Giacimento ignorato

di Lorenzo Morandotti
Como museo a cielo aperto dell’architettura, grazie al Romanico, ai maestri comacini e al Razionalismo. Incontrovertibile. Basti pensare a Giuseppe Terragni e al suo edificio simbolo, l’ex Casa del fascio di piazza del Popolo, sede del comando provinciale della guardia di finanza che nel tempo ha contribuito a preservarla. Ma non basta avere ereditato i monumenti, occorre insediare e valorizzare gli archivi, digitalizzarli e metterli a disposizione degli studiosi e delle università, e garantire la doverosa conservazione programmata di quelle testimonianze che il passato ci consegna, aprire un dibattito sul restauro del moderno senza pregiudizi. Senza contare che ci sono tante figure del mondo del progetto, ingiustamente relegate in ipotetiche retrovie e la cui luce è offuscata dalle archistar del passato, che Como tende a dimenticare.
Pensiamo a una figura di eccellenza come Ico Parisi, forse più celebre all’estero e ai cultori dell’arredamento da collezione degli anni Cinquanta che per le sue ironiche e utopiche visioni. Qualcosa si fa per rimediare, intendiamoci. Con un tandem virtuoso con la festa del design che avrà luogo in città nel Ridotto del Teatro Sociale e in altre sedi in città, sta per andare in scena all’Ordine degli Architetti (che ha sede nel Novocomum, il primo palazzo edificato a firma Terragni) una mostra retrospettiva, “Preludio ed Epilogo. Un’indagine su Asnago Vender a Como e Provincia” a cura di Stefano Larotonda e Niccolò Nessi, che intende valorizzare due figure che il grande pubblico non conosce abbastanza per quel che meritano. Ossia Mario Asnago e Claudio Vender.
Oggi poi in biblioteca a Como viene presentato il carteggio in larga parte inedito tra Giuseppe Terragni e Luigi Zuccoli. Tante iniziative lodevoli, tanti mattoni di una costruzione che però manca di regista, nell’indifferenza generale su temi come la qualità del costruire e dell’abitare che invece concernono tutte e tutti, indistintamente. Tra i tanti maestri comaschi del Novecento razionalista su cui andrebbero riaccesi i riflettori c’è no dimentichiamo uno dei più importanti architetti italiani del XX secolo, Pietro Lingeri, autore fra l’altro delle case d’artista sull’Isola Comacina e di cui ci si dovrebbe ricordare nell’anno del 700° della morte dell’Alighieri come coautore con Terragni del Danteum, il grande edificio mai costruito dedicato al poeta che doveva sorgere in via dell’Impero a Roma. Ci penserà per fortuna dal 7 ottobre una mostra, Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione a cura di Gabriele Neri alla Triennale di Milano in viale Alemagna 6.