di Giorgio Civati
In attesa di verificare se usciremo migliori da questa emergenza sanitaria mondiale – personalmente ne dubito – sappiamo già cosa ci ha aiutato a starci “dentro”: Internet. Proprio il web nelle sue mille forme è stato il grande protagonista di queste stranianti settimane di quarantena.
Molti ci hanno lavorato, quasi tutti hanno cercato giochi, svago, film e divertimento, tanti hanno vissuto affetti, amori, vicinanze proprio tramite la Rete. Con voci ma anche immagini, riunioni, chat, interazioni di ogni genere. Non proprio al meglio, ma le nostre vite sarebbero state di certo più noiose e solitarie, più complesse e sospese senza Internet.
E pensare che tutto ciò si dava per scontato. Anzi, lo si definiva “troppo”. Troppo connessi, troppo distratti dalla realtà. Senza trascurare perplessità e rischi legati a quella poderosa macchina di profilazione, quel Grande Fratello rappresentato dai big dell’intrattenimento via Internet. Che, accumulando miliardi di informazioni, sapevano e sanno tutto di noi, che ci scrutano, che immagazzinano scelte e preferenze per arrivare piano piano a indirizzarle e gestirle.
Il web, insomma, era sempre più spesso sotto accusa. Non più Rete diffusa democratica, quasi anarchica, ma impero nelle mani di pochi. I soliti colossi del web, le big tech, società che valgono più del Pil di alcuni staterelli del mondo.
Tutto vero, tutto giusto: Internet era una giungla e tale è rimasta; in quel mondo pochi diventavano ricchi sfruttando quello che nemmeno sapevamo fosse un bene prezioso, anzi una merce: noi stessi, consumatori più che persone, abbagliati e indirizzati e guidati a nostra insaputa da algoritmi e banner pubblicitari, scelte fatte da altri e limiti difficili da vedere e per questo più pericolosi.
Pensar male di Internet, insomma, ha una solida base di realismo. Così come doveroso è e sarà porre regole precise, pretendere trasparenza, sapere chi fa che cosa e magari anche chi ci guadagna da tutti questi software e servizi gratis solo in apparenza.
Un’altra battaglia sarà quella delle fake, le notizie false: come distinguere le news vere e sensate da quelle farlocche, magari solo stupide o addirittura dannose? E, ancora, che informazione può essere quella che giunge senza filtri, senza controlli, senza che nessuno se ne assuma la responsabilità ma che, semplicemente, è scritto su Internet? Insomma, il web di difetti ne ha tanti. Ma mai come in queste settimane di emergenza e di quarantena è stato fondamentale nelle nostre vite. Trovare un equilibrio sarà la sfida dei prossimi anni.
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