Genitori e figli, la condivisione non diventi complicità

di Adria Bartolich
La tragedia accaduta nella discoteca stracolma per il
concerto di Sfera Ebbasta, che si doveva tenere la sera stessa, ci ha aperto
gli occhi su una realtà quanto meno sconcertante. Separiamo la tragedia dal
resto. Sulle morti di quei poveri ragazzi
e della mamma non c’è discussione. Andavano protetti con misure di sicurezza
adeguate. Punto. Voglio parlare del resto, cioè di quello che comunque ci
sarebbe stato senza la tragedia.
Il resto era una folla di ragazzini, molti dei quali appena
usciti dalle elementari – undici, dodici anni – spesso accompagnati dai genitori rimasti con loro; altri, visto
che l’evento era stato organizzato da ragazzi di una scuola superiore, immagino
scarrozzati nella notte da papà e mamma versione vampiro. Guardiamo l’ora nella quale è
successa, tra mezzanotte e l’una, e le
cronache riportano un dato: il concerto
non era ancora incominciato. Poi c’è l’ambiente, ragazzini in prevalenza minorenni di cui molti imbenzinati se non addirittura
fatti di qualche cosa. Infine ci sono i contenuti artisticamente espressi da
Sfera Ebbasta e la qualità musicale.
Intendiamoci, appartengo a una generazione che ne ha
combinate di tutti i colori – sesso, droga e rock and roll – quindi niente
predicozzo. Ma mai con i genitori. Questo è il salto di qualità. Conosco
l’obiezione. Va beh, ma cosa c’entra? Nella storia del rock ci sono testi molto
duri, diseducativi, inneggianti alla droga e anche i comportamenti delle rock
star lo sono stati. Vero, ma mamma e papà quando li sentivano intervenivano, ai
concerti ti organizzavi, andavi e
tornavi da solo, e se ti andava bene trovavi i genitori che dormivano, se
invece erano svegli le prendevi o ti beccavi una paternale di un’ora.
Sono cambiati i tempi. Certo. È cambiata anche l’età in cui
si inizia a consumare alcool e droga. I giovani sono sempre stati
tendenzialmente trasgressivi, ma altrettanto tendenzialmente c’è sempre stata
anche una regola da trasgredire. Nel nostro caso è sparita la regola, e tutto
si sviluppa in una complice condivisione con i genitori anche delle condotte
più rischiose e sbagliate. C’è una fusione vischiosa di vite, età, stili che
descrivono il comportamento del genitore simile a quello di un fratellino,
quindi totalmente deresponsabilizzato nei confronti degli effetti. Perché ci
torno? Perché a Gela, alcuni giorni fa
delle mamme si sono addirittura picchiate a scuola, davanti ai loro figli, che
aspettavano di iniziare una recita natalizia, per il punto dal quale girare il
video dell’evento. Esattamente come avrebbero fatto i loro figli con dei coetanei. Il tema non è la qualità della trasgressione, che non
c’è, questa è condivisione; bensì quella dell’educazione.