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I banchi della ministra ricordano De Amicis

di Adria Bartolich

Le difficoltà organizzative  e le misure di profilassi che  il Covid-19 impone non vanno sottovalutate.  Trovo abbastanza ingiusti e anche infarciti di una sorta di supponenza,  molti commenti che sul tema del ritorno a scuola a settembre ho letto e sentito.

I problemi ci sono, e grossi. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina forse appare incerta ma senza dubbio si trova a fronteggiare la situazione più complicata  dalla nascita della Repubblica.

Come abbiamo già detto più volte le scuole spesso sono spazi inadeguati, perfino per l’applicazione del Testo Unico 81 sulla sicurezza ordinaria. Immaginiamo per fronteggiare il Covid-19.

Qui siamo in presenza di un virus insidioso, di strutture spesso vecchie e con poca manutenzione, alunni che molte volte hanno poca dimestichezza con l’autocontrollo, organici carenti in alcune aree del Paese. Tutto questo non è colpa della ministra bensì della fase contingente e  dell’eredità lasciata dalle gestioni precedenti; non mi importa stabilire di che colore, bensì il risultato finale.

Ora non ci voleva un genio  per arrivare alla conclusione che con le nuove norme igienico-sanitario sarebbe stato impossibile fare lezione  nelle condizioni attuali. Perciò, una volta ritoccati i parametri, metro statico – metro dinamico, si è immediatamente capito che con gli arredamenti d’epoca, chiamiamoli così, i ragazzi non ci sarebbe stati comunque. Sia per le dimensioni dei banchi, sia per la loro propensione a muoversi.

Da qui il mega appalto per la fornitura di tre milioni di banchi a fronte di oltre otto milioni di studenti. Praticamente un terzo del totale.

Ora si tratta di capire per che tipo di banchi. L’indicazione che ci viene fornita parla di metà banchi  «tradizionali monoposto» e per l’altra metà di «sedute attrezzate di tipo innovativo». È un po’ vaga.

Siccome la spesa sarà prevedibilmente di una certa consistenza, occorre specificare di quali tipi di banchi si parli e soprattutto di quale concezione didattica pretendano di soddisfare tenendo in considerazione che, verosimilmente, dovrebbero essere utilizzabili anche in epoca post Covid-19.

Qualche preoccupazione viene guardando le foto di banchi che prefigurano un ritorno, modernizzato e in materiale plastico, del banco con la sedia attaccata di deamicisiana memoria, tra l’altro con un costo ragguardevole, e adatti unicamente alla lezione frontale per di più per poche ore: troppo costrittivi.

Molto meglio la scelta di banchi modulari, ce ne sono in commercio di poco costosi, che possano costituire anche un rinnovamento degli  spazi per una didattica più dinamica e moderna per progettare, nelle more delle norme igieniche per il virus, anche una scuola più moderna ed attuale.

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