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Il Lario non merita l’isolamento forzato

di Lorenzo Morandotti

«Stiamo lavorando per voi». «Il cammino è tracciato e dovete avere pazienza». «Roma non è stata costruita in un giorno». «I soliti disfattisti. I turisti ci premiano comunque». Nei fumetti che accompagnano gli amministratori locali leggiamo queste parole, se proviamo con i dovuti modi a rimarcare le crisi in atto sul fronte cultura. E cioè  che sì, la doverosa mostra sulle monete romane di Como si farà ma nel frattempo molti   spazi espositivi cittadini sono chiusi per problemi tecnici, e sul fronte della cultura Como rischia di essere un  sempre più debole vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro, non ha altre mostre di rilievo da proporre sul mercato, il progetto di fare di Villa Olmo un centro internazionale di cultura richiederà anni. Mentre i cugini lecchesi almeno ci provano, per non parlare dell’efficienza svizzera, e la Regione Lombardia ha preferito  Vigevano e non la ridente (?) località voltiana per la candidatura a capitale culturale d’Italia del 2021. Ma per carità, «sono solo ritardi», «macchine burocratiche la cui complessità non viene compresa». «Aspettate e vedrete».

A tali fumetti potremmo rispondere tono su tono  con frasi come queste. «Si è ampiamente dimostrato che della cultura da queste parti  importa poco e male», «Non sapete fare né sintesi né squadra», «Almeno i miopi hanno l’umiltà di mettersi gli occhiali, e intanto i vostri non    risultati si vedono e creano imbarazzo e dirottano altrove flussi di turismo importante», «Alla faccia dei tanti volontari che si impegnano quotidianamente su questo fronte». Smettiamola qui. Un circolo vizioso senza fine che potrebbe essere risolto in una sintesi di poche parole, la seguente.

Como, il Lario, hanno una storia di cui andare fieri e che non merita di essere onorata poco e male, e illuminata solo dalle luci delle manifestazioni natalizie, pure strategiche in periodi di crisi ma spesso ridotte a vetrine commerciali. Ci sono giacimenti  da scoprire, far conoscere e mettere in condizione di creare lavoro e benessere  ma preferiamo navigare a vista, con poco coraggio, senza cogliere le opportunità che il destino  presenta. Non lamentatevi se tra dieci anni Como sarà un immenso bed and breakfast vista lago per chi visita la Svizzera o Milano.

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