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Il green pass e la scelta a metà

di Giorgio Civati

A breve anche per andare a lavorare il green pass sarà obbligatorio. È un altro passo verso una sicurezza sempre più diffusa e una maggiore tutela contro il Covid 19, ma anche la conferma della mancanza di coesione tre le varie componenti della maggioranza di governo.

La strada più lineare sarebbe stata quella della obbligatorietà dei vaccini, cosa che avrebbe però scontentato troppi, suscitato “mal di pancia” nei partiti e qualche manifestazione di piazza.

E così, anche se immaginiamo che il premier Draghi avrebbe fatto diversamente, si è scelto di scegliere a metà: green pass obbligatori per fare quasi tutto, ma non obbligatori in senso assoluto. Del resto se è caotico il governo, lo è l’intera Italia. Tra quanti erano indecisi o nettamente contrari alla vaccinazione, già a inizio agosto molti hanno deciso, o capitolato secondo i punti di vista, per il caffè al bar, l’aperitivo o la cena al ristorante. Forzati non per questioni di salvaguardia della salute ma di svago, divertimento, uscite a cena, con le vaccinazioni in crescita ad agosto in certi hub tra il 15 e il 200%. E adesso sta succedendo di nuovo. Senza vaccinazione non si lavora? Ecco la nuova impennata di richieste di somministrazioni.

Moltissimi in fila per la “punturina”, senza lungimiranza per la salute propria e degli altri ma per lavorare, andare a mangiare fuori, sedersi al bar. Egoistico e francamente deprimente, va detto. C’è comunque da scommettere che per poter lavorare quasi tutti si vaccineranno e gli altri – spaventati, convintamente contrari e complottisti -ricorreranno ai tamponi ogni due/tre giorni da qui alla fine dell’emergenza, che per adesso è fissata a dicembre ma poi chissà, potrebbe anche dover essere prolungata. Risultato comunque raggiunto. Se, insomma, una sicurezza maggiore e più generalizzata è in arrivo, c’è però poco da esserne lieti.

Anche in una situazione drammatica come questa pandemia, ci confermiamo disordinati, caotici, poco razionali, confusi e in balìa di molteplici opinioni. Molte delle quali senza alcuna base scientifica.

Meno male che Mario Draghi ha capito una semplice verità, semplice ma fondamentale: non serve trattarci da adulti, siamo ancora e sempre dei bambinoni capricciosi che vanno lusingati (aperitivi e pizze possibili solo col green pass) e minacciati anche un po’ (senza stipendio perché non ammessi al lavoro senza certificazione).

Servirà? Probabilmente sì, lo dicono i numeri. E se industria e commercio potranno restare aperti, in funzione, insieme alla salute sarà tutelata anche l’economia, cosa altrettanto importante. Peccato: un anno e mezzo fa erano in voga slogan del tipo “ne usciremo migliori”. Non è successo.

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