di Adria Bartolich
Sembra che l’anno prossimo si tornerà a fare lezione in presenza per tutte le classi della scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado. Solo per le scuole superiori si continuerà con un sistema misto di lezioni in presenza e didattica a distanza. Questo sembra essere l’orientamento del gruppo di lavoro tecnico costituito presso il ministero dell’Istruzione per delineare il nuovo assetto organizzativo.
E poi entrate scaglionate per i ragazzi più grandi fino alla 10, dilatazione dell’orario scolastico, probabile fine della settimana corta, più attività all’aperto. In altre parole il virus ha avuto più successo nella trasformazione della scuola in un organismo aperto e flessibile, di molti ministri dell’Istruzione.
Conosco l’obiezione, le occasioni c’erano anche prima per chi avesse voluto coglierle. Le occasioni teoriche sì, quelle pratiche molto meno.
Se si pensa che una lezione all’aria aperta sia un premio, così come un’attività laboratoriale, va da sé che la lezione seria venga considerata solo se frontale ed in classe e gli spazi si adeguino a questa visione.
Consideriamo inoltre un altro aspetto non secondario. Le ragioni che motivano questa nuova flessibilità sono legate alla sicurezza. Circola ancora un virus che non siamo in grado di controllare se non mantenendo delle distanze fisiche adeguate e disinfettando spazi, oggetti e mani. Le scuole saranno sanificate, anche se dopo tre mesi di chiusura il virus, seppur resistente, anche se ci fosse stato sarà ormai morto e stecchito.
Fin qui tutto bene, più precauzioni si prendono meglio è. Il problema è che tutto ciò dovrà avvenire nelle scuole italiane, molte delle quali, nonostante i piani predisposti dai vari governi, hanno ancora delle strutture che andrebbero sistemate.
Per esempio, a Como in alcune scuole il virus rischia di estinguersi prima per annegamento o soffocamento piuttosto che per le misure di profilassi.
Magari un bel piano per la sistemazione degli edifici scolastici – rifacimento delle impermeabilizzazioni, chiusura delle buche nei cortili, finitura dei controsoffitti fatti trent’anni fa dai quali nevica polvere – sarebbe più necessario della sanificazione.
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