Giovedì mattina sarà eletto il nuovo presidente del consiglio regionale della Lombardia
(da.c.) Il gruppo di Forza Italia in consiglio regionale ha indicato oggi all’unanimità il comascoAlessandro Fermiquale candidato alla presidenza dell’assemblea del Pirellone.
L’elezione di Fermi è prevista per giovedì mattina, giorno in cui prenderà formalmente il via l’undicesima legislatura lombarda.Si chiude quindi ancora prima di iniziare il “giallo” sul possibile avvicendamento di Fermi con Silvia Sardone, la giovane consigliera eletta a Milano sempre nelle liste di Forza Italia con oltre 11mila preferenze personali.
Sardone non ha partecipato alla riunione del gruppo forzista, probabilmente in polemica con la decisione di escluderla dalla giunta regionale.
L’appoggio esplicito del governatore della Liguria, Giovanni Toti, che nei giorni scorsi aveva rilanciato suFacebookl’idea di un possibile “risarcimento” per la Sardone proprio con una candidatura alla presidenza del consiglio regionale, non ha avuto alcun effetto. Il candidato di Forza Italia e di tutto il centrodestra resta Fermi, il quale dovrà comunque superare lo scoglio del voto segreto.
In soccorso del consigliere comasco potrebbero arrivare alcuni voti dal Pd, che con il capogruppoFabio Pizzulha fatto capire di essere disponibile a indicare Fermi «non per ragioni politiche ma per rafforzare il ruolo di garanzia rivestito dal presidente dell’assemblea».
Tutto sarà più chiaro giovedì. Nelle prime tre votazioni, il presidente del consiglio regionale deve ottenere la maggioranza dei due terzi, ovvero 54 voti. Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti (41).
«Il nostro candidato alla presidenza è sempre stato Alessandro Fermi – dice alCorriere di ComoGianluca Comazzi, neocapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale – Lo abbiamo indicato in modo unanime per la sua esperienza e per il suo riconosciuto equilibrio. Mi sembra davvero la persona adatta a ricoprire un così importante ruolo super partes». Tra gli eletti di Forza Italia, aggiunge Comazzi, «non ci sono state obiezioni».
E sull’appoggio eventuale del Pd? «Sarebbe positivo se ci fosse, dopotutto si tratta di eleggere il garante di tutti».
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