Categories: Opinioni & Commenti

Il merito non è solo dell’olio di oliva

di Mario Guidotti

Auguri Servizio Sanitario Nazionale. Forse per la troppa
attenzione posta alla Legge di Bilancio, forse per l’ansia pre-natalizia, ma
pochi si sono accorti che il 23 dicembre sono stati 40 anni dalla sua
istituzione in Italia. Poco interesse, forse nessuna consapevolezza, o al
contrario un pizzico di rimpianto. Sta di fatto che sembra un’epoca geologica
passata dai tempi delle mutue. Qualcuno se le ricorda? Dai, vista l’età media
dei (pochi) lettori dei quotidiani, con un piccolo sforzo ce la potete fare.
Comunque, urge qualche riflessione. Dopo un notevole sforzo iniziale abbiamo
avuto uno dei servizi sanitari pubblici più efficienti e performanti del mondo.
Diciamolo senza falsa modestia, il fatto che l’Italia sia seconda nel pianeta
per aspettativa di vita non può essere solo merito dell’olio di oliva, peraltro
presente in abbondanza anche in Grecia, Tunisia e Spagna. Non sarà solo il clima
mediterraneo, perché la pianura padana, dove l’età media attesa è molto più
alta che in Meridione, ha un clima che fa letteralmente schifo. Per credere
aprire un attimo la finestra in questo momento e respirare a pieni polmoni
(attenzione: nuoce fortemente alla salute). E allora dai, qualche merito
diamolo anche agli operatori sanitari, alle tanto vituperate Asl, centri di
controllo e programmazione della Salute Pubblica a 360°, e anche a quei
“cattivoni” dei medici di base e persino a quei malmostosi dei medici
ospedalieri sempre di cattivo umore. Ma le cose cambiano: assistiamo a un
aumento delle malattie croniche, a un innalzamento dell’invecchiamento,
crescono le disuguaglianze sociali e di reddito, importiamo bassa cultura e ne
esportiamo di alta. I nuclei familiari a basso reddito hanno un’esposizione al
rischio di malattia 5 volte superiore alle famiglie più ricche e non tanto per
non riuscire a ricevere un’assistenza sanitaria universalistica, ma per
abitudini alimentari e stili di vita che espongono maggiormente a obesità,
asma, diabete, broncopneumopatie e malattie cardiocircolatorie. Quindi il
Sistema Sanitario Nazionale, per come è stato concepito 40 anni fa, va rivisto.
Molte Regioni, come la nostra, hanno cavalcato diverse riforme per aggiornarlo,
ma le stesse sono state condotte sotto dettature elettorali e spinte
demagogiche. Cambiano le malattie: si diffondono disturbi mentali legati
all’ansia, alla depressione, al consumo di alcool e stupefacenti soprattutto
negli adolescente e persino a livello infantile per fenomeni di cyberbullismo.
L’inappropriatezza prescrittiva è clamorosa: metà delle indagini radiologiche,
il 22% delle angioplastiche, il 20% degli esami endoscopici (dati Slow Medicine
Italia). E poi, ultimo ma non per importanza, mancano già ora medici
specialisti, per una programmazione da incubo. Dal 2015 un’emorragia di 35mile
unità. Auguri allora, ma una revisione importante, ben oltre un semplice make
up va fatta al più presto, ne va della Salute e quindi della qualità della vita
di questa e delle prossime generazioni.

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