posizioni ancora aperte e che hanno sfidato l’aula dibattimentale. Quella del datore di lavoro, titolare di una impresa edile (è un tunisino di 49 anni, difeso da Angelo Bianchi) e tre immigrati, due tunisini e un algerino, rappresentati da Rita Mallone, Alessandro Borghi e Davide Arcellaschi. Ieri sono stati sentiti altri stranieri che hanno definito le posizioni: hanno riferito che un lavoro era stato realmente promesso, dunque a monte non vi erano accordi illeciti. Sentenza in marzo.
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