Giunta, un “manifesto” per Colombo

Politica in fibrillazioneEcco cosa c’è dietro l’ingresso dell’ex forzista Associazioni e circoli già uniti dal 2012. I nomiIl weekend ha portato la conferma: l’ex assessore al Bilancio di Forza Italia prima in Provincia (2002-2007) e poi in Comune (2007-2009), Alessandro Colombo, potrebbe davvero entrare nella giunta di centrosinistra che governa Como. Due i fattori determinanti: la risposta (non ancora arrivata) dello stesso interessato al sindaco Mario Lucini, che lo ha interpellato pochi giorni fa. E, in secondo luogo, l’eventuale ripercussione politica della scelta sulle liste che sostengono il sindaco in consiglio
comunale. Tra le quali – ecco il punto – è possibile che non manchino perplessità per l’eventuale accantonamento dei molti aspiranti assessori di centrosinistra a favore di un uomo, Colombo appunto, che fino a qualche anno fa è stato in prima linea sulle opposte “barricate”.In questo senso, però, va detto che a favore di Colombo gioca la sua tempestosa rottura con Forza Italia nel 2009, quando – per una faida tra le correnti interne – l’assessore venne estromesso in malo modo dalla giunta comunale dal sindaco Stefano Bruni. Ne seguì qualche timido tentativo di conciliazione-compensazione tra Colombo e il partito, culminato con la nomina dell’ex assessore a presidente di Comodepur da parte dello stesso Bruni nel luglio 2011. Ma se quella nomina, in qualche modo, servì per lenire la ferita del febbraio 2009 (revoca dalla giunta comunale), non ebbe alcun risultato concreto in termini politici. Tanto che proprio tra il 2010 e il 2011 si fecero insistenti le voci di una nuova lista civica slegata dal mondo forzista-pidiellino capitanata proprio dall’ex assessore al Bilancio. Non se ne fece nulla, alla fine, e Colombo è tornato in scena la scorsa primavera in un soggetto che nulla aveva a che spartire con l’eredità berlusconiana, ovvero quella “Scelta Civica” guidata a livello nazionale dall’ex premier Mario Monti e, in Lombardia, in occasione delle regionali 2013, rappresentata dall’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini (ora, peraltro, confluito nel Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano).Ora, da questo vorticoso giro di sigle e nomi, ecco un nuovo possibile capitolo della carriera politica di Colombo, per molti versi inaspettato. Stando ai rumors più attendibili, un sì o un no definitivo al suo ingresso in giunta arriverà entro una settimana al massimo. Ma un peso non indifferente sull’esito della vicenda – al di là delle perplessità che albergano in alcuni settori del centrosinistra – potrebbe averlo quel vasto mondo associativo, imprenditoriale e culturale a favore dell’ipotesi (che, in più, potrebbe allagare il consenso dell’esecutivo in città). Sembra infatti che attorno al nome dell’ex assessore vi sia una buona parte dei nomi che, nella primavera del 2012 (poco prima delle elezioni comunali) presentò nella Biblioteca comunale il “Manifesto per Como”. A presentare il documento fu Emilio Russo, dirigente storico della sinistra comasca ed ex consigliere regionale del Pci, ma l’iniziativa nacque da soggetti quali il Centro Studi “Einaudi”, il gruppo giovanile “VO.CI”, l’associazione “Cultura Politica” e altri ancora. In platea spiccavano i nomi del consigliere regionale Luca Gaffuri, del presidente della Camera di Commercio, Paolo De Santis e dell’ex parlamentare Dc, Giancarlo Galli. Ma tra i firmatari del “manifesto” figuravano altri nomi noti, tra i quali Gianstefano Buzzi, Filippo Arcioni, Elena Galbiati, Daniela Gerosa, Tino Tajana, Ernesto Tedesco, Tiberio Tettamanti, Bruno Saba, Adriano Sampietro e altri.
Emanuele Caso